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Sempre costose e disordinate: per la Regione resta il “vulnus” delle Partecipate

Il giudizio di parifica della Corte dei Conti conferma ancora diverse criticità nella gestione delle società, il cui peso economico è in aumento

Pubblicato il: 14/11/2023 – 20:27
Sempre costose e disordinate: per la Regione resta il “vulnus” delle Partecipate

CATANZARO Sempre costose, e con un costo in aumento, sempre alle prese con un certo caos organizzativo e gestionale e sempre refrattarie al controllo e un po’ “misteriose”. Nella relazione della Procura della Corte dei Conti in sede di parifica del bilancio 2022 della Regione Calabria si confermano le criticità nella gestione delle partecipazioni societarie dell’ente. «L’esito dell’istruttoria formalizzata dalla Sezione di controllo evidenzia la complessità̀ delle fattispecie e delle procedure funzionali alla gestione delle partecipazioni societarie, a fronte di un onere a carico del bilancio regionale consistente e in aumento rispetto all’esercizio finanziario 2021 di euro 6.143.736, pari a euro 161.365.461,18, di cui euro 120.488.169,55 in conto competenza ed euro 40.877.291,63 in conto residui», scrive la magistratura contabile.

L’istruttoria

La Procura contabile anzitutto specifica che «rispetto alle osservazioni formulate in occasione della precedente requisitoria resa in sede di parifica del Rendiconto per l’anno 2021, ed al tema della necessità della costituzione in house delle società cui la Regione sceglie di affidare l’erogazione di servizi pubblici – altrimenti oggetto di gara ad evidenza pubblica – l’istruttoria ha evidenziato: l’introduzione di meccanismi di controllo analogo funzionali alla costituzione in house per Ferrovie della Calabria s.r.l.; l’acquisizione della maggioranza del capitale di Sacal spa, 61,39% – quote detenute dai privati – attraverso Fincalabra spa (società in house), circostanza, tuttavia, che in assenza di modifiche statutarie che disciplinino forme e modalità del controllo in house non integra l’attivazione di alcun meccanismo di controllo analogo; la revoca della procedura di liquidazione della Sorical spa in house; la revoca della procedura di liquidazione della società Stretto di Messina spa (legge 58/2023) e l’adeguamento della struttura societaria funzionale alla costituzione in house. Non risultano, invece, forniti riscontri in ordine alla raccomandazione di provvedere in ordine all’obbligo che vige per tutte le società̀ a partecipazione pubblica di attuare, e formalizzare, misure e strumenti coordinati di controllo, quali la stipula di apposti patti parasociali e/o la modifica delle clausole statutarie». Sul punto la Procura contabile calabrese cita una massima della stessa Corte: «“Permane, quindi – laddove non sia stato adempiuto l’obbligo di formalizzare specifiche previsioni statutarie e prevedere misure operative di controllo – l’alto rischio che il bilancio regionale subisca gli effetti di gestioni adottate dal management della società̀ che si rivelino in concreta distonia con gli obiettivi pubblici sottesi alla scelta di operare attraverso soggetti di diritto privato”».

Sorical

Le criticità

In questo senso la Procura della Corte dei Conti segnala che «il Dipartimento che esercita l’attività di vigilanza – e che propone alla Giunta regionale l’adozione delle misure conseguenziali alle eventuali violazioni riscontrate, cui spetta la verifica del rispetto della normativa in materia di contenimento delle spese – abbia formalizzato in sede di riscontro istruttorio 200 due circostanze rilevanti: non risultano pervenute dagli organi societari segnalazioni in ordine al mancato o ingiustificato raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa, a fronte tuttavia dell’assenza di alcun elemento che possa dare atto che la Regione ha effettivamente riscontrato quanto dichiarato, in distonia con gli obblighi di vigilanza, controllo ed eventualmente con l’obbligo di adottare ogni iniziativa conseguenziale; poiché i bilanci delle società risultano approvati nel giugno 2022 alla data di invio della risposta alla richiesta della Sezione di controllo era ancora in corso l’istruttoria in capo ai Dipartimenti vigilanti. In altri termini non è stato possibile, neanche ad esercizio finanziario 2023 in conclusione, il rispetto della normativa in materia di contenimento delle spese, lacuna che non appare colmata neanche dalla successiva produzione documentale. Ulteriore rilievo è relativo alla circostanza che non sono stati forniti riscontri alla sollecitazione formulata dalla Procura regionale in occasione della precedente parifica relativa alla mancata adozione di misure organizzative e/o sistemi dedicati di trasferimento dati dagli organismi partecipati al sistema regionale, funzionali a consentire un costante e tempestivo flusso di informazioni ai Dipartimenti».

Tre casi di specie

Per almeno tre partecipazioni della Corte dei Conti «raccomanda alla Giunta regionale l’assunzione di immediate, opportune e mirate iniziative. «La prima – si legge – riguarda Aterp – ente pubblico non economico della Regione Calabria, con funzioni ausiliarie di natura tecnica-operativa in materia di edilizia residenziale pubblica – che al 31 dicembre2022 ha iscritto in bilancio residui attivi per l’ingente somma di 85.527.136,27 relativi a crediti – anche datati – vantati nei confronti degli utenti morosi per il mancato pagamento del canone di locazione. Va ricordato in proposito che la mancata interruzione dei termini prescrizionali determina la perdita del diritto alla esazione e l’insorgere di profili di responsabilità erariale. La seconda attiene a Sorical spa per la quale non risulta in atti l’asseverazione dell’organo di revisione con riferimento alle posizioni debito/credito al 31 dicembre 2020, 2021 e 2022, fatto giuridicamente rilevante che genera incertezza sulla situazione crediti/debiti reciproci tre Regione Calabria e Sorical a fronte, peraltro, di un consistente disallineamento complessivo di euro 45.790.116,94 delle posizioni creditorie della Regione verso la società così come evidente a seguito delle operazioni di circolarizzazione dell’esercizio 2022202. La terza – scrive la Procura della Corte dei Conti attiene ai Consorzi di bonifica che sono stati interessati di recente da una riforma – riorganizzazione del sistema (legge regionale 39 del 10 agosto 2023). Desta in proposito perplessità in punto di diritto l’affermazione del Dipartimento Agricoltura secondo cui i consorzi di bonifica “non appartengono al perimetro degli enti partecipati e/o controllati della regione né possono considerarsi enti strumentali. Pertanto, le eventuali passività sono a carico dei consorzi stessi e non vi sono impatti diretti sul bilancio regionale”. Perplessità legittime prima della riforma e che nella riforma trovano ulteriore motivo di conferma. D’altra parte – conclude la Procura della Corte dei Conti –  «la presenza di un disavanzo certificato in 40 milioni di euro e l’onere che ne consegue – certamente non ripianabile allo stato e in considerazione delle serie storiche negative di riscossione relative ai lustri precedenti con il solo contributo a carico dei consorziati – fanno presagire un intervento a carico del bilancio pubblico trattandosi di funzionamento di servizi ritenuti strategici per l’economia regionale». (a. cant.)

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