«L’assessore regionale al lavoro, Giovanni Calabrese, ha illustrato insieme al presidente Occhiuto le strategie di intervento sul lavoro e sulla necessità di incrementare l’offerta nella nostra regione incrociando anche la domanda. Le prospettive, come ha detto Calabrese, sono buone. Gli investimenti annunciati ( il Ponte), il Fondo di coesione, il Pnrr e la Zes produrranno certamente una ricaduta positiva sul tessuto sociale.
L’obiettivo, oltre a quello messo in itinere sulla stabilizzazione del precariato storico, è quello di richiamare l’iniziativa privata e di creare possibilità di espansione dei livelli industriali e delle aziende di medie dimensioni. Mi sembra confortante il dialogo aperto con le organizzazioni sindacali, che rappresentano un punto fermo di confronto, e con gli enti intermedi, che possono e devono recitare un ruolo di avanguardia nei processi formativi. L’assessore Calabrese ha opportunamente citato proprio la formazione, che è fondamentale per qualificare la domanda e rispondere alle varie necessità.
La filiera istituzionale può favorire processi formativi adeguati che si agganciano anche alla riforma degli istituti professionali, un tempo fucina insostituibile di mestieri e di qualifiche indispensabili. L’economia di impresa ha la possibilità, attraverso la Zes, di investire cogliendo le opportunità di decontribuzione. Le tipologie di intervento sono svariate, passando dai servizi alle funzioni di supporto tecnologico. C’è realmente la possibilità di aprire un mercato e di programmare, a vari livelli, il freno alla emorragia demografica che interessa da decenni tutto il Sud. Il governo sta lavorando proprio a una sinergia con le Regioni che passi attraverso un rinnovato concetto di formazione che apra il mondo del lavoro a un’economia stabile. La Regione colloquia con Confindustria che è una garanzia di sintesi delle possibilità di investimento, aperte ovviamente anche ad imprese di altre località. Calabrese ha di fatto citato Keynes nella conferenza ribadendo quel principio basilare della socialità dell’economia che deve avere la funzione primaria di distribuire ricchezza. È una sfida aperta che oggi trova la cointeressenza di misure strategiche che, messe insieme, possono realmente portare la Calabria a una continua crescita produttiva. Si tratta di politiche che non escludono le altre generazioni ( anche gli over 50) che hanno competenze e professionalità diverse che possono essere usate proficuamente. Un’ultima considerazione va fatta sullo Smart working, introdotto durante il covid e vittima di pregiudizi sbagliati. Bene ha fatto la Regione a incentivarlo, poiché se è vero che il front office deve mantenere livelli di sufficienza è altrettanto vero che paradossalmente proprio lo Smart working valorizza professionalità sistemiche e ottimizza quei processi indifferibili di cooperazione e di staff che rendono efficiente la pubblica amministrazione».
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