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Mafia imprenditrice e il potere criminale di Grande Aracri, all’Unical il libro di Anastasi

L’iniziativa dell’insegnamento universitario di Pedagogia dell’Antimafia si terrà domani, mercoledì 22 novembre

Pubblicato il: 21/11/2023 – 12:30
Mafia imprenditrice e il potere criminale di Grande Aracri, all’Unical il libro di Anastasi

RENDE Proseguono le iniziative dell’insegnamento universitario di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria. Domani, mercoledì 22 novembre, gli studenti e le studentesse di Scienze dell’Educazione dell’Unical si confronteranno con il tema della mafia imprenditrice attraverso i contenuti del libro “La storia di Mano di gomma”, biografia non autorizzata del potere criminale di Nicolino Grande Aracri, scritto dal giornalista Antonio Anastasi. L’iniziativa si terrà alle 14:00 presso l’aula Solano, cubo 19/B – ponte carrabile, e sarà introdotta dai saluti di Rossana Adele Rossi, coordinatrice del corso di studio unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche dell’ateneo di Arcavacata. A relazionare sul tema, saranno, oltre ad Anastasi, Antonio Nicaso, docente di Storia sociale della criminalità organizzata presso la Queen’s University di Kingston, Canada, Domenico Guarascio, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, e Simone Saverio Puccio, sindaco di Botricello. A coordinare la tavola rotonda, Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’antimafia presso il DiCES Unical. Il seminario è patrocinato da Barbiana 2040, rete nazionale di scuole che attualizzano la metodologia di don Lorenzo Milani e della Scuola di Barbiana.
«Il lavoro di Anastasi – dichiara Giancarlo Costabile – consente di approfondire il processo storico di mutazione del potere mafioso e la sua trasformazione in soggetto imprenditoriale capace di incidere nelle dinamiche di produzione e accumulo della ricchezza a livello globale. La storia del boss cutrese Grande Aracri dimostra con chiarezza la forza economica del sistema mafioso e la sua capacità di legittimazione nel tessuto sociale del Paese e fuori i confini nazionali. Le mafie – conclude Costabile – devono essere interpretate, lo dice bene Antonio Nicaso, come una modalità strutturale del capitalismo globalizzato. Costruire una cultura altra rispetto a quella del profitto mafioso, oggi, non può che passare per una credibile alternativa di società all’esistente».

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