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l’intervista

Speranza: «A Lamezia fase drammatica. La Regione? Ha i soldi ma non il cuore» – VIDEO

L’ex sindaco a Telesuonano ha parlato del suo libro “Una storia fuori dal comune Lamezia-Italia” ma anche della sua vita, della politica lametina e del futuro della città della Piana

Pubblicato il: 30/11/2023 – 7:02
Speranza: «A Lamezia fase drammatica. La Regione? Ha i soldi ma non il cuore» – VIDEO

LAMEZIA TERME «Io penso che l’adesione politica sia un fatto di cuore, un fatto di sentimenti, di passione, non può essere un posizionamento. Nel momento in cui tutto questo non c’è, non puoi fare finta che ci sia. Io prima sono stato iscritto nei Democratici di sinistra e poi in Sinistra Ecologia e Libertà e man mano ho notato una profonda crisi ideale della sinistra, ecco perché a un certo punto ho preferito rimanere indipendente. Non si può stare in un mondo di cui non si condivide più nulla». Ha esordito così il professore Gianni Speranza nel corso dell’ultima puntata di Telesuonano, il programma condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro, in onda su L’altro Corriere tv (canale 75).
Già sindaco di Lamezia Terme per due mandati, da sempre impegnato socialmente e vicinissimo ai giovani, Speranza da qualche tempo è fuori dalla politica, almeno da quella dei partiti tradizionali, anche se in molti si chiedono come sia possibile che una figura del suo livello non sia stata presa in considerazione dal Partito democratico di Elly Schlein. «Ho molto molto interesse per quello che sta facendo la segretaria – ha precisato Speranza –. In passato non sono mai andato a votare alle primarie del Pd da cittadino semplice, non iscritto. Ultimamente sono andato e l’ho votata perché è giovane, è una ragazza che ha delle idee nuove. Per esempio, questa battaglia che sta facendo sul salario minimo dei lavoratori la apprezzo, non si può essere al tempo stesso una persona che lavora ed essere povero. Io spero che lei possa rilanciare il Pd e il centro-sinistra. Ripeto, sono una persona indipendente, ma le cose che possono essere positive le guardo sempre con fiducia e se posso il mio piccolo contributo cerco di darlo».

Le primarie del 2014 e l’impegno politico oltre Lamezia

Durante la scorsa puntata di Telesuonano, Adriana Toman, compagna dell’ex governatore calabrese Mario Oliverio e autrice del libro “Pregiudizio di Stato”, ha parlato delle primarie del 2014, in cui proprio Speranza era uno dei tre contendenti. Toman ha rivelato che Oliverio vinse quelle primarie con il 75 per cento ma il Partito Democratico gli chiese di modificare in qualche modo il risultato per far vedere che non c’era molta distanza tra il candidato renziano Gianluca Callipo e lo stesso Oliverio. «Adesso capite perché sono indipendente? – ha ammesso Speranza -, capite perché sono fuori da tutte queste logiche? Io a quel tempo ero sindaco di Lamezia, mi si chiese di mettermi in queste primarie, anche se non avevo tempo. Non feci niente per le primarie, mi dissero “Gianni, la tua presenza ci consente di fare una cosa legittima, così vinciamo le elezioni regionali”. Mi fu chiesto da tutti, questa cosa l’ho scritta nel mio libro “Una storia fuori dal Comune, Lamezia-Italia” (edito da Rubbettino, ndr), ho parlato dell’ex ministro della Difesa che allora era il coordinatore del Partito democratico. Mi fu chiesto da Oliverio, da chi appoggiava altri candidati, mi fu chiesto da tutti e io ho dato una mano perché pensavo che fosse una cosa giusta. Sono generoso, a volte lo sono stato troppo. Feci una lista in Calabria che si chiamava “La Sinistra con Speranza”, cioè col mio nome, e prese oltre il 4 per cento. Dopodiché, finito il mandato di sindaco, sono finito nel dimenticatoio più totale». Anche se in quel periodo si parlava di Speranza come possibile assessore regionale. «Ma questa è una sciocchezza – ha rivelato l’ex primo cittadino di Lamezia -, anche perché per come sono fatto, sarei potuto durare in giunta due o tre mesi. Io a Oliverio e agli altri ho detto una cosa molto più importante: “non sono dispiaciuto con voi perché non sono entrato in giunta, io sono dispiaciuto con voi perché avete consentito che l’amministrazione di Lamezia Terme, dopo che io ho smesso di fare il sindaco, venisse coinvolta nei vostri giochi e attaccata pesantemente”. Se uno mi domandasse qual è il peggiore difetto non solo della classe dirigente politica calabrese, ma di tanti calabresi, io risponderei la presunzione. La maggiore virtù che dobbiamo avere è quella di essere umili, di studiare le cose, di capire i nostri limiti e di cercare di fare il meglio che possiamo».

