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Nettuno, un Comune infiltrato dai clan e l’incapacità della politica di bonificarsi

Nell’ultimo report di Avviso Pubblico il “caso di studio” dell’ente in provincia di Roma due volte sciolto per il condizionamento della ‘ndrangheta

Pubblicato il: 24/11/2023 – 7:39
Nettuno, un Comune infiltrato dai clan e l’incapacità della politica di bonificarsi

LAMEZIA TERME Due scioglimenti in 17 anni e in entrambi i casi per infiltrazioni della ‘ndrangheta, segno che da una parte si registra «l’avvenuta azione di controllo da parte degli organi competenti dello Stato» dall’altra però si «mette in dubbio l’efficacia dell’azione di bonifica che dopo il primo scioglimento è stata messa in atto». Nell’ultimo report di “Avviso Pubblico” – la “Linea della Palma” – sugli scioglimenti degli enti locali per il condizionamento mafioso il caso di Nettuno, Comune in provincia di Roma, è un caso di specie e un caso di studio: il Comune di Nettuno infatti è stato sciolto nel 2022 per la seconda volta, la prima si era verificata nel 2005.

Il dossier di “Avviso pubblico”

Preliminarmente nel dossier “Avviso Pubblico” rileva che «la vicenda storica che ha condotto al provvedimento dissolutorio del Comune di Nettuno è comune a quello di Anzio: l’inchiesta da cui sono scaturite entrambe le Commissioni d’accesso è, infatti, la medesima, così come la locale di ’ndrangheta operante in entrambi i territori e le modalità operative dell’infiltrazione e dell’inquinamento della vita amministrativa. Dunque, ciò che si dirà in relazione allo scioglimento del Comune di Nettuno nel 2022 è, in buona parte, sovrapponibile anche per il Comune di Anzio. La criminalità ndranghetista che opera sul litorale si caratterizza, in primo luogo, per le attività di traffico di stupefacenti, per una forma di controllo del territorio e di gestione diretta di diverse attività economiche sul territorio. Come in tutti gli altri scioglimenti del 2022, anche nel Comune di Nettuno un momento decisivo è rappresentato dal sostegno dei clan durante la fase della campagna elettorale. Ciò – riporta il dossier – si è verificato già nella fase della presentazione delle liste, in special modo per quel che concerne la raccolta delle sottoscrizioni, che annoveravano anche soggetti controindicati. L’appoggio in campagna elettorale ha riguardato anche direttamente il sindaco e altri consiglieri comunali.». Per “Avviso Pubblico” «l’interesse elettorale delle organizzazioni criminali risulta finalizzato ad acquisire o consolidare rapporti di privilegio all’interno della futura amministrazione, soprattutto per quel che concerne i vantaggi economici che ne possono derivare. Sul piano delle attività, ciò si è tradotto in una serie di fitti legami e cointeressenze, descritti nella relazione prefettizia, tra imprenditori e organi del livello comunale. L’inquinamento degli appalti, in particolare, è avvenuto attraverso la costante ricerca di soggetti (persone fisiche e giuridiche) formalmente “puliti” ma in realtà riconducibili alla criminalità organizzata. Non solo: sotto la lente d’ingrandimento della Commissione d’accesso sono finiti anche subappalti, affidamenti diretti motivati dalla somma urgenza e artificiosi frazionamenti dei bandi per aggirare le soglie. Un altro dato sensibile evidenziato dalla relazione prefettizia è quello relativo ai piani di riqualificazione urbana: in particolare, l’interesse dei clan si è concentrato nei cambi di destinazione d’uso di alcune aree agricole al fine di eseguire opere di urbanizzazione».

La linea di continuità

Il dossier specifica poi che «alcuni degli elementi che hanno condotto allo scioglimento nel 2022 appaiono in linea con le motivazioni alla base di quello occorso nel 2005. In primo luogo, emerge una parziale continuità tra le due compagini politico-amministrative (almeno 4 soggetti). Altri tratti ricorrenti rilevano, poi, per quel che riguarda i settori di interesse della criminalità organizzata. È il caso, ad esempio, dei servizi cimiteriali, delle concessioni demaniali e delle varianti urbanistiche. Un altro caso emblematico è quello del settore dei tributi: scarsità di riscossioni e generale caos amministrativo nel settore erano emersi anche 17 anni fa, così come il ruolo opaco e tutt’altro che efficiente della società di servizi allo scopo costituita. Sotto questo piano si aggiunge la generale tendenza ad utilizzare le società in house del Comune al fine di collocare personale, in alcuni casi contiguo proprio alle organizzazioni criminali. In conclusione – rimarca “Avviso Pubblico” – il duplice scioglimento del Comune di Nettuno se da una parte attesta l’avvenuta azione di controllo da parte degli organi competenti dello Stato, dall’altra mette in dubbio l’efficacia dell’azione di bonifica che dopo il primo scioglimento è stata messa in atto. La responsabilità, in tal senso, deve essere estesa non solo agli organi istituzionali deputati allo svolgimento di tale azione ma, altresì, alle forze politiche, sociali ed economiche che vivono e operano su quel territorio». (c. a.)

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