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IL CONTRIBUTO

«Due anni positivi tra riformismo e maturità»

Governare una Regione è la cosa più difficile che ci sia e governare la Calabria è storicamente più arduo. Lo si è visto sin dal primo presidente eletto, Nisticò, passando attraverso amministrator…

Pubblicato il: 20/11/2023 – 11:33
di MARIO CAMPANELLA
«Due anni positivi tra riformismo e maturità»

Governare una Regione è la cosa più difficile che ci sia e governare la Calabria è storicamente più arduo. Lo si è visto sin dal primo presidente eletto, Nisticò, passando attraverso amministratori e politici di spessore. I 24 mesi a guida Occhiuto tracciano il segno più. Senza nascondere le difficoltà legate alla natura del corpo amministrativo, alla lunghezza dei processi burocratici connessi alla vita stessa della Regione. È indubbio che Occhiuto sia un politico di caratura nazionale e che, se non avesse voluto percorrere la strada regionale, oggi siederebbe tra i banchi del governo. È altrettanto pacifico che questa dimensione nazionale dovrà portarlo a un coinvolgimento ancora più forte all’interno dell’area moderata e popolare, considerata la necessità di disporre di una forza che sia legata al Ppe e che ne rappresenti l’identità. Da governatore, però, ha inciso positivamente in questo primo biennio. E il giudizio sul suo operato è troppo legato alla questione della sanità, che è certamente vitale e che però necessita di un tempo maggiore per superare un quindicennio di totale immobilismo e crisi. Eppure, già nella sanità (laddove non è mai esistita nessuna lottizzazione e anzi molti manager vengono da esperienze politiche progressiste) si intravedono segnali di cambiamento, che passano attraverso l’implementazione degli organici. Dall’ambiente alle questioni infrastrutturali, alla gestione accorta del precariato, la giunta Occhiuto ha raggiunto gli obiettivi intermedi. Esistono criticità? Ovvio, ma sarebbe impossibile che non vi fossero dopo solo 24 mesi e nel contesto di una regione che continua a essere la più ostica nel panorama italiano. Eppure, non vengono sottolineati fatti che hanno un’incidenza straordinaria, potenzialmente, sulla Calabria. Il primo è la realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro, che il premier Meloni rivendicò già durante l’insediamento dell’esecutivo. Pensare che in Calabria sarà realizzata un’infrastruttura strategica per l’autosufficienza energetica è un fatto di rilievo. E su Gioia Tauro, con il porto più importante del Mediterraneo, si gioca la partita di una dimensione centrale della Calabria su una piattaforma geopolitica che è tornata ad essere rilevante per l’Europa. E ancora nella zona nord dovrebbe essere realizzato il raddoppio del termovalorizzatore che diventerebbe il punto di risoluzione per la questione rifiuti. In questo quadro Roberto Occhiuto è certamente intenzionato a concretizzare il triennio che resta con il completamento del programma che può mettere a regime la Calabria. Non sappiamo se avrà intenzione di ricandidarsi o se sceglierà di impegnarsi in postazioni di prestigio nazionale. La coalizione potrà e dovrà affiancarlo per chiudere un primo, importante parziale. È fisiologico che le elezioni europee segneranno nuovi equilibri ma in un ambito di necessaria sinergia. Il limite di Occhiuto è la consapevolezza di essere molto bravo ma la sua capacità è anche, soprattutto, quella di avere esperienza sufficiente per comprendere gli spazi politici di agibilità comune. Una coalizione è sempre una costellazione di persone e finanche nei conventi, diceva Fanfani, esistono frizioni e rivendicazioni che rispecchiano le caratteristiche dello stare insieme. La saggezza di Fratelli d’Italia, che è destinata a proiettarsi in un quadro di consolidato consenso, e anche il senso di responsabilità della Lega e degli altri partiti farà il resto. Per il momento il bilancio è positivo e non era affatto scontato.

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