GERACE Oltre a quella installata qualche giorno fa ad Antonimina, c’è in programma di metterne altre cinque ad Agnana. «Non abbiamo bisogno di questi mostri» dicono a gran voce attivisti e ambientalisti della Locride che si sono ritrovati a Gerace, dove da un lato, dall’alto si vede chiaramente la prima grande pala eolica del territorio, mentre dall’altro il sito dove presto ne potrebbero essere messe altre, vicino ad Agnana. «Saranno alte 120 metri, e quando l’elica gira arriva a 200 metri di altezza», spiega Arturo Rocca, presidente dell’Osservatorio ambientale “Diritto per la Vita”.
«Giù le mani dalle sacre montagne», c’è scritto su un enorme striscione. E’ forte la paura che un territorio rimasto incontaminato possa essere deturpato per sempre. «Ho creato una casa dell’erbe ad Antonimina – racconta Marò D’Agostino, architetto paesaggista – proprio nel punto in cui è stata eretta la prima pala eolica di questo territorio. Questa scelta, a mio avviso, è gravissima perché si pone proprio nel cuore della Locride, in questo luogo, pieno di bellezza che ha mantenuto la sua armonia per secoli e che adesso viene deturpato, oltraggiato». «Negli anni 70 – afferma l’attivista e documentarista Rina Amato – sono arrivati in Calabria i residui dello sviluppo internazionale. Sono arrivati qui i progetti di acciaierie e di centrali a carbone quando erano dismesse nel resto del mondo. Ci siamo presi quella dismissione, abbiamo distrutto interi territori. La stessa cosa è stata fatta in intere aree della Calabria quando è arrivato l’eolico ormai più di 20 anni fa. Ci sono territori completamente devastati, come il crotonese, il catanzarese, dove i parchi in questi anni sono stati costruiti senza che i cittadini venissero coinvolti. Un tentativo per allontanarli dalla cittadinanza attiva, che invece è un lavoro quotidiano che dobbiamo fare».
Sono diversi i motivi che portano attivisti e ambientalisti ad opporsi: «L’energia – spiega Arturo Rocca – l’abbiamo sempre prodotta con l’acqua e mai col vento. Non esistono in Calabria esempi di mulini a vento. Abbiamo sempre avuto mulini idraulici e frantoi idraulici, per cui non vediamo la necessità di andare a devastare il nostro territorio con questi mostri che dopo 20 anni diventano ferraglia. La vallata del Novito e Monte Mutolo è uno dei siti SIC (Siti di interesse comunitario), e fa parte della rete dei siti natura della provincia di Reggio Calabria. Noi al ridosso di questo sito Sic andiamo a mettere 5 pale eoliche che saranno alte arriveranno a 200 metri di altezza con la produzione di un rumore che si va a riflettere su un monte Mutolo e che rimanda l’eco verso Agnana. Renderanno la vita difficile anche agli abitanti di Agnana senza nessun ritorno di nessun genere perché noi continueremo a pagare le bollette così come le paghiamo adesso. Tutto ciò che viene prodotto verrà esportato, la Calabria già produce oltre il 30% di energia che va fuori regione, per cui non vediamo la necessità di devastare questo territorio che ha enormi potenzialità dal punto di vista del turismo naturalistico». (m.ripolo@corrierecal.it)
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