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Risarcimento vittime Cutro: «Vedremo se la giustizia saprà essere giusta»

Dall’eccezione sollevata dalla Bongiorno alle dichiarazioni preconfezionate sulla ‘ndrangheta, a Tarsitano caposaldo della difesa civile. I voti della settimana

Pubblicato il: 18/11/2023 – 7:00
di Paride Leporace
Risarcimento vittime Cutro: «Vedremo se la giustizia saprà essere giusta»

A Steccato di Cutro è rimasta l’ombra del dolore di quel naufragio che resta a futura memoria nella coscienza italiana. Disse la presidente Meloni incontrando i familiari delle vittime a Palazzo Chigi, dopo gaffe, omissioni e mancato saluto alle salme: «Grazie per la vostra presenza e per la chiarezza con la quale avete esposto i vostri drammi e le vostre richieste».
Oggi non parla la presidente del Consiglio. Apprendiamo che l’Italia non intende risarcire i familiari delle vittime del naufragio di Cutro. Nell’aula del Tribunale di Crotone, al processo contro i presunti scafisti si è presentato un avvocato dello studio di Giulia Bongiorno, in rappresentanza della Consap, la concessionaria servizi assicurativi pubblici (del ministero delle Finanze) a cui fa capo il fondo di garanzia dello Stato per il risarcimento delle vittime di incidenti stradali o del mare. E ha detto che no, l’Italia non ritiene di dover risarcire nulla visto che quel caicco naufragato sulla secca di Cutro non può “ritenersi un’imbarcazione adibita al trasporto e dunque assoggettabile al codice delle assicurazioni”. Non entro nel merito giuridico dell’eccezione sollevata, cui darà risposta il Tribunale nella prossima udienza, ma la vicenda merita delle considerazioni.

Giulia Bongiorno – Avvocato e presidente della Commissione Giustizia al Senato

Lo studio di Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia al Senato della Lega per Salvini, è corretto che sia diventata parte di questo processo? Non mancano incarichi al celebre avvocato che fece assolvere Andreotti a Palermo. Buon senso e buon gusto dovevano forse indurre altro professionista a difendere la tasca delle assicurazioni. Vedremo se la Giustizia saprà essere giusta. I processi sono pieni di cavilli vincenti, soprattutto quando ci sono in mezzo le assicurazioni come ci insegna il cinema americano con legal movie appassionanti. Quasi sempre in quelle trame, prese dalla realtà, vincono i buoni. C’è sempre un avvocato Davide che sconfigge lo studio legale di Boston con fior di consulenti. Io sto al senso comune. Il caicco “Summer love” trasportava esseri umani, un dato inoppugnabile nel leggere l’elenco delle vittime. Imbarcazione pirata di scafisti che i dotti azzeccagarbugli del profitto assicurativo ritengono di non mettere sotto l’ombrello del risarcimento tricolore. Il risarcimento del danno ai familiari superstiti, eredi legittimi delle vittime è il minimo sindacale da parte di uno Stato che ha evidente responsabilità in quel disastro avvenuto su una costa calabrese. Non erano italiani, erano migranti, il caro biglietto del viaggio lo hanno pagato ad organizzazioni criminali. Avvocati dello studio Bongiorno spiegateci se a Steccato di Cutro c’è stato un danno esistenziale per parenti che hanno perso un bambino in mare, fateci sentire se c’è stato un danno morale voi che conoscete bene nel vostro ramo cosa significa elaborare un lutto. Io penso che su quella spiaggia c’è stato un danno da catastrofe. Spero che finisca come nei film americani con la vittoria dei buoni, ieri Piantedosi a Crotone: «Lo Stato non si volta dall’altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica, tragica sciagura che successe a febbraio». Se andrà in altro modo non mancherò di pensare sia maledetta la mia nazione e gli avvocati che sanno abilmente fare strame del Diritto nelle cause contro i dannati della terra.

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Sostengo nei miei interventi che la fatica della politica calabrese debba dedicarsi a far terminare la ‘ndrangheta nella storia della Calabria. Nei miei scaffali di libri dedicati all’argomento custodisco “Quasi cento”, una raccolta di provvedimenti, leggi e iniziative di Salvatore Magarò quando esercitò il ruolo di presidente regionale della Commissione antindrangheta. Le Commissioni di questo tipo, soprattutto a Roma, sono molto logore, quella di Magarò fu molto propositiva, non a caso nell’incipit sta scritto “Quante volte sono stato a Roma? Mai. Quante cose ho proposto per la Calabria? Quasi cento”. In quel periodo si andava in Lombardia ad aprire gli occhi su quello che accadeva tra le due regioni, si era anche creata una rete di tutte le Commissioni dell’Italia Meridionale, la commissione andava con ruoli ispettivi e di raccordo in giro per la Calabria. Furono approvate leggi e mozioni che basterebbe approvare. Non sottraiamoci alle fatiche della politica contro la ‘ndrangheta. Delle dichiarazioni preconfezionate ci siamo abbastanza stancati.

