COSENZA «Forse avremmo dovuto pensare di organizzare la presentazione del libro al Teatro Rendano». Adriana Toman autrice del libro “Pregiudizio di Stato. Quell’Italia a sovranità limitata – Il caso Oliverio” (edito da Città del Sole, prefazione di Otello Lupacchini) esordisce così dinanzi ad un gremitissimo “Ridotto del Rendano” a Cosenza. In tanti rispondono presente all’invito a partecipare alla presentazione del volume che ripercorrendo il “caso” giudiziario dell’ex governatore della Calabria si sofferma sui motivi che avrebbero contribuito ad alimentare la cattiva nomea della regione. All’evento è collegato in video anche Otello Lupacchini, autore della prefazione del testo. «Bisognava togliermi dai piedi e fui tolto dai piedi nel giro di una notte», racconta l’ex procuratore generale di Catanzaro. Che poi ricorda a tutti il monito rivolto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai giovani magistrati: «Siate persone discrete, riservate, non parlate delle indagini, non sovraesponete la vostra persona ai doveri della giustizia, rifuggendo da ogni rapporto con la stampa».
L’occasione è utile anche per dibattere dei temi caldi legati alla giustizia. Taglio delle intercettazioni, le “pagelle” per giudicare l’operato dei giudici e il ruolo della magistratura. Quest’ultimo tema rimanda direttamente al recente scontro tra il ministro Guido Crosetto – poi protagonista di un piccolo passo indietro – e il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino (ne abbiamo parlato qui) .
Sul punto è intervenuto, ai nostri microfoni, anche l’avvocato Oreste Morcavallo. «Quello che ho registrato nel corso del dibattito alla Camera dei Deputati è la presenza di soli sei deputati. Un’aula vuota per un tema che è di grandissima rilevanza. Crosetto ha fatto delle affermazioni gravi, che però rappresentano il sentimento un po’ diffuso. Anche due giorni fa il ministro della Giustizia, ha detto che le ferite del “caso Palamara” non sono affatto rimarginate, ancora esistono e dal caso Palamara sono uscite fuori delle intercettazioni su un mondo o su una parte di un mondo malato», commenta il legale. Le valutazioni e le “pagelle” ai magistrati sono strumenti sufficienti? «Bisogna trovare dei correttivi. Il ministro della Giustizia ha parlato della valutazione dei magistrati, ha parlato del ricorso ai test psicoattitudinali. Tutta la magistratura ha gridato allo scandalo, ma la politica giudiziaria è già sottoposta a questi tipi di test. Non reputo corretto che indagini costosissime che minano la libertà di una persona, minano le finanze di una persona indagata, possano finire nel nulla senza conseguenze».
«A me non basta una giustizia processuale, perché quello che è avvenuto non ha solo determinato una rappresentazione distorta della mia onestà e del rispetto della legalità. Che sono sempre stati un faro dai quali non ho mai derogato. E’ stato uno strappo che è andato oltre. Avevo ed ho bisogno di una giustizia politica e sociale». Dice l’ex governatore della Calabria, Mario Oliverio. Che sottolinea – con rammarico – l’atteggiamento assunto dopo la sua vicenda giudiziaria il Partito democratico. «Mi hanno ripudiato, senza una parola di conforto, anche quando sono stato assolto per non aver commesso il fatto sono stato messo da parte». E cita Giacomo Mancini, «nel dolore e nella sofferenza era sempre pronto a reagire». (redazione@corrierecal.it)
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