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Violenza privata su Pagliuso e favoreggiamento, l’avvocato Larussa assolto anche in appello

I giudici della Corte d’Appello di Catanzaro hanno confermato la sentenza emessa nel 2020

Pubblicato il: 29/11/2023 – 11:13
di Giorgio Curcio
Violenza privata su Pagliuso e favoreggiamento, l’avvocato Larussa assolto anche in appello

CATANZARO Assolto anche in appello l’avvocato di Lamezia Terme, Antonio Larussa. La Corte di appello di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin, a latere Maria Rosaria di Girolamo e Assunta Maiore) ha confermato, dunque, la sentenza emessa dal gup di Catanzaro Paola Ciriaco risalente allo scorso 28 ottobre del 2020. Il penalista lametino, in particolare, era accusato di aver favorito la latitanza di Daniele Scalise, elemento di spicco dell’omonima cosca, procurata inosservanza della pena e violenza privata ai danni dell’avvocato Francesco Pagliuso (ucciso nel giardino della propria abitazione la notte del 9 agosto 2016). Entrambi i reati contestati sono aggravati dal metodo mafioso perché sarebbero stati commessi per «agevolare l’attività della ‘ndrina degli Scalise».

Le accuse

Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Dda di Catanzaro Larussa avrebbe aiutato nel 2012 «Daniele Scalise (assassinato nel 2014, ndr) a sottrarsi all’esecuzione della pena» che gli era stata inflitta dopo la sentenza della corte d’Appello di Catanzaro che lo condannava per i reati di estorsione, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Inoltre, Larussa avrebbe prospettato la mancata consegna delle carte procedurali dell’avvocato Pagliuso allo stesso Larussa, che nel frattempo era stato nominato co-difensore di Daniele Scalise. Facendo ciò «contribuiva a costringere, con violenza e minaccia di morte a mano armata, da parte di più persone riunite a seguire la linea difensiva prospettata dai suddetti soggetti, ad accettare o tollerare la co-difesa con l’avvocato Larussa» e a fare quello che la cosca gli imponeva. Accuse cadute in primo grado e assoluzione confermata anche in appello. (g.curcio@corrierecal.it)

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