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La Ong tedesca Sea-Eye avvia un’azione legale al tribunale civile di Vibo Valentia

Il nodo è legato al rifiuto della nave di seguire «le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica durante l’ultima missione»

Pubblicato il: 21/11/2023 – 19:32
La Ong tedesca Sea-Eye avvia un’azione legale al tribunale civile di Vibo Valentia

VIBO VALENTIA La Ong tedesca operante nel Mediterraneo Sea-Eye ha avviato un’azione legale al tribunale civile di Vibo Valentia contro l’ultimo fermo della nave Sea-Eye 4, avvenuto il 30 ottobre 2023. Si tratta della terza azione legale di questo tipo quest’anno. E’ quanto scrive la stessa Ong di Regensburg in un comunicato. Il fermo sarebbe avvenuto perché la nave si sarebbe rifiutata di seguire «le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica durante l’ultima missione», dichiara l’Ong. Ma «solo l’autorità dello Stato di bandiera tedesco poteva sanzionare Sea-Eye per aver sfidato le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica», afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye. Gli avvocati della Ong descrivono come, nell’episodio in questione, l’equipaggio di una nave battente bandiera libica avrebbe agito in modo “brutale” contro una missione per aiutare circa 50 persone in difficoltà in mare, il 27 ottobre 2023. Alla Sea-Eye 4 sarebbe stato ordinato di lasciare la zona sotto la minaccia della «forza militare» e l’imbarcazione libica avrebbe svolto «manovre pericolose». L’equipaggio della Sea-Eye 4 avrebbe “documentato con prove video una vera e propria caccia ai rifugiati da parte della nave libica”. Dopo “l’operazione rischiosa per la vita da parte della cosiddetta guardia costiera libica”, dal gommone dei migranti sarebbero state estratte anche quattro persone decedute, continua Sea-Eye nel suo comunicato. “È impossibile per noi accettare le milizie armate e brutali della Libia come un attore statale. Non sono altro che un conglomerato di gruppi armati violenti. Le autorità europee devono smettere di dare l’impressione che abbiamo qui a che fare con l’equivalente delle guardie costiere europee”, afferma il presidente di Sea-Eye Isler.

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