CATANZARO «La Calabria ha dato una grande dimostrazione attraverso parecchi comitati, ma anche attraverso l’acquisizione da parte dei Comuni di tanti beni: una prova di grande maturità, grande volontà di combattere la criminalità attraverso la possibilità di riprendere quegli immobili confiscati, volontà che dimostra che la criminalità non si combatte solo con la repressione». Lo ha detto il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, parlando con i giornalisti nella sede della Regione Calabria a Catanzaro, dove ha preso parte alla Conferenza nazionale sui beni confiscati. «Quindi – ha proseguito Ferro – la Calabria è una regione matura, non ci sono divari tra le Regioni, anzi credo che il Sud stia dimostrando in tutte le sue forme grande attivismo, grande capacità, grande coraggio, grande volontà di invertire una rotta, che per troppo tempo aveva visto i beni confiscati a basse percentuali. Abbiamo aumentato nell’ultimo anno l’assegnazione del 142%, abbiamo per la prima volta fatto un bando secondo quanto previsto al codice antimafia del 2017. Su questo andremo avanti: stiamo predisponendo un ulteriore bando per tutta la parte che riguarda le dipendenze, abbiamo inserito nel pacchetto sicurezza tre importanti riforme come quella degli abusi edilizia e quindi la possibilità di poter sanare attraverso un rapporto diretto con i Comuni quelli immobili da poter fare utilizzare nel sociale. Quindi – ha sostenuto il sottosegretario all’Interno – credo che su questo piano non ci siamo fermati».
Ai lavori della Conferenza nazionale anche Bruno Corda, direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: «E’ importantissimo – ha esordito Corda (nella foto in copertina) – il salto di qualità che è stato fatto da parte nostra e anche da parte della Regione Calabria. Con il protocollo che pochi mesi fa abbiamo sottoscritto con la Regione, che è stato tra l’altro il primo a livello nazionale, è stata prevista una cosa che per noi è assolutamente decisiva, vale a dire il fatto che l’amministrazione sostenga effettivamente e fattivamente i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, dove sono presenti i beni confiscati. Non è tanto e non soltanto – ha spiegato il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati – una questione di finanziamenti, anche di questo certamente, soprattutto l’individuazione del dove andare a prendere i finanziamenti, soprattutto se si tratta di finanziamenti di carattere comunitario che richiedono un’attenzione molto forte dal punto di vista veramente formale, perché un piccolo comune poco attrezzato è raramente in condizione di poterlo intercettare, quanto il fatto dell’attività di programmazione e di predisposizione dei progetti». Per Corda infine «il mettere insieme le forze di tutti gli enti statali, regionali, gli enti locali e tutti quanti assieme, naturalmente soggetti del terzo settore, fa fare un salto di qualità naturale». (a. c.)
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