ROSARNO Circa 50 studenti e studentesse dell’Università della Calabria hanno visitato stamattina i luoghi della memoria di Peppe Valarioti, l’intellettuale di Rosarno ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1980. Gli alunni della facoltà di Scienze dell’Educazione, guidati dal professore Giancarlo Costabile e da Libera, hanno avuto l’opportunità di visitare l’abitazione di Valarioti. è stata poi percorsa una simbolica passeggiata che ha attraversato la piazza a lui dedicata per arrivare nella Casa del Popolo. La visita è stata impreziosita dalle toccanti testimonianze dei familiari e degli amici, tra cui le sorelle, la compagna Carmela Ferro e la pronipote Vanessa Ciurleo. Per concludere, si è tenuto presso la Casa del Popolo un seminario a cui hanno partecipato, oltre al professore Costabile, il referente regionale di Libera Giuseppe Borrello, lo storico compagno di battaglie Rocco Lentini e l’architetto Angelo Carchidi. L’evento rientra tra le diverse iniziative portate avanti dal corso di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria.
«Un’altra Calabria è possibile, esiste ed è sempre esistita». È il messaggio lanciato ai ragazzi nel corso del seminario, tramite le parole del professore Costabile e di Giuseppe Borrello. «Peppe – continua il referente regionale di Libera – ce lo ha dimostrato. Carmela e Vanessa continuano a portare avanti la sua memoria e di questo dobbiamo ringraziarle». Per Borrello è fondamentale, perché «c’è una Calabria poco raccontata. Non tutti conoscono i nomi di Peppe Valarioti o di Antonio Scopelliti, ma la storia della nostra regione passa da quella delle vittime innocenti». Ha ricordato, invece, il valore dei luoghi e, in particolare, della Casa del Popolo, l’architetto Angelo Carchidi. «Se ci sono i luoghi c’è anche la partecipazione, che è un elemento fondamentale in realtà come Rosarno». «L’auspicio – ha detto Carchidi – è di riuscire a salvare la Casa del Popolo per continuare a diffondere cultura e socialità».
«La forza per raccontare Peppe me la date voi» sono le parole che Carmela Ferro, ai tempi compagna di Valarioti, ha rivolto ai ragazzi. «Fino a qualche tempo fa non riuscivo a farlo, ma poi ho incontrato Libera e tanti ragazzi come voi che mi hanno dato la forza per parlare di lui». Rocco Lentini, compagno di tante battaglie, ha raccontato i momenti vissuti insieme. «Conobbi Peppe nell’ambiente universitario, con lui condividevamo anche passioni come musica e libri» ha raccontato ai ragazzi. «Parlavamo tutti i giorni su come affrontare i problemi di questa terra». Alla domanda su dove si immaginerebbero Valarioti oggi se fosse ancora vivo, i ragazzi hanno dato varie risposte. Qualcuno ha detto come docente universitario, altri lo hanno immaginato accanto ai migranti di Rosarno. «Nei suoi confronti – ha concluso Giuseppe Borrello – abbiamo un debito di memoria importante. Dobbiamo recuperare il senso di essere calabresi, raccontare e approfondire queste storie. Ma dobbiamo anche impegnarci, partecipare e attuare il cambiamento insieme». (ma. ru.)
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