fuori dal comune

Il libro di Speranza

Speranza nel suo libro (QUI LA RECENSIONE) ha messo nero su bianco la sua esperienza politica cittadina, comprese la durissima opposizione da parte di chi oggi sembra strizzare un occhio all’ex sindaco. Molti ex consiglieri comunali che lo criticavano, prenderanno parte a giorni a una presentazione del volume. «Non c’è alcun progetto politico con nessuno – ha chiarito Speranza –, penso semplicemente che a distanza di anni sia giusto esaminare le cose e fare una lettura critica di ciò che è accaduto. È bello poter discuterne oggi. Questo è un libro che parla di noi e non di me. Io ho cercato di parlare di vicende umane dolorose, belle, che la città di Lamezia ha vissuto, fatti che non riguardano l’amministrazione comunale o il sindaco». Tra queste c’è la storia di Rocco Mangiardi, imprenditore lametino che si è ribellato alla ‘ndrangheta e oggi è testimone di giustizia. «Gli studenti di un liceo classico – ha detto Speranza – di recente mi hanno chiesto di lui. Mi hanno fatto delle domande bellissime, volevano sapere cosa avesse significato nella vita di Lamezia e nella mia un imprenditore che indica in tribunale uno dei Giampà tra quelli che gli hanno chiesto il pizzo. Mi hanno chiesto anche della tragedia dei ciclisti investiti. È bello che i ragazzi si interessino a queste cose».

Gli obiettivi raggiunti dal sindaco Gianni Speranza

L’attuale sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e la nuova governance comunale, hanno indicato proprio negli anni dell’amministrazione Speranza la causa di tutti i disastri che ancora oggi rallentano la macchina comunale, dal bilancio fino alle opere pubbliche. «Cominciamo dal 2005 – ha affermato Speranza –. Che cosa sono le opere? Sono cose che prima non c’erano e poi sono arrivate. Nel 2005 non c’erano i lungomari, adesso in città ci sono due lungomari, quello che va dal Cafarone alla Marinella e quello dei Ginepri. Sono tutti e due molto belli. Quello del Cafarone, il secondo che abbiamo realizzato in ordine di tempo, è stato pure sulla copertina di una prestigiosa rivista internazionale come simbolo di bel paesaggio. I due lungomari sono luoghi in cui adesso i cittadini vanno anche in inverno a passeggiare, a prendere sole. Questo ha significato che la città si è allungata verso il mare. Prima tutto questo non c’era».

