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La riflessione

Il “premierato” è come seppellire la Costituzione

La Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni ce la mette tutta perché possa attribuirsi la paternità del “premierato”, cioè il rafforzamento dello stesso capo del Governo da parte dell…

Pubblicato il: 04/12/2023 – 9:00
di Franco Scrima*
Il “premierato” è come seppellire la Costituzione

La Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni ce la mette tutta perché possa attribuirsi la paternità del “premierato”, cioè il rafforzamento dello stesso capo del Governo da parte dell’elettorato (se non l’elezione diretta), nonché un ruolo rafforzato del capo del Governo nei confronti del Parlamento. In questa occasione, addirittura, chiede l’appoggio degli italiani per farlo passare come una riforma costituzionale. Vorrebbe che fossero gli elettori a dare la “forza politica” per portarla a sedersi sul “soglio” più alto del Governo.
Non se ne capisce il motivo, considerato che il potere ai cittadini è già garantito dalle norme di legge sulla rappresentanza che assicurano la stabilità ai governi.
Franco Monaco su “Il Fatto quotidiano” ha parlato della vicenda come di uno stravolgimento dell’impianto costituzionale e dei suoi principi fondanti e ha definito la proposta «il paradosso di una riforma costituzionale, tramutata in incostituzionale». In effetti si tratta di una normativa che, se approvata, delega il potere ad una sola persona. Ciò contrasterebbe con i principi di una democrazia costituzionale, qual è quella italiana. L’inverso sarebbe non tenere in conto i valori contenuti nella Costituzione e, fatto ancora più tragico, se approvato, segnerebbe l’inizio della fine della Presidenza della Repubblica.
In sostanza sarebbe come stravolgere la più importante norma prevista dalla “Carta”.
Andrebbero in fumo le stesse garanzie costituzionali. È sufficiente immaginare cosa significherebbe per il Paese se, malauguratamente, la norma divenisse esecutiva. Il timore è che si possa giungere ad un sistema di potere che da una parte svuota le prerogative e, dall’altra, svilisce i poteri, specie quelli previsti dalla Costituzione. Al contrario sarebbe opportuno garantire agli italiani i valori della democrazia che sono da custodire e da proteggere. La forza del Paese è riposta per intero nella Costituzione che i nostri nonni e i nostri padri hanno salvaguardato, taluni rimettendoci la vita. Fu un vero e proprio atto di affetto verso la Patria, un profondo attaccamento verso la propria terra, un sentimento che portò ad agire per la soddisfazione di sé stessi e della Nazione.
Il “potere assoluto” verso il quale oggi qualcuno guarda, rappresenta l’antitesi della Carta e, quindi, della democrazia che gli italiani hanno conquistato circa ottanta anni fa. Difenderla è un dovere che non può essere messo in discussione. Ne andrebbe dei sacrifici, talvolta fino all’estremo, “donati” da migliaia di italiani alla loro Patria.
*giornalista

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