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Il racconto

A Vibo la testimonianza di Filomena Lamberti. «Sono una donna libera» – FOTO

Sfregiata dall’ex marito nel 2012, da oltre dieci anni collabora con le associazioni antiviolenza. «Per me questa è un’altra vita»

Pubblicato il: 14/11/2023 – 17:40
A Vibo la testimonianza di Filomena Lamberti. «Sono una donna libera» – FOTO

VIBO VALENTIA «Dico sempre di avere 11 anni, perché questa per me è un’altra vita». Una testimonianza toccante, piena di dolore e coraggio quella di Filomena Lamberti, sfregiata con l’acido dal marito nel 2012. Nella sede di Palazzo Gagliardi si è tenuto ieri il primo dei due incontri organizzati dall’amministrazione comunale di Vibo Valentia in collaborazione con l’associazione Spaziodonna. Due giorni dedicati alla lotta contro la violenza sulle donne, che ha visto la partecipazione, oltre che di Filomena Lamberti, del sindaco Maria Limardo, del sottosegretario al Ministero dell’Interno Wanda Ferro, del prefetto Giovanni Paolo Grieco, del questore Cristiano Tatarelli, della vicepresidente della Giunta regionale Giusi Princi e della deputata Catia Polidori. Presenti anche Maria Joel Conocchiella dell’associazione Libera, Stefania Figliuzzi di Attivamente Coinvolte e Maria Grazia Pianura di Azzurro Donna.

«Donne dite subito basta»

Di fronte a una sala gremita Filomena Lamberti ha raccontato i momenti tragici vissuti dopo la brutale aggressione da parte del marito. «L’unica volta che ho pianto – racconta – è quando un chirurgo mi disse che non sarei più tornata come prima. Ma pensai che andando avanti qualcosa avrei conquistato». Dopo 30 interventi, la voglia di far sentire la propria voce. «Chiamai l’associazione e dissi: io voglio testimoniare. Nel 2014 con Spaziodonna abbiamo iniziato a girare scuole e comuni». Nonostante le condizioni di salute, l’impegno nel sociale diventa una priorità. «Io anche con l’identità violata sono una donna libera e questa libertà non me la potrà mai togliere nessuno». Un messaggio rivolto soprattutto alle altre donne. «Nessun essere umano può togliere il diritto di una donna di vivere e di essere se stessa». La prevenzione, per Filomena, è fondamentale. «Noi dobbiamo abbattere questa cultura che ci perseguita da secoli. Dico sempre alle ragazze di crearsi un futuro lavorativo, di non dipendere mai economicamente dal proprio partner. Dite subito basta alla violenza».

La scalinata di Palazzo Gagliardi

Le parole del sottosegretario Wanda Ferro

Collegata a distanza ha parlato anche il sottosegretario del Ministero dell’Interno Wanda Ferro. «La storia di Filomena è un incoraggiamento alle tante donne che ancora oggi subiscono violenza. Nessuna di loro deve colpevolizzarsi». Il suo impegno è «anche una sollecitazione a tutte le istituzioni che avrebbero dovuto ascoltare la sua storia». Per il sottosegretario la condanna inflitta al marito «non è sufficiente». «Noi – ha continuato – dobbiamo affiancare le donne che denunciano, ma anche prevenire sul piano culturale. Per il nostro governo il tema del femminicidio è prioritario, è tempo di investire sempre di più per contrastare il fenomeno». Parole condivise anche dal sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, che nell’occasione ha annunciato l’apertura di «un centro rifugio per donne su un bene confiscato alla ‘ndrangheta. Un immobile che garantirà rifugio per tutte quelle vittime che ne avranno bisogno».

«Dobbiamo sensibilizzare la società»

Presenti anche le più alte cariche dello stato sul territorio. Per il prefetto Giovanni Paolo Grieco «non è sufficiente la repressione, ma bisogna sensibilizzare la società. Serve una risposta univoca per contrastare il fenomeno» altrimenti «non potremo fino ad allora considerarci un paese civile». Il questore Cristiano Tatarelli si concentra sul cambio di percezione del fenomeno all’interno delle forze dell’ordine. «I numeri ci indicano che la situazione non sta migliorando, ma è anche perché c’è una maggiore concentrazione da parte delle forze dell’ordine. Oggi il supporto alle vittime inizia ben prima della denuncia effettiva, anche grazie ai numeri d’emergenza dedicati come il 1522. Sono migliorati tutti i nostri strumenti a disposizione per aiutare le vittime» ha spiegato il questore. (ma. ru.)

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