LAMEZIA TERME «Il Comune di Lamezia Terme, per il periodo dal 01/08/2022 al 31/07/2027, ha concesso alla FC Lamezia Terme l’affidamento, in gestione ed uso, dell’impianto sportivo comunale “G. D’Ippolito”. La convenzione prevede che l’obiettivo principale sia quello di “ creare un equilibrio virtuoso mettendo a sistema la domanda di attività sportiva con la massima capacità gestionale degli impianti, per cui è necessario sviluppare un programma d’uso delle strutture con l’obiettivo di raggiungere un impiego ottimale degli impianti esistenti, perseguendo un razionale uso degli spazi e delle fasce orarie, evitando i fenomeni di sovra e sotto utilizzazione e incentivando la condivisione delle risorse e delle responsabilità”. Nostro malgrado però, in data 2 novembre 2023, la società, attraverso gli organi di stampa ha informato la cittadinanza della decisione di rinunciare al campionato in corso, senza però, a distanza di quasi 15 giorni, comunicare formalmente le proprie determinazioni agli uffici competenti». Lo scrive in una nova Lucia Alessandra Cittadino, consigliera comunale “Nuova Era” di Lamezia Terme. «Alla luce della gravissima carenza di disponibilità di impianti sportivi, che pregiudicano il diritto sacrosanto dei tanti ragazzi che praticano discipline sportive, ho chiesto – scrive ancora Cittadino – un intervento immediato delle competenti commissioni consiliari al fine di verificare se ci siano le condizioni per dichiarare risolto l’affidamento ai sensi dell’art. 12 della convenzione per inadempimento ex art. 1453 e ss. Si potrebbe in tal modo bandire, senza altro ingiustificato e colpevole ritardo, una nuova gara che possa garantire l’ottimizzazione dell’utilizzo di una delle strutture sportive più importanti e prestigiose della nostra città». «La Fc Lamezia, a seguito delle note stampa di diverse testate giornalistiche, in data odierna ha rassicurato la popolazione che restituirà lo stadio in condizioni migliori di come lo ha trovato; tutti noi in realtà auspicheremmo che, essendo fallito l’obbiettivo per il quale è stato richiesto in gestione, i dirigenti lo mettessero di nuovo a disposizione della collettività, essendo un bene pubblico e non privato».
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