«Via del Progresso era una strada pericolosa dove si moriva, collegata alla strada dei Due mari. Lì adesso ci sono lo spartitraffico, le rotatorie ed è una via sicura per i cittadini e per gli automobilisti. Non solo abbiamo ristrutturato il palazzetto dello sport di via Marconi, ma all’inizio della città adesso si vede questa nuvola avveniristica che spero completino subito perché è bellissima, ed è una cosa completamente nuova che prima non c’era e oggi c’è. Si è comprato dal tribunale e ristrutturato il teatro Grandinetti che adesso è comunale. A Sambiase – ha proseguito Speranza nel suo elenco di cose fatte durante i suoi mandati – si è ristrutturato il vecchio cinema Politeama e oggi c’è un teatro intitolato a Franco Costabile. Ci sono i parchi, vi rendete conto quando è bello questo fatto che ci sia oggi a Lamezia un parco in cui tutte le persone vanno a fare trekking, a fare footing, a camminare e a vedersi? Quello è un posto in cui non si andava. Oggi quello è un luogo di grande socializzazione ed ha avuto il premio dall’Unione Europea per le Best Practices. Nel 2005 il Museo archeologico a Palazzo San Domenico non c’era, oggi c’è ed è un museo bello, con il chiostro sotto dove si fanno le attività culturali. Penso alla biblioteca comunale a Palazzo Nicotera che non c’era e oggi c’è e abbiamo comprato pure il giardino che è un luogo bellissimo e frequentato. Questi sono solo alcuni esempi. Dal 2005 al 2015 il comune di Lamezia Terme ha fatto più di 200 milioni di appalti. Appalti non è un annuncio, appalti significa una cosa che si appalta e si spende. 201 milioni e 704 mila e a questa cifra bisogna aggiungere tutti gli appalti che fa la Multiservizi, perché in questi numeri non ci sono né il ciclo dei rifiuti, né quello dell’acqua, né quello dei trasporti. Solo per opere pubbliche le realizzazioni concrete sono state di 148 milioni e 228 milioni. Poi c’è anche quello che non si vede ma è stato fatto, come 50 chilometri di fogne per ventimila cittadini, oltre 35 chilometri di illuminazione pubblica che rende più sicure le strade».

La Lamezia di ieri e quella di oggi

Bisogna riconoscere che negli anni dell’amministrazione Speranza, la città di Lamezia Terme si posizionò bene in termini di immagine non solo nel contesto calabrese, ma anche sul palcoscenico nazionale. Da allora molto è cambiato, Lamezia è un po’ sparita dalla scena e dal dibattito politico. «Siamo riusciti – ha sottolineato Speranza – a reclamare e a richiamare l’attenzione della stampa internazionale, non urlando o facendo polemica, ma dando dignità alla nostra comunità e ai tanti lametini e calabresi che vivono fuori. Noi dobbiamo fare sentire le persone che stanno fuori in qualche modo orgogliose della loro provenienza calabrese, della loro provenienza lametina. Quanti sono i nostri ragazzi che studiano fuori? Io oggi giudico Lamezia da cittadino e non da ex sindaco e mi pare che la situazione sia abbastanza drammatica. Non uso un termine diplomatico. Drammatica sul piano dello scollamento tra cittadini e istituzioni. Non ho dubbi che la maggior parte dei cittadini sia profondamente scontenta e insofferente alle cose che succedono in città. La nostra è una città in parte abbandonata, ma in parte “litigata” con tutti. Come si spiega che c’è un comune da cui si dimettono con uno scontro i revisori dei conti? Io sono preoccupato per il prossimo anno e mezzo, perché noi votiamo nel 2025 e in anno e mezzo succedono tante cose. Temo che possa essere  un periodo molto negativo per la città. Perché da una parte vedo i capi del centro-destra che vogliono finire questo anno e mezzo però con la garanzia che l’attuale sindaco si mette da parte. Dall’altro vedo dall’attuale sindaco un obiettivo opposto: non solo vuole finire il mandato, come è naturale che sia, ma vuole anche riproporsi con quelli che non lo vogliono. Quindi io vedo una partita, uno scontro, un conflitto molto forte anche tra chi governa, e nel centrodestra una lunga campagna elettorale di un anno e mezzo, mentre invece la città avrebbe bisogno di ben altro, di concordia, di un clima nel quale si affrontano le questioni quotidiane della vita dei cittadini che sono drammatiche, dal decoro urbano alla sicurezza». «Molti – ha ricordato ancora Speranza – hanno dimenticato che nei miei anni di sindaco ci siamo ridotti le indennità.  Quando ho cominciato a fare il sindaco nel 2005, la mia indennità totale su 12 mesi e non su 13, era di 2.900 euro. Quando ho finito, dopo tre riduzioni, la mia indennità era di 800 euro in meno, cioè di 2100 euro per 12 mesi. Oggi invece penso che queste indennità siano lievitate molto e anche questo è un modo di avere un rapporto con i cittadini».

