COSENZA Questa mattina i militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di sei indagati, tra cui due finanzieri in servizio presso il medesimo Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, sulla base della ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine ai reati, rispettivamente, di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistema informatico e corruzione.
L’ordinanza cautelare è stata disposta nei confronti dei finanzieri Ercole Iorio e Cosimo Antonio De Fazio, dell’avvocato Domenico Quaglio e dell’ex moglie Maria Grazia Bafaro. Sono indagati anche Germano Filice, Annnunziata Dimitri e Jessica Filice.
Contestualmente il giudice, ancora su richiesta della Procura del capoluogo, ha disposto il sequestro preventivo delle somme di denaro ritenute corrispondenti al prezzo del reato. La misura cautelare fa seguito a quella già applicata in data 12 luglio 2023, nei confronti di quattro soggetti, tre dei quali interessati anche dalla misura odierna, per la ritenuta sussistenza della gravità indiziaria in ordine ai reati di accesso abusivo a sistema informatico e corruzione. Gli ulteriori approfondimenti, delegati da Questo Ufficio ai militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza, hanno delineato la gravità indiziaria, che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, anche con riferimento alle ulteriori ipotesi di reato di associazione a delinquere, corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.
Secondo le ipotesi di reato formulate e, allo stato attuale, ritenute dal gip assistite da gravità indiziaria, i responsabili di una società informatica, si sarebbero avvalsi, con la mediazione di altri soggetti, dei militari della Guardia di Finanza coinvolti nella vicenda, per estrapolare una mole formidabile di dati relative a persone fisiche e giuridiche, cui procedevano, i predetti militari, mediante accessi abusivi a sistema informatico, a fronte del corrispettivo di rilevanti somme di danaro; i dati illecitamente estratti sarebbero stati, successivamente, commercializzati dalla società informatica, con un considerevole incremento del proprio fatturato. (redazione@corrierecal.it)
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