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Le indagini

Giulia Cecchettin uccisa con oltre 20 coltellate

La 22enne sarebbe morta dopo la seconda lite con l’ex fidanzato. Filippo Turetta interrogato per 9 ore

Pubblicato il: 01/12/2023 – 20:00
Giulia Cecchettin uccisa con oltre 20 coltellate

VENEZIA Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato sarebbe morta subito dopo la seconda lite, avvenuta nella strada vicinale della zona industriale di Fossò.
Quando il cadavere della ragazza è stato ritrovato sulle sponde del lago di Barcis, dopo essere stato abbandonato da Filippo Turetta, era già morta. È quanto è emerso dall’autopsia terminata poco fa alla Uoc di Anatomia Patologica dell’università di Padova, condotta dal medico legale Guido Viel e dalla sua equipe. Per “cristallizzare” le prove dell’esame autoptico nella relazione medico legale, bisognerà collegare ai dati scientifici gli elementi che sono emersi dalle immagini delle telecamere, come gli orari e le date, che hanno immortalato alcune scene dell’aggressione e della fuga della Fiat Grande Punto di Filippo Turetta, utilizzato per trasportare il corpo e per la fuga successiva, prima in Austria e poi in Germania.
Tantissime coltellate, in tutto più di 20, quelle che sono state contate sul cadavere di Giulia Cecchettin . Secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse, molte delle coltellate inferte da Filippo Turetta, sul corpo di Giulia Cecchettin mentre era ancora viva, sarebbero profonde diversi centimetri. Quelle mortali, avrebbero causato la morte di Giulia per emorragia. Durante l’esame autoptico, che si è svolto all’istituto di Anatomia Patologica dell’università di Padova, sono stati effettati, oltre agli esami ematici, anche quelli radiologici come la Tac.

L’interrogatorio di Filippo Turetta

È durato quasi nove ore l’interrogatorio di Filippo Turetta, in carcere per aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin l’11 novembre. Il 21enne ha risposto alle domande davanti al pm di Venezia Andrea Petroni. Tre giorni fa davanti al giudice Turetta, con le sue dichiarazioni spontanee, oltre a dirsi “affranto” e a spiegare che vuole “pagare”, ha fatto cenno ad un black out mentale, lasciando spazio, però, ad una volontà di collaborazione. Ha spiegato, infatti, che sta cercando di ricostruire “nella memoria” cosa gli è “scattato” in testa quella sera dell’11 novembre, tra Vigonovo e Fossò. “Voglio parlare”, sembra abbia detto ai legali, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, nei colloqui in carcere di questi giorni. In contemporanea oggi sono in corso a Padova gli esami autoptici che potrebbero fornire risposte sul numero di coltellate (una ventina, secondo la prima ispezione sul cadavere) e su quale lama sia stata usata da Turetta: quella da 12 centimetri recuperata nell’auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio di via Aldo Moro. O entrambi. Bisognerà accertare, inoltre, se siano presenti ferite di altra natura, da calci o pugni. E se Turetta abbia infierito su Giulia quando lei era ancora viva. Ciò potrebbe portare la Procura a contestare l’aggravante della crudeltà, mentre l’interrogatorio si concentrerà sull’ipotesi di una premeditazione. Turetta potrebbe decidere di rispondere ad alcune domande e ad altre no. Gli accertamenti medico legali dovranno anche stabilire se sia stato inferto un fendente letale nella zona del collo o se la botta alla testa subita, quando è stata spinta a terra su un marciapiede mentre tentava di scappare, abbia causato la morte. Fondamentale stabilire anche l’arco temporale, cioè se Giulia è morta verso le 23.40, quando le telecamere della zona industriale di Fossò hanno ripreso l’ultima fase della aggressione, o se era ancora viva quando è stata caricata in macchina prima della fuga di Turetta.

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