REGGIO CALABRIA «Il mio sogno è diventare magistrato». Federica Punturiero è giovanissima, ma la vita l’ha portata a crescere in fretta. Ha le idee chiare sulla strada da percorrere, quella della giustizia e della verità. Un sogno che la figlia di Maria Chindamo ha maturato negli anni in cui è stata costretta a convivere con una verità negata. È stato il ricordo della madre, l’imprenditrice scomparsa nel 2016 a Limbadi, ad aver ispirato il discorso pronunciato dalla giovane all’Università Mediterranea in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, alla presenza del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.
Un intervento, quello della studentessa al quarto anno di Giurisprudenza, che ha emozionato tutti: «È nell’Università e dall’Università che Cultura e Conoscenza raggiungono una motivazione “collettiva”, una inedita prospettiva di trasformazione delle storie “individuali” in una intelligenza più ampia e unificante, universale. Vorrei completare le parole di mia madre Maria Chindamo, dilatarle in questo spazio educativo, creativo e formativo, per dirvi che la ‘ndrangheta teme di più la cultura che non la giustizia. È la cultura che ci fa comprendere il nostro ruolo nella società. L’Università, poi, è il luogo dove impari che è meglio capire anziché alzare muri, dove l’individuo diventa un popolo, il quartiere un mondo, l’identità una diversità da proteggere e valorizzare. L’unica possibilità che abbiamo, per togliere alla ‘ndrangheta l’aria e le parole, i gesti e l’onore, è quella di soffocare l’ignoranza con la cultura. Io resto qui nella nostra Università, La Mediterranea di Reggio Calabria! Buon Anno Accademico a tutte e tutti, che sia un anno di libertà».
«Ho raccontato la mia storia, ho raccontato di mia madre, della forza che ha avuto, dei sani principi che ha trasmesso a me e ai miei fratelli, di quanto lei riteneva importante lo studio e la cultura”, ha spiegato Federica ai microfoni del Corriere della Calabria. «Lo studio, la cultura, sono l’unica via per poter riuscire a sopravvivere in questa terra bellissima ma purtroppo sporcata dalla ‘ndrangheta». Tanta l’emozione provata durante il discorso, davanti a una vastissima platea: «È stata un’emozione molto grande. Io oggi ho sentito vicino mia mamma. Questa è la mia università, è stata la sua università e l’emozione è stata davvero indescrivibile». E infine un messaggio rivolto ai giovani come lei: «Vorrei dire loro di studiare, di non arrendersi, di essere liberi. La libertà è la cosa più importante, è possibile essere liberi in Calabria».
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