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La riflessione

La violenza degli uomini è un problema che riguarda tutti

Giulia Cecchettin è la 105esima vittima di femminicidio quest’anno in Italia. Ma la violenza di genere non si arresta perché quando parliamo di violenza di genere non parliamo solo di femminicidio…

Pubblicato il: 25/11/2023 – 15:28
di Rosi Caligiuri*
La violenza degli uomini è un problema che riguarda tutti

Giulia Cecchettin è la 105esima vittima di femminicidio quest’anno in Italia. Ma la violenza di genere non si arresta perché quando parliamo di violenza di genere non parliamo solo di femminicidio, stupro, percosse. Esiste una variabile che, spesso, non si considera: le parole. Abbiamo permesso che la violenza verbale e la cultura dello stupro fossero normalizzate.
Dilagano molestie come, ad esempio, il catcalling (circa il 78% delle persone ha subito questa molestia per strada e quasi la metà l’ha subita, per la prima volta, tra gli 11 e i 14anni), lo stalking, la condivisione non consensuale di materiale intimo (basti pensare che, solo in Italia, ci sono su Telegram circa 190 gruppi dedicati con 9mln di utenti iscritti).
A chi inneggia alle castrazioni chimiche o alle violenze nelle carceri per i colpevoli, facendo credere che non sia possibile educare gli uomini, bisogna rispondere con la messa in atto dell’educazione sentimentale come materia scolastica, obbligatoria, a partire dalle scuole elementari e che preveda la formazione di tutti i docenti; perchè il cambiamento è possibile, anche se non è immediato.
Imprescindibile è formare figure come forze dell’ordine, avvocati, magistrati, giudici, per poter rappresentare luoghi sicuri, per sapere cosa chiedere e come durante le deposizioni, poiché chi accoglie una denuncia e chi la discute, spesso, non pensa in modo diverso da chi compie il reato.
Il ddl antiviolenza, del Governo Meloni, rafforza le norme del Codice Rosso senza potenziarne i finanziamenti. Ma non può bastare il reato se non formiamo chi lo deve prevenire. Segno che avere una Premier donna non implica necessariamente che sia a sostegno delle donne.
Non possono esistere schieramenti politici quando si parla di violenza di genere. È un fenomeno sistemico che riguarda tutti e tutte, indistintamente. Il patriarcato non è né di destra né di sinistra ma è trasversale, ci attraversa tutte e, per questo, siamo tutti chiamati a prendere una posizione davanti a questa struttura di ingiustizia e violenza.
Siamo tutti responsabili di violenza di genere se utilizziamo un linguaggio sessista, se facciamo stalking, catcalling, se condividiamo materiale intimo senza consenso; siamo complici di femminicidio anche noi se siamo contro l’aborto, se avalliamo la violenza televisiva di genere e se pretendiamo di avere il controllo su un corpo che non è il nostro. Non basta condividere un paio di scarpette rosse il 25 novembre se, poi, siamo misogini tutto l’anno.
Agire contro il sistema di potere che si abita è, innanzitutto, un dovere civile che non esclude nessuno.
La violenza degli uomini è un problema che riguarda tutti. Impariamo ad utilizzare questa giornata per ricordare che non dobbiamo mai voltarci dall’altra parte. E che dobbiamo agire. Adesso.
*segretaria Circolo PD Cosenza.

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