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Pacchetto sicurezza e riforma fiscale, c’è l’ok del Cdm

La soddisfazione della premier Giorgia Meloni: «Orgogliosa»

Pubblicato il: 17/11/2023 – 11:16
Pacchetto sicurezza e riforma fiscale, c’è l’ok del Cdm

ROMA Un miliardo e mezzo di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa e un pacchetto di norme che introduce nuovi reati e ne aggrava le pene per altri: si va dalle truffe agli anziani alle rivolte nei Cpr, dalle aggressioni alle forze dell’ordine ai blocchi stradali, dal borseggio all’ampliamento delle garanzie per l’intelligence in funzione antiterrorismo.
Il giro di vite è contenuto in un disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri, mentre in mattinata la premier ha ricevuto i sindacati di polizia ed i Cocer delle forze armate a Palazzo Chigi per illustrare gli stanziamenti in bilancio che determineranno un aumento medio delle retribuzioni del 5,8%. Meloni alla fine si è detta «orgogliosa» delle misure approvate ed ha ringraziato i rappresentanti sindacali: «Senza sicurezza non c’è libertà, non c’è protezione sociale, non c’è crescita economica», ha sottolineato. Critiche dalle opposizioni: «L’unico istinto che hanno è quello securitario, quello di aumentare pene e spaventare il Paese» ha detto Francesco Boccia (Pd).
Tra norme più discusse e per la quale si è raggiunta una mediazione tra i ministri c’è quella che rende non più obbligatorio ma facoltativo il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Il rinvio può essere escluso se da esso derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori reati. In una formulazione iniziale si prevedeva che il differimento dell’esecuzione era escluso. Prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età). La ratio, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è quella di intervenire sui casi delle «borseggiatrici» su mezzi pubblici o nelle stazioni: cioè «il fenomeno dell’uso della condizione di maternità come esimente in caso di commissione di reato». Sempre contro il borseggio il questore può vietare l’accesso a metro, stazioni e porti a chi è già stato per reati commessi in quei luoghi.
Si introduce poi una norma per punire chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni. Un nuovo reato punisce inoltre chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Rischia invece da 2 a 6 anni chi promuove e dirige una rivolta anche in un centro di accoglienza e accoglienza per i migranti.
In passato, ha ricordato Piantedosi, le strutture sono spesso state teatro di incendi e di atti che hanno messo a rischio l’incolumità delle stesse persone trattenute. Altro reato introdotto: «detenzione di materiale con finalità di terrorismo». Punisce, con la reclusione da 2 a 6 anni, chiunque si procura o detiene materiale finalizzato a preparare atti di terrorismo e si prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi distribuisce, diffonde o pubblicizza materiale contenente istruzioni per la preparazione e l’utilizzo di materie esplodenti, al fine di attentare all’incolumità pubblica. C’è quindi il contrasto alle occupazioni abusive con, anche in questo caso, un nuovo delitto che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Stretta, inoltre, sulle truffe agli anziani, con l’aumento della pena di reclusione da 2 a 6 anni e la possibilità di procedere all’arresto in flagranza. Gli agenti di sicurezza sono autorizzati a detenere un’arma da fuoco privata diversa da quella d’ordinanza, di solito molto più pesante e scomoda portare in giro.
Altro fenomeno ricorrente che il governo vuole colpire è quello di blocchi stradali “pesanti”, tipo quelli organizzati dagli attivisti di Extinction Rebellion. Attualmente è punito con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Il provvedimento approvato stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti «particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente». Nel pacchetto trova posto anche un articolo che rafforza le prerogative dell’intelligence. In particolare – si legge in una bozza del provvedimento – saranno coperti da garanzie funzionali (cioè non saranno punibili per i reati che commettono) gli infiltrati dell’intelligence (o loro fonti) al vertice di organizzazioni terroristiche. Questo perché informazioni come la pianificazione di un attentato, ad esempio, possono essere acquisite solo da esponenti di vertice del gruppo terroristico. Si consente poi agli 007 di deporre «in ogni stato e grado del procedimento» utilizzando generalità di copertura, quando sia necessario mantenerne segreta la reale identità nell’interesse della sicurezza della Repubblica o per tutelarne l’incolumità.

Piantedosi: «Non ci preoccupa le posizione Ue sull’accordo con l’Albania»

«Le acque nazionali sono entro le 12 miglia dalla costa. Le nostre navi fanno salvataggi ricorrentemente in acque internazionali oltre le 12 miglia. Questo tema quindi non ci preoccupa rispetto all’applicazione del protocollo Italia-Albania: il grosso degli interventi avviene in acque internazionali». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, sulle indicazioni arrivate dalla Commissione europea secondo cui in acque internazionali l’Italia è legittimata a portare in un altro Paese i migranti salvati. Il problema, ha aggiunto, «sarà quello di dare copertura all’estensione della giurisdizione sul territorio albanese: ci sarà un passaggio normativo».

