MILANO E’ stato condannato a 10 anni e 10 mesi Gaetano Bandiera, 75 anni, ritenuto uno degli storici boss della ‘Ndrangheta in Lombardia, nel processo con rito abbreviato a carico di oltre 40 imputati e con al centro un tentativo di ricostituzione di un ‘locale’ a Rho, nel Milanese. Lo riferisce l’agenzia Ansa. Secondo le indagini della Squadra mobile milanese e del pm della Dda Alessandra Cerreti, il tentativo sarebbe avvenuto con il ricorso a metodi arcaici e intimidatori, come “teste di maiale” lasciate fuori dalle porte, il “controllo del territorio” col “pizzo”, traffici di cocaina e armi, ma anche con la più moderna “vocazione imprenditoriale”. Oggi il gup di Milano Anna Magelli, riconoscendo l’imputazione di associazione mafiosa contestata dal pm, ha assolto, però, gli imputati dall’accusa di associazione finalizzata al narcotraffico, condannando per singoli episodi di spaccio. Per Gaetano Bandiera, difeso dall’avvocato Amedeo Rizza, la Procura aveva chiesto 16 anni ed è arrivata una condanna a 10 anni e 10 mesi, con l’assoluzione anche per alcuni episodi di estorsione e pure dal caso di una presunta falsa invalidità. A 16 anni e 8 mesi (chiesti 18) è stato condannato il figlio Cristian Bandiera (assolto da una decina di imputazioni), mentre Caterina Giancotti, 46 anni, ritenuta “braccio destro” di Cristian nella “direzione” della cosca e sempre difesa dal legale Rizza, è stata condannata a 9 anni e 5 mesi, ma in continuazione con una precedente condanna a 2 anni e 10 mesi. La sua posizione è stata riqualificata da presunto vertice, assieme agli altri, della cosca a “partecipe” dell’associazione mafiosa. A fine novembre 2022 erano state arrestate 47 persone e quasi per tutti gli imputati sono arrivate condanne, salvo un abbassamento delle pene rispetto alle richieste, perché è caduta l’accusa di narcotraffico. Franco Rolando, invece, difeso dall’avvocato Anna Marziano, ha rimediato una condanna a due anni e quattro mesi per delitti in materia di armi. Lo stesso, per il quale erano stati chiesti sei anni di reclusione, è stato assolto da altre tre fattispecie in materia di armi. Fra le assoluzioni spicca quella di Agazio Cosimo Carioti, di Guardavalle, assistito dagli avvocati Giuseppe Gervasi e Vincenzo Sorgiovanni, cui era contestato di aver promosso, diretto ed organizzato l’associazione finalizzata al narcotraffico aggravata per aver agevolato la cosca di Rho. Lo stesso era considerato dagli inquirenti titolare di un gruppo dedito alle forniture di cocaina nei confronti della cosca diretta dai Bandiera. Secondo le indagini, lo stabile canale di approvvigionamento diretto da Agazio Cosimo Carioti si sarebbe rifornito dalla Spagna e dal Sud America.
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