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Una scena di “Circeo”

È andata in onda su Raiuno la fiction “Circeo” dedicata alla terribile vicenda che vide il massacro e lo stupro di due ragazzine proletarie romane da parte di giovinastri fascisti della Roma bene. All’epoca non era nata la parola femminicidio ma quel processo modificò la coscienza civile di un Paese ancora violentemente maschilista. Nella fiction, interpretato da Enrico Ianniello, abbiamo riconosciuto l’avvocato Fausto Tarsitano che guida Teresa Capogrossi la penalista interpretata da Greta Scarano che nel celebre processo sosteneva le ragioni di Donatella Colasanti. Tarsitano era calabrese, originario di Roggiano Gravina, e mantenne sempre uno stretto rapporto con i suoi molti compagni comunisti a Cosenza. Da giovane Tarsitano aveva occupato le terre in Calabria, fu ferito e sempre fiero di essere stato condannato per quella sua giusta ribellione. Divenne un dei più bravi avvocati militanti del Pci. Difese Pietro Valpreda per piazza Fontana, ottenne il riconoscimento della natura di atto di guerra dell’azione di Via Rasella per i gappisti che si voleva soltanto amnistiare (ricordatelo a La Russa), ma fu anche un caposaldo della difesa di parte civile contro tutte le mafie meridionali, e fu anche il difensore delle famiglie dei poliziotti uccisi a via Fani come di quella di Giorgiana Masi uccisa dalla polizia di Cossiga. Riuscì ad avere ragione contro Berlusconi per una causa per diffamazione intentata da Armando Cossutta che a Porta a Porta come presidente del Pdci venne apostrofato dal Cavaliere di aver guidato una banda armata comunista. Tarsitano chiese il risarcimento di 100 miliardi di lire. Berlusconi venne a più miti consigli, ritrattò e pagò un euro (la moneta era intanto cambiata) a titolo simbolico di risarcimento.
Una storia enorme, qui tratteggiata in estrema sintesi (si rimanda per approfondimenti al Dizionario biografico degli italiani Treccani consultabile in rete). Ho già vanamente chiesto che Cosenza dedichi una strada a Giorgio Ruffolo valente meridionalista, aggiungo ora il nome di Fausto Tarsitano che meriterebbe gloria toponomastica in una città più attenta a molti illustri sconosciuti che a delle certificate personalità della storia repubblicana.

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A Siderno, grande centro in cui governa un monocolore del Pd, un cittadino di sinistra ha diffuso una lettera indirizzata alla segretaria nazionale Elly Schlein e al segretario regionale del partito, Nicola Irto, sigillata con lo pseudonimo di Roderigo di Castiglia (si firmava così su Rinascita il Migliore del Pci, Palmiro Togliatti) segnalando che dei concorsi in Comune denunciati dalla minoranza consiliare sarebbero (condizionale d’obbligo) stati pilotati per la sorella di un assessore, per la cognata di un suo collega e per diversi sindaci e dirigenti del partito. Bene farebbero i segretari a dare una risposta all’emulo del Migliore, che era meglio firmasse la lettera con nome e cognome, per chiarire una questione imbarazzante per un partito di sinistra che un tempo della Questione morale faceva bastione di riferimento.

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Alluvioni ed erosione costiera attanagliano la Calabria. I rapporti specialistici segnalano 250 000 calabresi che vivono in aree a rischio. Alcuni cittadini di San Lucido, i quali hanno le loro case sul Lungomare della cittadina tirrenica, sono preoccupati dal fatto che l’erosione ha cancellato la spiaggia e le mareggiate rischiano di far crollare il muro di sostegno che si frappone sul mare e hanno segnalato la difficile situazione al sindaco e alla Protezione civile della Regione. Abbiamo sentito il sindaco di San Lucido, Cosimo De Tommaso, che fa quel che può con lavori di somma urgenza. Il primo cittadino è stato in Regione e ha ricevuto dal presidente Occhiuto assicurazione per un rifacimento del lungomare di futura attuazione. Si riuscirà ad evitare che il mare con la sua forza dirompente distrugga le case nell’immediato? Fate presto.

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