Gli agricoltori custodiscono e curano ogni giorno il territorio perché sanno che solo un suolo sano può garantire la loro attività, il 95% della produzione di cibo, e quindi la vita dell’uomo. Le nostre imprese conoscono la grande responsabilità che grava sulle loro spalle per la sicurezza alimentare di tutti noi. Lo sottolinea Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo indetta dalle Nazioni Unite, che si celebra il 5 dicembre.
Gli agricoltori sono legati alla terra, ed è per questo che sono i primi ad avvertire e toccare con mano gli effetti dei cambiamenti climatici. Non a caso il tema di quest’anno è “Suolo e acqua, risorse per la vita”: la relazione tra questi due elementi è fondamentale – e al tempo stesso estremamente delicata – per raggiungere sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti ai sempre più intensi e frequenti effetti del clima impazzito: dalla siccità alle alluvioni, dalla risalita del cuneo salino, fino al dissesto idrogeologico.
Degrado e disboscamento, desertificazione, erosione, impermeabilizzazione, si traducono in un impoverimento dei terreni; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale attesa di 10 miliardi di persone nel 2050. L’agricoltura, per assicurare la sicurezza alimentare, dovrà produrre di più (30%) e dovrà farlo con risorse limitate e suoli più vulnerabili.
Per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di ‘consumo di suolo zero’, stabilito dall’ONU e dall’Unione europea, è dunque urgente un’azione politica incisiva che preveda, da un lato, il contenimento di nuova urbanizzazione, la rigenerazione delle aree verdi, di quelle urbanizzate degradate e il riuso di quelle dismesse. Dall’altro, per raggiungere l’obiettivo, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile, ed è per questo che, per Confagricoltura, il settore primario andrebbe opportunamente incoraggiato e sostenuto.
Secondo il Rapporto Ispra 2023 il consumo di suolo in Italia ha raggiunto una superficie di ulteriori 76,8 chilometri quadrati, il 10,2% in più in un anno, con una media di oltre 21 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 11 anni. Parallelamente l’agricoltura ha perso 4500 ettari coltivati, il 63% del consumo di suolo nazionale.
A fronte del quadro descritto è ripresa l’attività della Commissione europea che ha proposto una nuova direttiva sul monitoraggio della salute del suolo. A livello nazionale risulta assegnata alla Commissione Ambiente della Camera una proposta di legge finalizzata a promuovere il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana.
È il momento di fare scelte consapevoli, ribadisce Confagricoltura, supportare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione tecnologica, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell’importanza di questa risorsa anche rispetto alla salute dei cittadini.
Puntare su suoli sani e sul verde, infatti, è una scelta win-win dove tutti gli attori risultano vincenti e che, oltre a conseguire un efficace contrasto al cambiamento climatico, permette di migliorare la qualità della vita e della salute umana, come nel caso dei “Parchi della Salute” nelle città italiane, su cui Confagricoltura si sta impegnando fortemente, insieme ad Assoverde e Képos, per promuovere il verde urbano.
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