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Pietropaolo: «In Calabria oltre 3.000 beni confiscati, daremo impulso al loro riutilizzo»

L’assessore regionale alla Conferenza nazionale in Cittadella: «In Giunta abbiamo approvato un piano da 50 milioni»

Pubblicato il: 01/12/2023 – 10:50
Pietropaolo: «In Calabria oltre 3.000 beni confiscati, daremo impulso al loro riutilizzo»

CATANZARO «Oggi abbiamo invitato esperienze di altre regioni, oltre a tutte le forze dell’ordine, i prefetti, i questori della Calabria e anche l’Agenzia nazionale dei beni confiscati, proprio per fare il punto sulla situazione sia dal punto di vista legislativo sia dell’operatività. In Calabria con l’iniziativa di oggi diamo un avvio: con la delibera di Giunta dell’altro ieri abbiamo approvato il piano strategico della valorizzazione dei beni confiscati abbiamo una serie di iniziative attingendo i fondi comunitari che per la prima volta la Regione ha stanziato nel Pr 21-27 e anche nel Fondo di sviluppo di coesione. Abbiamo una dotazione complessiva finanziaria di circa 50 milioni, abbiamo la possibilità di intervenire concretamente sui beni che l’Agenzia nazionale confisca per intervenire su tre binari particolari». Lo ha detto l’assessore regionale alla transizione digitale, sicurezza, legalità e valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata, Filippo Pietropaolo, aprendo in Cittadella i lavori della prima Conferenza nazionale sui beni confiscati alla criminalità organizzata.

I canali di intervento

«Un binario – ha proseguito Pietropaolo – è il terzo settore, cercando di individuare i soggetti che effettivamente fanno progetti sostenibili e duraturi, che non muoiano una settimana dopo, il terzo settore è il soggetto privilegiato. Poi abbiamo anche gli enti locali stessi che possono utilizzare i beni confiscati per esigenze proprie. E poi anche le forze d’ordine: nell’ accordo che abbiamo fatto tra Regione e Ministero, con il presidente Occhiuto che ha firmato una convenzione con il ministro Piantedosi, abbiamo indicato queste tipologie di attività e anche la possibilità di utilizzare i nostri fondi per aiutare i Comuni a demolire i beni confiscati che purtroppo non possono essere in alcun modo ripresi e rimessi nel circuito virtuoso». Secondo Pietropaolo «anche la demolizione è una cosa che serve a restituire al territorio e a dare un segnale concreto alla cittadinanza che un immobile che era stato realizzato in maniera illegittima con fondi legittimi viene distrutto e il territorio rimesso nel circuito virtuoso. Questo avverrà a Torre Melissa nel mese di dicembre, ve lo comunicherà sicuramente il presidente. Una domenica, perché va chiusa la Statale 106, verrà abbattuto un ecomostro di Torre Melissa: in quella porzione di terreno la Regione ha investito, hanno dato dei fondi 700 mila euro al Comune per poter ripristinarlo oltre che abbatterlo e realizzare un intervento turistico. Questo è un segnale importantissimo che vogliamo dare». Pietropaolo ha evidenziato che da oggi partiamo anche con una serie di iniziative che comprendono anche un’analisi. Abbiamo coinvolto la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria proprio per identificare bene le potenziali iniziative che possiamo fare in maniera di identificare quelle più serie, più durature, più concrete per utilizzare al meglio i fondi che abbiamo destinato a queste iniziative».

La mappatura regionale

Pietropaolo ha specificato che «c’è anche mappatura completa dei beni confiscati in Calabria: C’è anche nel piano strategico approvato in Giunta e oggi verrà illustrato. C’è una situazione abbastanza chiara. Certo, sono moltissimi immobili: tra beni immobili e terreni stiamo parlando di oltre 3.000 cespiti, di questi almeno oggi circa 60 sono già stati recuperati e avviati a un’attività produttiva nuova però noi vogliamo dare un impulso ulteriore. E’ complicato, è un’attività molto complessa perché bisogna collaborare strettamente con le forze dell’ordine e con le prefetture per evitare che ci sia la possibilità che i soggetti rientrino in qualunque modo dalla finestra dopo che erano usciti dalla porta e quindi dobbiamo fare degli studi attenti sul territorio, per cui abbiamo intenzione di creare dei tavoli tematici dei piani di azione con i prefetti in maniera tale da identificare bene, i prefetti che conoscono bene il loro territorio, cosa è possibile fare sui singoli beni». (a. c.)

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