CATANZARO Ci sono anche le nuove accuse ai boss ergastolani nell’inchiesta denominata “Reset”. In sede di chiusura indagine è emersa una nuova contestazione nei confronti di Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, accusati di favoreggiamento nei confronti di Francesco Patitucci, ritenuto capo delle cosche “Confederate”. Ruà e Bruni avrebbero reso, secondo l’accusa – lo scorso anno in Assise – false dichiarazioni sul duplice omicidio di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti, avvenuto nel febbraio del 1985 a Rende. Ruà e Bruni, in particolare, avrebbero resto «dichiarazioni escludenti la responsabilità» di Patitucci, aiutandolo a «eludere le investigazioni circa il suo coinvolgimento nella vicenda omicidiaria». In particolare, Ruà in una udienza del marzo 2021, «in sede di confronto» con l’altro imputato Franco Pino, ex capomafia di Cosenza e oggi pentito, avrebbe reso «dichiarazioni mendaci». Pur autoaccusandosi, «per la prima volta dopo la sua condanna in primo grado», di aver partecipato al duplice omicidio, avrebbe alterato «la ricostruzione dei fatti e l’individuazione dei soggetti coinvolti» per «accapponare «dalla medesima accusa Francesco Patitucci».
Lo stesso Gianfranco Ruà ha preso la parola per rendere dichiarazioni spontanee nel corso dell’udienza del 26 ottobre 2023, in aula bunker a Catanzaro, nell’ambito del procedimento che coinvolge gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato. «Volevo precisare alcune cose. Per quanto riguarda la mia dissociazione, è avvenuta nel processo “Garden”, quando non ero accusato di nessuno omicidio, solo associazione. Dopo il pentimento di Franco Pino che era il capo, mi era venuto il disgusto e mi ero dissociato, avevo preso le distanze da tutto quanto», sostiene Ruà.
Che aggiunge: «Se uno è dissociato non può essere capo in nessuna maniera, Sono a trent’anni in carcere, non so chi può essere capo e chi non è».
Un’altra precisazione di Gianfranco Ruà riguarda gli omicidi con Francesco Patitucci. «Pino ha detto le stesse cose che ho detto io nel processo Lenti-Gigliotti, che Patitucci non c’entrava nulla e che glielo avevo raccontata io tanti anni fa e la cosa più bella in questo verbale dice che c’erano altri verbali fatti nella stessa maniera, che scagionavano Patitucci». Secondo Ruà ci sarebbe disparità nel giudizio delle dichiarazioni rese. «Lo dice Pino che Patitucci non c’entrava all’epoca, oggi lo accusa e gli danno i benefici. Io che lo dico io non mi vengono date nemmeno le attenuanti, anzi, dicono che ho detto una bugia».
Gli avvocati Massimo Petrone e Valentina Anna Moretti, nella qualità di difensori di Gianfranco Ruà, hanno inviato una nota alla redazione del Corriere della Calabria, che pubblichiamo integralmente. I legali «tengono particolarmente a voler smentire le propalazioni riguardanti le presunte dichiarazioni mendaci rese nel marzo del 2021 dal Ruà Gianfranco e ribadire come il loro assistito abbia reso dichiarazioni fondate esclusivamente sulla verità dei fatti, dunque nessuna strategia volta a svilire la partecipazione di Patitucci nell’omicidio Gigliotti-Lenti per consentirgli di evitare la condanna continuando a restare in libertà. Ad avvalorare il racconto del Ruà in merito alla sua posizione basta leggere le dichiarazioni rese nel lontano 30 gennaio 1997 dall’ ex boss, ormai collaboratore di giustizia, Franco Pino: “Nell’anno 1986, COME HO GIA’ RIFERITO IN ALTRI INTERROGATORI ALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI CATANZARO, sono stato imputato in un procedimento instaurato presso la Procura della Repubblica di Cosenza relativamente al duplice omicidio consumato in danno di Gigliotti Marcello e Lenti Francesco. Per motivi che ho già spiegato Ruà Gianfranco, Bruni Gianfranco e Amendola Demetrio sequestrarono e uccisero il Gigliotti ed il Lenti.” Ed ancora si legge: “Tutti i particolari che ho riferito io li sono venuto a sapere dal Ruà Gianfranco e Bruni Gianfranco nell’estate del 1986 allorquando ho fruito del permesso.” Quanto sostiene Franco Pino nel 1997 non fa altro che suffragare le dichiarazioni auto accusatorie che Ruà renderà in udienza bene 23 anni dopo. Nessuna alterazione riguardo la ricostruzione dei fatti ed ai soggetti che vi parteciparono da parte del Ruà Gianfranco che già nell’estate del 1986 riferì al Pino Francesco di aver commesso l’omicidio di Gigliotti e Lenti per poi riconfermarlo 23 anni dopo!Una domanda resterà priva di risposta: Per quale motivo nei vari processi inerenti il duplice omicidio Gigliotti- Lenti queste dichiarazioni del 30 Gennaio 1997 rese da Franco Pino non sono state mai valutate? Con convinzione nella giustizia, noi, rappresentanti legali del Ruà, dimostreremo nel processo Reset la veridicità e l’integrità delle dichiarazioni rese dal nostro assistito, escludendo ogni falsità».
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