Approvata la riforma del contenzioso tributario

Una maggiore informatizzazione e digitalizzazione degli atti del processo tributario, un potenziamento della conciliazione per smaltire le cause arretrate ma anche la possibilità di udienze da remoto. Arrivano le norme per l’attuazione della riforma del Contenzioso con l’obiettivo di rendere più semplici le procedure e veloci i processi. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto delegato che attua le indicazioni contenute nella delega fiscale. Ecco le principali novità previste dal decreto delegato approvato dal Cdm e ora inviato in parlamento per il parare. 1) Informatizzazione e digitalizzazione degli atti processuali – Il provvedimento potenzia l’informatizzazione del processo tributario, introducendo una serie di modifiche funzionali alla integrale digitalizzazione del sistema. In particolare, si rafforza l’utilizzo delle modalità telematiche nella gestione del processo, prevedendo che tutte le comunicazioni siano effettuate tramite Pec e che le notifiche e i depositi di tutti gli atti avvengano solo telematicamente. Si prescrive, inoltre, la sottoscrizione con firma digitale di tutti gli atti e i provvedimenti del giudice, degli ausiliari, delle segreterie, delle parti e dei difensori. Si introduce, infine, il principio della redazione in modo chiaro e sintetico degli atti. 2) Udienza da remoto – Viene previsto che se una parte chiede di partecipare in presenza e l’altra da remoto, la discussione della causa si tiene in presenza, ma la parte che lo ha chiesto può comunque partecipare all’udienza, collegandosi a distanza. 3) Conciliazione – Al fine di deflazionare il contenzioso in Cassazione, che risulta anche tra gli obiettivi posti dal Pnrr nell’ambito del capitolo sulla riforma della giustizia tributaria, si potenzia l’istituto della conciliazione, estendendone l’applicazione alle controversie pendenti in Cassazione. 4) Semplificazione e accelerazione del processo -Complessivamente, attraverso la previsione delle misure descritte, lo schema di decreto legislativo mira a semplificare gli adempimenti, anche documentali, a carico dei soggetti coinvolti nel sistema della giustizia tributaria, a rendere più rapido il processo e a razionalizzarne la disciplina.

Fisco, si estende il regime di “collaborazione” con le aziende

Il Consiglio dei Ministri ha approvato i due decreti delegati attuativi della delega fiscale in tema di contenzioso e adempimento collaborativo. Viene estesa la possibilità per le imprese di aderire al cosiddetto ‘adempimento collaborativo’ che consente il possibile affiancamento dall’agenzia delle Entrate e una certezza sui pagamenti e sui controlli. Lo prevede uno dei decreti di attuazione della delega fiscale in base al quale la soglia per aderire a questo regime, ora fissata ad un miliardo, scenderà gradualmente a 750 milioni nel biennio 2024-25, a 500 milioni nel biennio 2026-27, per ridursia 100 milioni di euro dal 2028. Il governo è intervenuto sul processo tributario perché «un obiettivo del Pnrr è smaltire il contenzioso pendente davanti alla giustizia tributaria», e in Italia il carico «notevole è davanti alla Cassazione», dove «abbiamo 42mila controversie pendenti con 10mila nuovi ingressi. Dovevamo mettere ordine». Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo al termine del Cdm. La riduzione del carico si raggiungerà «spingendo molto sulla digitalizzazione, facendo in modo che udienze e atti processuali usino il digitale». Poi ci saranno «misure a vantaggio dei contribuenti in una logica di dialogo fisco-contribuente», tra cui la «conciliazione davanti alla Cassazione che oggi non era prevista».

Via libera alla Rc auto anche per veicoli elettrici leggeri

Ok dal consiglio dei Ministri al decreto legislativo che recepisce la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio in materia di Rc Auto. In particolare, – spiega il Mimit – vengono previste alcune modifiche al Codice delle assicurazioni private e al Codice della Strada per garantire una maggiore tutela dell’assicurato. Il decreto detta nuove regole anche per quanto riguarda l’obbligo assicurativo per i veicoli elettrici “leggeri”, che verranno individuati con apposito decreto interministeriale del Mimit e del Mit di concerto con il ministero dell’Interno. Novità anche per le assicurazioni dai danni da catastrofi. (Ansa)

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