Adesso che ormai “la frittata è fatta”, non è tempo di recriminare responsabilità che, casomai, troveranno il loro momento giusto più avanti. Abbiamo invece il dovere di proteggere e garantire i legittimi interessi che vengono colpiti. Innanzitutto c’è quello della povera gente e degli studenti che devono viaggiare sui bus di città e dintorni. Per fare ciò, c’è il dovere assoluto di assicurare la continuità di lavoro al personale che svolge una mansione “usurante”. Quindi ci sono i legittimi interessi dei creditori che hanno subito le insolvenze ma su queste ci permettiamo di non annoverare l’urgenza di Inail o Inps, ecc. Ora la palla passa alla Regione perchè è competente pressochè assoluta in materia. Solo la Regione può accorpare le linee in concessione nell’area urbana e cioè verificare qualche ipotesi di superamento della crisi attraverso un confronto efficace ma immediato su possibili vie di uscita, come ci permettiamo, a titolo semplificativo di indicare: a) richiedere al Commissario liquidatore di autorizzare, previo rimborso, l’utilizzo, attraverso Cometra, dei mezzi e del personale Amaco per non interrompere la continuità dell’indispensabile in un Servizio che sia dell’intera area urbana; b) porre le condizioni necessarie per la gara di affidamento delle nuove linee in conformità alla legislazione europea e al piano regionale dei trasporti, da decenni al palo proprio sulle nuove tratte; c) favorire l’apertura di un dibattito ampio e pienamente inclusivo, volto ad esplorare tutte le soluzioni aziendali possibili, dalla costituzione di una società mista pubblico-privata alla nascita alternativa di una Newco bonificata dai debiti, che riparta dal personale esistente per trovarsi pronti e competitivi rispetto alle nuove gare. Si deve, infatti, comprendere che il gravissimo deficit Amaco è dovuto alle gestioni succedutesi negli anni, ma ancor più alla inferiorità redditizia della sua concessione limitata alla città e non già all’intera area urbana dove invece la velocizzazione e i consumi di carburante sono di costi ed efficienza meno pesanti. La Regione deve e può superare il limite del Campagnano che, per esempio, impedì al Sindaco Mancini di portare l’Amaco all’Unical, naturalmente assicurando agli altri legittimi concessionari e personale dipendente linee compensative. Sarebbe comunque una vergogna se “l’Atene della Calabria” che aspira ad essere “Capitale della Cultura” restasse priva di un servizio imprescindibile. Siamo pronti a dare il nostro contributo, ma si apra subito un confronto con le tutti gli operatori interessati e con le organizzazioni sindacali, che più volte hanno manifestato preoccupazione. I responsabili non possono essere visti, oggi, come salvatori della Patria e chi ha finora minimizzato il danno riconosca le proprie omissioni e la mancanza dei dovuti controlli rispetto a superficialità gestionali da noi sempre denunciate, sulla stampa e in Consiglio, e mai sufficientemente considerate, pur in presenza di scelte manageriali palesemente discutibili.
* Gruppo consiliare “Bianca Rende Sindaca”
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