COSENZA In Italia quasi due milioni e mezzo di persone, 632mila edifici e 226mila imprese sono esposti a un elevato rischio alluvioni. Se consideriamo anche i territori a pericolosità media si arriva a oltre 8 milioni di persone esposte. L’allarme arriva dal rapporto Ance-Cresme 2023 sullo stato di rischio del territorio italiano. Venezia è la provincia italiana con più persone residenti a rischio elevato (153.432), seguita da Padova (128.900), Bologna (92.300), Ferrara (91.000), Genova (87.300), Rimini (85.800). A sud invece sono più a rischio le province di Cosenza (77.300) e Reggio Calabria (77.000). Tra le grandi città emerge Roma con quasi 42.000 abitanti esposti a rischio elevato di alluvione. Dal 1944 a luglio 2023 i danni prodotti da terremoti e dissesto idrogeologico si stima che sfiorino i 360 miliardi di euro. La spesa per riparare i danni degli eventi sismici è rimasta sui livelli storici (circa 3 miliardi l’anno), mentre è triplicata quella del dissesto idrogeologico passata da una media di 1 miliardo all’anno a 3,3 miliardi.
Ma il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, annuncia l’arrivo di un Ddl Ricostruzioni già nel prossimo consiglio dei ministri. «L’importante è lavorare per mettere assieme una serie di norme che consentano di programmare le priorità, gli interventi, stabilire quali sono le emergenze nazionali e quelle locali», spiega, perché «il piano di programmazione deve prevedere le risorse necessarie e i tempi per raggiungere gli obiettivi».
«Con “Casa Italia” e la Protezione civile abbiamo realizzato un modello unico per avviare i processi ricostruttivi, siano essi per una calamità sismica, franosa, vulcanica, idrica o degli altri rischi cui è sottoposto il territorio nazionale, sia naturali che antropici». E, continua Musumeci, «già questo è un grande risultato: andrà in Consiglio di ministri alla prossima seduta, ma ci siamo già confrontati con la Conferenza unificata, con la Conferenza delle Regioni delle autonomie locali – rivela -. E’ stato un confronto durato cinque mesi, molto complesso difficile, ma la politica è soprattutto capacità di sintesi».
Negli ultimi 5 anni, rivela il rapporto di Ance, la spesa dei comuni per la sistemazione del suolo e per le infrastrutture idrauliche è più che raddoppiata. Nel Pnrr ci sono «poche risorse per la prevenzione» sul dissesto idrogeologico, la denuncia.
Il suggerimento è di «intervenire sulla governance riportando ad un unico soggetto a livello centrale il coordinamento delle varie istituzioni coinvolte; velocizzare al massimo il passaggio dalle risorse ai cantieri; prevedere un sistema informativo unico attraverso il quale gli enti coinvolti possano avere informazioni precise sulle scadenze e sulle modalità di accesso ai finanziamenti».
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