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lo sciopero generale

Cgil e Uil in piazza contro il governo Meloni: «In Calabria situazione grave» – FOTO

Manifestazioni a Cosenza, Catanzaro e Reggio. La protesta su sanità, Mezzogiorno, precariato, salario minimo e contrasto alla criminalità

Pubblicato il: 17/11/2023 – 14:21
Cgil e Uil in piazza contro il governo Meloni: «In Calabria situazione grave» – FOTO

COSENZA Manifestazioni anche Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, stamani, delle organizzazioni sindacali Cgil e Uil per manifestare contro le politiche del Governo in occasione dello sciopero generale proclamato in tutta Italia. A Cosenza un presidio è stato tenuto davanti la Prefettura «per dire basta a queste politiche economiche e sociali che sta attuando il Governo, in Italia c’è bisogno di un cambio di registro, perché si sta aggravando il contesto socio-economico del Paese, specie in Calabria» ha detto il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato. Sanità, Mezzogiorno, lotta al precariato, salario minimo, contrasto alla criminalità organizzata, sono alcuni dei temi sui quali si sono focalizzate le due sigle sindacali. Al presidio ha partecipato anche il Comitato per la stabilizzazione dei tecnici al Sud per esprime il proprio rammarico rispetto all’atteggiamento del Governo nei confronti di 700 funzionari tecnici precari all’interno degli stessi Enti a cui il nuovo cosiddetto Decreto Sud fa riferimento. «Queste risorse – ha spiegato uno dei rappresentanti del Comitato – ormai da due anni lavorano con abnegazione, promuovendo proprio quel rafforzamento della capacità amministrativa in ambito di politiche di coesione che il Decreto Sud si propone di attuare mediante l’assunzione tempo indeterminato di nuove 2200 unità di personale da formare ex novo. Chiediamo che il governo trovi la necessaria copertura finanziaria e che possa incentivare gli enti di assegnazione a stabilizzare i lavoratori che questo Comitato rappresenta».

Cgil Area Vasta

 La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo in piazza Prefettura a Catanzaro per lo sciopero generale indetto da CGIL e UIL per chiedere al governo un’inversione di marcia sulla legge di bilancio. In piazza i lavoratori e le lavoratrici dei settori del pubblico impiego, di comparti come la Scuola, i Trasporti, la Sanità: tutti insieme per protestare contro una manovra che non solo non stanzia risorse sufficienti per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici delle Funzioni Centrali, Funzioni locali, Sanità, ma addirittura de-finanzia i fondi necessari alle autonomie locali per sostenere i servizi sociali, i servizi in appalto o in convenzione (Igiene ambientale, Sanità privata, Terzo settore), che erogano prestazioni ormai fondamentali per i cittadini, con un taglio di 600 milioni di euro che riguarderà Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni. Una presa di posizione affidata anche ad un documento che è stato consegnato da una delegazione di Cgil e Uil ricevuta a mezzogiorno dal prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci. «Siamo qui come in altre 58 piazze d’Italia, con i lavoratori e le lavoratrici del Pubblico impiego, del mondo della sanità, della scuola, degli appalti per dire ‘no’ a questa manovra finanziaria – ha spiegato il segretario generale della Cgil, Area Vasta Enzo Scalese -. Ma soprattutto per dire che c’è bisogno di un cambiamento: noi abbiamo fatto delle proposte, abbiamo presentato delle piattaforme per quanto riguarda la previdenza, il fisco le pensioni i giovani, la sicurezza sui posti di lavoro.  Questo Governo ancora ad oggi non ha messo in campo nessuna iniziativa per venire incontro alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici che non ce la fanno più perché il potere di acquisto ormai sta erodendo quello no gli stipendi e i salari. Siamo in piazza oggi, e ci saremo anche l’1 dicembre perché chiedere con forza azioni concrete, visto che al momento abbiamo potuto ascoltare solo proclami: il Governo metta in campo le azioni necessarie a sostenere i lavoratori e le lavoratrici che sono la spina dorsale di questo paese». Tanti i dirigenti e gli scritti in piazza, che hanno voluto marcare con la propria presenza la condivisione dello sciopero e la piattaforma rivendicativa sul tavolo del Governo. Presente anche, in rappresentanza della segreteria regionale della Cgil, Luigi Veraldi. «Rivendichiamo un servizio pubblico che garantisca il diritto di cittadinanza alle persone, investimenti nel mondo del precariato, nel diritto alla salute e nei lavoratori pubblici, valorizzazione del contratto nazionale e della contrattazione decentrata, una norma sul salario minimo», ha detto Veraldi ricordando che la Cgil Calabria ha annunciato che la protesta continuerà nei prossimi giorni, con lo sciopero generale del 1 dicembre, che coinvolgerà anche le altre categorie. «Lo sciopero dei servizi pubblici in Calabria è un segnale importante del malcontento dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. La manovra finanziaria del governo, infatti, non prevede investimenti sufficienti per garantire la qualità dei servizi pubblici, né per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti – ha detto ancora -. C’è la necessità di investire nel diritto alla salute, che è stato messo a dura prova dalla pandemia. Il settore sanitario, infatti, è sottostimato rispetto alla dotazione organica e quotidianamente affronta delle sfide non solo per le cure e le diagnosi, ma anche per il turn over, che non è stato garantito. Lo sciopero di oggi è solo l’inizio».

La Cgil a Reggio Calabria

«Una piazza piena a Reggio Calabria davanti alla prefettura con la partecipazione di numerosissimi lavoratori della funzione pubblica, della scuola e delle altre categorie che oggi prendevano parte allo sciopero. I lavoratori della funzione pubblica che hanno partecipato convintamente e hanno portato in piazza le loro problematiche hanno parlato dei problemi della sanità, della grave carenza di personale che c’è nelle strutture sanitarie anche di Reggio Calabria». A dirlo al Corriere della Calabria, Alessandra Baldari la segretaria della Funzione Pubblica Cgil Calabria. «C’erano i lavoratori dell’igiene ambientale, che chiedono garanzie di sicurezza e di attenzione ai rischi che corrono nella loro quotidianità. C’erano i lavoratori i più fragili, quelli del terzo settore, delle cooperative, quelli che si occupano di disabilità. Insomma, è stata una manifestazione molto partecipata». «Combattiamo – conclude – continueremo a combattere per il rinnovo dei contratti, per pensioni più giuste senza penalizzazioni e per i lavoratori degli enti locali della sanità, della scuola dell’infanzia e degli ufficiali giudiziari e continueremo a combattere soprattutto per difendere i servizi pubblici».

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