VIBO VALENTIA Supporto, intervento, prevenzione culturale. Sono i tre concetti chiave di cui si è discusso nell’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici in collaborazione con il centro antiviolenza Attivamente Coinvolte e con la Camera di commercio di Vibo Valentia. Al convegno, in cui si è analizzato il fenomeno del femminicidio e le possibilità di intervento, hanno partecipato il questore Cristiano Tatarelli, la presidente di Attivamente Coinvolte Stefania Figliuzzi, Mons. Giuseppe Fiorillo e la referente provinciale di Libera Maria Joel Conocchiella. Presente anche il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo. A moderare l’incontro è stata la presidente vibonese di Ande, Maria Pia Masè. Il convegno è stato introdotto da letture recitate a cura dell’Accademia di studi teatrali “Fughe Organizzate”.
«Quello della violenza sulle donne è un fenomeno importante di cui bisogna parlare tutti i giorni». È quanto affermato dal questore di Vibo Cristiano Tatarelli, per il quale gli incontri come questi sono necessari «per fare il punto sulla situazione». «Servono soprattutto – aggiunge – per dare indicazioni operative. Ci sono una serie di norme, di provvedimenti che possono prevenire il fenomeno». Come, ad esempio, l’ammonimento del questore, misura introdotta nel 2009 che prevede l’avvertimento, prima della denuncia, a chi commette reati come stalking, molestie o atti persecutori. «È un provvedimento poco conosciuto, ma molto efficace» spiega il questore. «Dei reati contro una donna, nel primo semestre del 2023, il 39% è stato causato dal coniuge, il 30% dall’ex coniuge. Sono dati che dimostrano come sia importante e possibile prevenire grazie ai segnali che ci sono». Molte vittime scelgono l’ammonimento. «Secondo i dati, solo 1 persona ammonita su 12 è recidiva». Una misura che tutela anche chi «non se la sente ancora di denunciare, ma che in questo modo mette in moto la macchina delle forze dell’ordine».
«Le leggi in Italia ci sono, ma è importante che la società faccia la sua parte». A parlare è Stefania Figliuzzi, presidente del centro antiviolenza Attivamente Coinvolte. «Giusto aumentare le pene, ma è una questione che va combattuta soprattutto culturalmente, bisogna andare a parlare con i più giovani». Serve, soprattutto, garantire un supporto alle donne che rischiano di ritrovarsi sole. «Noi lavoriamo faticosamente perché la sentiamo come missione, la comunità deve essere accanto alla vittima». Figliuzzi denuncia poi la presenza sul territorio regionale di «numerosi centri antiviolenza non riconosciuti e non preparati». In questo caso il rischio per la vittima è maggiore. «Una donna mi ha chiamato in lacrime perché avevano sbagliato tutto il procedimento. È importante affidarsi a persone preparate e formate adeguatamente».
All’incontro ha presenziato anche il sindaco di Vibo, Maria Limardo, che ha rimarcato l’impegno dell’amministrazione sul tema della violenza contro le donne. «Noi siamo a disposizione non solo con le parole, ma anche con i fatti». Il riferimento è alla prossima inaugurazione di «due beni confiscati che saranno restituiti alla società sotto forma di un centro antiviolenza e di una casa rifugio, la cui ubicazione ovviamente resterà segreta». Il sindaco si sofferma poi sull’episodio di violenza tra ragazze, avvenuto in pieno centro lunedì mattina, proprio durante la manifestazione organizzata dai licei. «Un’amara realtà, due ragazze l’una vittima della violenza dell’altra». Sicuramente «c’è un aggressore e un aggredito, come si vede dal video. Noi esprimiamo una ferma condanna, ma, soprattutto, ci indica che ancora c’è molto da fare in termini di prevenzione». (redazione@corrierecal.it)
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