I nomi di Speranza e Lo Moro in vista delle prossime comunali

Ma se nel centrodestra lametino la situazione è complessa, non si può dire che sia messa meglio nel centrosinistra. In quell’area politica, in prospettiva elezioni comunali, spiccano all’orizzonte come proposte due figure come Gianni Speranza e Doris Lo Moro, entrambi ex sindaci della città. «Non credo che sia così – ha chiarito Speranza –. Non parlo del centrosinistra, ho detto di essere indipendente, ho richiamato anche una certa voglia di non mettermi nel tritacarne, né di uno scontro personale. Io dico soltanto che in un anno può succedere di tutto. Per quanto mi riguarda, per quanto riguarda me, io posso dire che tantissime persone me lo stanno chiedendo. Ma io sarei disponibile se ci fossero tante persone, non solo forze politiche, che ci mettessero il loro impegno e si candidassero insieme a me, perché la candidatura a sindaco non è una candidatura personale. Tu sei espressione di tante persone intelligenti, capaci, di un blocco, di orientamenti plurali, di più persone che condividono un programma, un progetto e si sentono rappresentati da una persona. La città ha bisogno di risposte immediate. Oggi amministrare è più difficile di prima, quindi io affronterei questa cosa con tutta l’umiltà di chi si mette a studiare e a vedere i problemi. Una mia eventuale disponibilità potrebbe essere collegata al fatto che per un periodo limitato c’è un ex sindaco che può aprire un rinnovamento della politica con una generazione più giovane che possa essere la forza amministrativa e la forza dirigente della città. Se così non fosse, non avrebbe senso una mia candidatura. Se dovessi essere un candidato alle elezioni comunali di Lamezia, lo farei solo in una alleanza molto più larga dello schieramento di centro-sinistra. Il mio civismo non sarebbe un civismo antipolitico o trasformista, sono una persona che ha gli stessi sentimenti politici di quando era giovane. Però rispetto a quando ero giovane, sono molto più aperto e sono convinto che in un’amministrazione la partecipazione popolare deve essere inclusiva, non deve esserci uno schieramento sull’altro che vince. Io conosco la città e i suoi valori. Nei prossimi mesi mi riunirò con giovani, con più persone e cercherò di capire, questo è il mio dovere oggi. Quello di cercare di dare una mano. Questo esperimento lo facciamo limitatamente ai confini della città. Servirà a far sentire i lametini più vicini tra di loro. Se ci fosse già oggi la possibilità di fare emergere un’energia giovane in città e di portarla avanti lo farei con tutto il cuore».

«Le Regioni? Le abolirei»

Se Gianni Speranza diventasse sindaco di Lamezia, qual è la prima cosa che farebbe? «La principale cosa su cui un’amministrazione deve lavorare oggi – ha dichiarato l’ex primo cittadino – riguarda l’attenuazione, la limitazione, la mitigazione del rischio idrogeologico. Io già quando ero amministratore sognavo le frane, avevo paura quando pioveva, ma oggi è diventata una cosa esplosiva e i comuni purtroppo sono lasciati soli. Il rischio è che i fiumi e le piogge possano essere distruttive, possano portare morte, perché è veramente cambiato il clima». Ma Gianni Speranza, da cittadino calabrese cosa pensa di Roberto Occhiuto alla guida della regione? «Io – ha affermato – penso che sia una persona capace, poi sa curare bene la comunicazione, la propaganda, però penso molto male della Regione. Penso sia un male della politica italiana. Noi cittadini italiani non dovremmo avere 19 sanità diverse, questa cosa delle regioni ha stravolto il sistema sanitario nazionale. Una grande politica nazionale dovrebbe abolire le regioni, so di dire un’utopia ma tante volte uno deve pure dire quello che non si verificherà per smuovere qualcosa. Sono convinto che la Regione Calabria non sia un’istituzione democratica ma sia diventata man mano solo comitato d’affari. Al di là di chi la governa, c’è un’inerzia affaristica veramente drammatica. I comuni possono essere vicini ai cittadini, la Regione è qualcosa che ha i soldi ma non ha il cuore. Poi questa cosa che diciamo “governatori”, è una parolaccia che è contro la Costituzione. La nostra Costituzione non dà i poteri che i presidenti di Regione pensano di prendersi. Penso che la Regione Calabria sia uno dei problemi per cui si è accentuato il divario tra i cittadini calabresi e quelli del resto d’Italia».

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