CATANZARO Tre condanne e tre assoluzioni. Questo l’esito del processo celebrato davanti ai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro relativo al troncone di “Rinascita Scott” incentrato su cinque omicidi e su un sequestro di persona, avvenuti nel Vibonese. I giudici hanno condannato all’ergastolo Giuseppe Accorinti, Saverio Razionale e Domenico Bonavota, considerati rispettivamente i boss degli omonimi locali di ‘ndrangheta di Zungri, San Gregorio d’Ippona e Sant’Onofrio, i primi due per le “lupare bianche” di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice, scomparsi nell’agosto 1996 e i cui cadaveri non sono mai stati ritrovati mentre Bonavota è stato condannato per il duplice omicidio di Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano del 2002. Inflitti, poi, trent’anni ad Antonio Ierullo, 53 anni, di Vallelonga e ad Antonio Vacatello, 58 anni, di Vibo Marina. Condannati a 20 anni ciascuno Maurizio Pantaleo Garisto, 40 anni, di Zungri, e Valerio Navarra, 29 anni, di Rombiolo. Assolti dall’omicidio (“lupara bianca”) di Filippo Gangitano (scomparso da Vibo Valentia il 27 gennaio 2002) Vincenzo Barba, 71 anni (per il quale la Dda aveva chiesto l’ergastolo), Paolino Lo Bianco, 60 anni, di Vibo e Filippo Catania, 72 anni, tutti di Vibo Valentia (per gli ultimi due la Dda aveva chiesto l’assoluzione).
Il processo, un altro troncone della maxinchiesta della Dda di Catanzaro oltre all’abbreviato, arrivato alla sentenza d’appello e l’ordinario, in attesa della prima sentenza, mira a far luce sugli omicidi di Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano avvenuti il 9 febbraio 2002 a Vallelonga, nel Vibonese, sulla scomparsa per lupara bianca di Filippo Gangitano, sparito da Vibo Valentia nel gennaio 2002, e sulle “lupare bianche” ai danni di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice, uccisi il 6 agosto 1996.(Gi.Cu.)
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