REGGIO CALABRIA Due anni a ritmo intenso, con 32 sedute d’aula, 202 sedute di commissione e 123 leggi approvate. Oggi il Consiglio regionale della Calabria taglia il traguardo dei primi due anni di questa dodicesima legislatura, targata centrodestra sotto la guida del governatore Roberto Occhiuto. I numeri forniti da palazzo Campanella danno atto di una indiscutibile produttività del Consiglio regionale, che in questi primi 24 mesi ha in effetti approvato, su input e in sinergia con lo stesso Occhiuto e la Giunta, anche importanti riforme come le leggi istitutive di Azienda Zero e dell’Azienda unica Dulbecco di Catanzaro, per stare al tema della sanità, l’Arrical (l’Autorità unica in tema di acqua e rifiuti); il Consorzio unico di bonifica (prima erano 11), l’acquisito di quote per far tornare la Sacal sotto il controllo pubblico e l’uscita di Sorical dalla liquidazione con il ritorno della gestione completamente pubblica dell’acqua. Non tutto ovviamente è stato “rose e fiori”, per come ha puntualizzato di recente la Corte dei Conti segnalando alcune criticità di diverse leggi regionali sul piano della copertura finanziaria e un eccessivo ricorso alla novellazione, e le numerose leggi “Omnibus” approvate dal Consiglio regionale. Per il presidente di Palazzo Campanella Filippo Mancuso si tratta di un bilancio positivo, basato su numeri che servono «non per ribadire che questa legislatura per produzione legislativa non teme confronti, ma anche perché, sapendo che c’è tanto altro lavoro da fare, costituiscono il miglior viatico per affrontare con successo le sfide che abbiamo davanti, in una congiuntura globale carica di incognite e che sappiamo complessa e difficile». Sul piano politico, i lavori consiliari hanno ovviamente confermato le distanze tra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni di centrosinistra, anche se non sono mancati significativi momenti di unità, com’è avvenuto per l’approvazione all’unanimità delle mozioni sulla Strada statale 106 (il cui ammodernamento è stato finanziato con 3 miliardi di euro dal ministro Salvini) e sull’infrastruttura logistica più rilevante d’Italia (il Porto di Gioia Tauro), minacciata da una direttiva dell’Unione europea per la quale il Consiglio regionale ha chiesto che siano apportati i necessari correttivi. (c. a.)
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