COSENZA C’è un progetto di imprenditoria femminile la cui “costola” calabrese pesa quasi quanto tutto il resto d’Italia: si tratta di Yes I startup Calabria, l’iniziativa promossa dal Dipartimento regionale Lavoro e Welfare e dall’Ente Nazionale per il Microcredito, finanziata con fondi Piano Sviluppo e Coesione 2014/2020 e finalizzata a «promuovere e sostenere l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità delle donne calabresi».
Dal 2019 sono state finanziate quasi 900 attività d’impresa calabresi, un quarto delle quali senza fondo perduto, a dimostrazione che si deve credere in un’idea vincente senza avere necessariamente il “paracadute” economico.
Finanziamenti che arrivano in tempi rapidi (la media è di 15 giorni per l’approvazione), un importo massimo di 62.500 euro (a fondo perduto la metà) e un importo medio finanziato pari a circa 39mila euro: cifre che devono fare riflettere quanto il +300% di progetti relativi all’ultimo anno rispetto ai 12 mesi precedenti: merito non solo del Pnrr ma anche di Garanzia Giovani, Psc (Piano Sviluppo e Coesione) e i fondi non spesi del Pac (Piano di Azione Coesione 2007/2013). E di partner come Fincalabra (con il suo Fondo regionale occupazione, inclusione e sviluppo), Cassa depositi e prestiti (per quanto concerne i fondi Pnrr, presenti anche con Gol – Garanzia occupabilità lavoratori) e Invitalia (Resto al Sud).
Il progetto – in nuce durante la breve presidenza Santelli e poi riconfermato con l’elezione di Occhiuto – si è gradualmente rafforzato con l’ampliamento della platea e l’eliminazione dei vincoli per accedere ai finanziamenti: «Si parte dall’idea di impresa, dalla sua sostenibilità e solo in un secondo momento arriva l’eventuale finanziamento», spiega Antonello Rispoli, project manager di Yes I startup Calabria, «l’importo medio finanziato dimostra che qui si chiede solo ciò che serve davvero, dopo una scelta ponderata».
Il corso di formazione e l’affiancamento fanno il resto: 100 soggetti attuatori, la collaborazione con i Centri per l’impiego, 200 formatori in un percorso gratuito di 100 ore, poi le future imprenditrici sono pronte a mettersi all’opera. Ad oggi sono 2800 i partecipanti sui progetti in corso.
Oltre alle cifre e alle sigle dei fondi e dei soggetti in campo ci sono le storie di successo e spesso di riscatto, nella regione maglia nera di disoccupazione giovanile e nuova emigrazione.
«I settori in cui si registrano più progetti – racconta ancora Rispoli – sono quelli del turismo e del suo indotto: molti i ristoranti e i locali aperti grazie a Yes I startup Calabria. Ma è interessante segnalare anche un ritorno ai mestieri manuali, proprio l’altra sera abbiamo presentato a Reggio Calabria una iniziativa riguardante la maglieria».
E poi il commercio (è il caso dell’avvocatessa di Catanzaro Naomi Zampina, che unisce sport con racchetta e nutrizione), la cucina (Natalya Sonyachna sogna di aprire un ristorante ucraino a Locri) e l’agricoltura: una storia simbolo quella della rendese Nella De Vita che ha lasciato la carriera nel Cnr di Roma per puntare su 10 ettari a San Martino di Finita, nel Cosentino.
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