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l’intervista

«Se Pecoraro continuerà ad essere segretario del Pd di Cosenza non lo farà in mio nome»

L’affondo del leader di “Controcorrente”, Tursi. «Ecco le mie proposte, il Pd cosentino come la casa del Marchese del Grillo»

Pubblicato il: 26/11/2023 – 9:38
«Se Pecoraro continuerà ad essere segretario del Pd di Cosenza non lo farà in mio nome»

COSENZA Antonio Tursi, presidente del movimento “Controcorrente” ed esponente del Pd cosentino interviene – in una intervista – sul caos nella Federazione provinciale cosentina dei democrat. Un’analisi dettagliata, pungente sull’attuale situazione che vive il partito bruzio tra autosospensioni, dimissioni irrevocabili ed il rinvio della direzione provinciale.

Il senso di comunità

Tutti parlano del Pd come di una comunità, guidata nella provincia di Cosenza da Vittorio Pecoraro: oggi segretario “autosospeso”. «Il Pd è come un condominio di tanti marchesi del Grillo, di cui Pecoraro ha deciso di essere il maggiordomo, evidentemente». Il leader di “Controcorrente” rivendica la propria posizione ostinata e contraria nel partito. «È chiaro che la mia candidatura al congresso, disallineata rispetto all’unitarietà di tutte le altre federazioni, rispetto all’unitarietà del congresso regionale, fosse una candidatura che voleva esprimere un certo grado di protesta. Che è diffuso nel territorio tra l’altro». Il malcontento è palpabile e Tursi ammette di aver pensato di lasciare il partito. «Nella casa del Marchese del Grillo, onestamente, in questi termini è difficile continuare a stare. Naturalmente, come rappresentante di “Controcorrente e dei membri che ne fanno parte” proverò a fare ulteriori proposte sperando che vengano accolte».

Le proposte

Animato da uno spirito “rottamatore”, Tursi si mostra deciso a costruire un futuro diverso collaborando attivamente alla formulazione di alcune proposte. Queste quelle suggerite. «La prima è l’azzeramento della Commissione di Garanzia Provinciale. La seconda proposta riguarda la segreteria: il nome di Pecoraro non è più oggetto di discussione. Se Pecoraro continuerà ad essere segretario del Pd di Cosenza non lo farà in mio nome». Ed ancora «sono rimasto sorpreso dal fatto che si sia autosospeso: un segretario o si dimette o è in carica».
La terza proposta riguarda le liste per le elezioni provinciali. «La lista deve essere chiamata “Partito Democratico”. E poi ci sia una lista formata da soli sindaci. Noi ne abbiamo oltre 30, quasi 40 in provincia. Qualcuno mi risulta che voglia candidarsi. Terzo punto, non si permetta, ad iscritti al Pd di candidarsi in un’altra lista».

L’ipotesi del commissariamento

«Il commissariamento sembra una soluzione non gradita, però poi se non si esce dalle sabbie mobili anche i vertici regionali e nazionali dovranno in qualche modo determinarsi. Credo che onestamente ci possa essere una maggioranza ampissima per fare un nuovo segretario – dice Tursi – se chiaramente il partito regionale o nazionale ritiene di commissariare io non mi fascio la testa».

E’ corretto parlare di vecchio che avanza?

«Non si tratta di uno scontro generazionale per due buoni motivi. In primo luogo, si contrappongono aree che comunque fanno capo tutte a capi corrente e/o rappresentanti istituzionali di lungo corso. In secondo luogo, Pecoraro è stato scelto come amministratore di condominio. Senza di loro non solo non avrebbe vinto il congresso ma probabilmente non avrebbe avuto neppure la forza di presentarsi. E purtroppo per lui, in questi 18 mesi non mi pare abbia guadagnato spazio politico e autonomia decisionale. Resta un giovane anagraficamente che però non si è mai distinto dalle vecchie logiche (vedi anche gestione del bilancio o allargamento degli organismi). (f.b.)

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