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«Restare per cambiare, cambiare per restare». L’esempio di don Pino De Masi – VIDEO

Da segno del potere mafioso il centro “Padre Pino Puglisi”, fondato dal parroco di Polistena, è simbolo della cultura del cambiamento

Pubblicato il: 13/11/2023 – 15:32
«Restare per cambiare, cambiare per restare». L’esempio di don Pino De Masi – VIDEO

LAMEZIA TERME «Restare per cambiare, cambiare per restare. È una delle frasi più belle che ci danno la misura, la statura etica, morale e pedagogica del Magistero educativo di don Pino De Masi». La puntata di “Lettera R”, lo spazio di approfondimento settimanale de “L’altro Corriere Tv” condotto da Giancarlo Costabile, si è aperta con una citazione del parroco di Polistena, volto storico dell’antimafia sociale calabrese, tra i fondatori di Libera, l’associazione voluta negli anni ‘90 da Don Luigi Ciotti per promuovere la cultura della cittadinanza attiva e una pedagogia del cambiamento contro ogni forma di mafia. «Don Pino De Masi (nella foto di copertina insieme a Gino Strada) – ha ricordato Costabile – è un po’ il simbolo di quella pedagogia del cambiamento che in Calabria, per la verità, ha poche figure di riferimento. In anni difficili Don Pino De Masi si è reso protagonista di un modello dal basso di affermazione di economia, per esempio legale. Parliamo ad esempio del riuso dei beni confiscati alle mafie, nello specifico alla ‘ndrangheta».

La seconda cooperativa nata in Italia sui beni confiscati alle mafie

Costabile nel corso di “Lettera R” ha ricordato come la seconda cooperativa a nascere in Italia sui beni confiscati alle mafie sia stata proprio quella fondata da don Pino De Masi nella piana di Gioia Tauro. «Parliamo della Valle del Marro – ha specificato il docente Unical – che riesce a recuperare pezzi di territorio sottraendoli all’economia illegale di matrice mafiosa. E la Valle del Marro negli anni è diventata un grande polmone di denaro pulito, di economia partecipata, di modello di produzione legale della ricchezza. A dimostrazione che si può fare anche in Calabria economia seguendo le regole della legalità. Ma il modello educativo sociale di don Pino De Masi va anche oltre e c’è una delle grandi realizzazioni della sua lunga, ormai, attività socioeducativa nel territorio della Piana di Gioia Tauro. Parliamo di un palazzo che era un po’ il simbolo del potere mafioso a Polistena. Oggi è stato riconvertito in un centro polivalente che porta il nome di padre Pino Puglisi, lo storico sacerdote siciliano impegnato in prima linea nel contrasto alla mafia siciliana, a Cosa Nostra». Ma cosa è diventato il Centro padre Pino Puglisi? «Da segno del potere mafioso, direbbe Tonino Bello, delle cosche di Polistena è diventato invece un palazzo di vetro – ha evidenziato Costabile –, un palazzo trasparente, un luogo che accoglie e continua a seminare la cultura dei diritti. Per esempio, ospita al suo interno un centro di aggregazione per giovani e minori a rischio, una struttura sul modello della scuola popolare per bimbi, per adolescenti, voluta da Don Lorenzo Milani a Barbiana. Accoglie giovani che hanno necessità di essere seguiti, di essere indirizzati nello studio, vedendo nella cultura lo strumento fondamentale per costruire consapevolezza, coscientizzazione, partecipazione, direbbe Don Lorenzo Milani, sovranità popolare. Ma il Centro Puglisi – ha detto ancora Costabile – al suo interno non ha solo il centro di aggregazione giovanile, ha anche un ambulatorio che è gestito da Emergency per praticare concretamente, in una terra come la nostra in cui i diritti sono sfregiati, forse il diritto socialmente avvertito come più importante: il diritto alla salute, ecco l’ambulatorio di Emergency che opera all’interno del centro Puglisi rappresenta un tentativo di recupero, di restaurazione di quei diritti negati a queste latitudini. Ma la struttura ospita tante altre belle cose, da biblioteche, sale studio, in buona sostanza è diventato un centro dei diritti, una cattedrale dei diritti e siamo collocati all’interno della piana di Gioia Tauro. Allora è possibile cambiare, ma si resta in Calabria con l’obiettivo di una grande trasformazione sociale. Da don Pino De Masi, da Polistena, da queste realizzazioni di economia sociale e di pedagogia arriva un grande manifesto di speranza. È arrivato il momento – ha concluso il professore – di chiudere la stagione della rassegnazione, degli inginocchiatoi, ed è arrivato il momento di provare a costruire una nuova rotta, un nuovo orizzonte caratterizzato dalla parola costituzione». (redazione@corrierecal.it)

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