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La vicenda

Filippo Turetta alla polizia tedesca: «Ho ucciso la mia fidanzata»

Avrebbe ucciso Giulia Cecchettin. Sarà estradato con un volo militare: «Volevo uccidermi, non ho avuto il coraggio»

Pubblicato il: 22/11/2023 – 17:58
Filippo Turetta alla polizia tedesca: «Ho ucciso la mia fidanzata»

VIGONOVO Filippo Turetta ha cercato «più volte di farla finita» nel corso della sua fuga ma di non avere avuto il coraggio di farlo. La confessione emerge dal verbale di interrogatorio alle autorità tedesche. Agli investigatori che lo hanno fermato, Turetta ha ammesso di aver «ammazzato la mia fidanzata» e di aver cercato «di farla finita ma non ho avuto il coraggio».
Quando è stato arrestato in Germania, il giovane aveva delle evidenti macchie di sangue sui vestiti e diverse ferite alle mani e alle caviglie. Questo un altro dei particolari emersi dalla confessione dell’ex fidanzato di Giulia Cecchettin alla polizia tedesca. Il ragazzo avrebbe detto subito agli agenti che lo hanno fermato di aver ucciso la 22enne e lo avrebbe fatto in inglese.

Estradato con un volo militare

Il giovane, accusato di aver assassinato l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, verrà estradato dalla Germania e rimpatriato in Italia con un volo militare. Lo apprende l’agenzia LaPresse da fonti qualificate. La procedura, straordinaria rispetto al solito, che prevede l’utilizzo di aerei di linea, si rende necessaria per il clamore mediatico che la vicenda ha avuto e per domande di opportunità visto che la presenza di Turetta tra i passeggeri di un comune aereo di linea potrebbe turbare l’ordine pubblico a bordo del velivolo. Ed il giorno del rientro in Italia potrebbe essere venerdì. L’operazione è in capo al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip), che si sta coordinando con l’omologo organismo tedesco per organizzare la consegna del giovane.

Giulia verrà sepolta con la madre

La data non è ancora fissata ma è già stato deciso che i funerali di Giulia Cecchettin si celebreranno a Saonara, piccolo centro padovano dove la 22enne è cresciuta prima che la Famiglia si stabilisse nella vicina Vigonovo, e dove riposerà accanto alla mamma, morta un anno fa. La volontà di dare l’ultimo saluto alla giovane vittima di femminicidio è già stata espressa all’amministrazione comunale dal padre Gino e dagli altri componenti della famiglia Cecchettin, e la disponibilità istituzionale è già stata espressa dalla sindaca Michela Lazzaro. I tempi delle esequie saranno dettati dall’andamento delle indagini, e soprattutto dipenderanno da quando verrà concesso il nulla osta da parte della Procura della repubblica di Venezia alla riconsegna del corpo, dopo che verrà disposta l’autopsia. L’amministrazione ha già ottenuto la disponibilità della chiesa parrocchiale di Saonara, che è più grande di quella di Vigonovo e soprattutto maggiormente agibile: quella della cittadina veneziana è infatti attualmente sottoposta a lavori di ristrutturazione. Saranno montati anche maxischermi sul sagrato, visto che si prevede un grande afflusso di persone. La celebrazione verrà presieduta dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla. 
Per la tumulazione, la volontà è quella di seppellire la giovane nel cimitero dove già riposa la madre Monica, morta un anno fa per una grave malattia. 

La sorella: «Abbracciatevi anche per me»

Ieri la sorella Elena ha postato su Instagram una vecchia foto che ritrae Giulia piccolina, seduta sulle gambe di mamma, e il messaggio “Abbracciatevi anche per me” Come in molti altri episodi di violenza, ci si chiede se abbia senso parlare già di perdono da parte delle vittime e dei loro congiunti. 
Don Francesco Moretti, parroco di Saonara, ha sottolineato che «il perdono è un percorso, un cammino che uno fa, non viene spontaneo. Conservare l’odio e il rancore, questo però no. Il perdono non c’è ancora – ha aggiunto -, è un passaggio interiore e dobbiamo dare tempo alle persone per trovarlo. E’ già tanto in questi momenti non nutrire il nostro spirito di odio. Poi verrà, quando sarà il tempo. Vale per tutti, vale per un prete, per chi crede . Si sa benissimo che il perdonare è di Dio, aspettare la sua mano prima di arrivarci». Quanto alla famiglia di Filippo Turetta , don Moretti ha detto di «non conoscerli, ma è una famiglia a cui auguro tanto bene, soprattutto di trovare aiuti e appoggi necessari per questo percorso impegnativo». 

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