COSENZA Il maestro della fotografia Tony Gaudio celebrato con 150 foto nella mostra inaugurata all’ex Mam (Museo delle Arti e dei Mestieri della Provincia di Cosenza, corso Telesio 17) e visitabile fino a giovedì 30 novembre: per il 24 è in programma la presentazione del libro edito da Cineteca della Calabria e dedicato al cosentino emigrato negli Usa, primo premio Oscar italiano nel 1937 per il film Anthony Adverse (da direttore della fotografia ebbe altre tre nomination). Personaggio tanto influente nella Hollywood degli anni trenta quanto sconosciuto in Italia, fino al meritevole lavoro divulgativo e “filologico” della Cineteca della Calabria.
Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca, ha presentato la mostra su Gaudio, alla presenza della presidente della Provincia, Rosaria Succurro, e di Mariarosaria Donato, anche lei in rappresentanza della Cineteca della Calabria, tra i curatori della mostra con lo stesso Attanasio e Antonio Renda.
«I fratelli Tony ed Eugenio Gaudio – ha detto Attanasio – non erano i classici emigrati con la valigia di cartone, hanno lasciato Cosenza seguendo il sogno americano del cinema, e Tony fu un maestro riconosciuto della fotografia, pioniere e grande modernizzatore della cinematografia, oltre che primo italiano a vincere un Oscar ben 11 anni prima di De Sica con Ladri di biciclette».
Fabrizio Nucci (Open Fields) ha parlato del documentario in uscita “The lost legacy of Tony Gaudio”, un focus sul maestro che passò dalla sapienza artigiana ai successi nella grande industria cinematografica.
Già nel 2017 un primo allestimento della mostra era stato proposto nei locali della biblioteca nazionale, poi il materiale fu esposto all’Istituto italiano di cultura a Cracovia (2018) dove tuttora si trova come mostra permanente. Intanto Cosenza si è in un certo senso “riappropriata” di uno dei suoi figli più prestigiosi ma forse meno celebrati: nel settembre 2022 è stata scoperta una targa nel palazzo dello studio di famiglia su corso Telesio, nel cuore del centro storico. La famiglia Gaudio aveva già iniziato ad operare in un primo laboratorio intorno al 1860 in via Sertorio Quattromani. (euf)
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