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“Paletti” contabili e discrezionalità limitata: così la Regione si prepara alla sessione di bilancio

Ecco le previsioni del Documento di Economia e Finanza 2024-26, che anticipa i possibili contenuti di una manovra che si aggirerà sui 6 miliardi

Pubblicato il: 04/12/2023 – 11:12
“Paletti” contabili e discrezionalità limitata: così la Regione si prepara alla sessione di bilancio

CATANZARO Rigidi vincoli dettati dalla normativa nazionale in tema di contabilità, i tagli ai trasferimenti statali, l’assoluta necessità di garantire gli equilibri contabili, emergenze vecchie e nuove da affrontare. Sono tanti i fattori che storicamente “ingessano” il Bilancio della Regione Calabria, e anche il prossimo Bilancio potrebbe risentire di queste dinamiche che limitano gli spazi di manovra. E’ quanto emerge dalle previsioni che la Giunta regionale indica nel Documento di Economia e Finanza per il triennio 2024-2026, il Defr, che sarà all’esame del prossimo Consiglio regionale, in programma domani, e che aprirà di fatto la sessione di bilancio.

Il contesto

Nel Defr infatti l’esecutivo guidato dal presidente Roberto Occhiuto anzitutto fa un’analisi di contesto, ricordando che «l’equilibrio del bilancio regionale negli ultimi anni è stato posto a dura prova» da una serie di fattori. Tra questi – si legge nella relazione al Documento – le minori entrate registrate nel 2021 e 2022 a causa del Covid, in parte recuperate nel 2023 a seguito dell’accordo intercorso in sede di Conferenza Stato Regioni, la compensazione del maggiore gettito della tassa automobilistica da riservare allo Stato, relativi agli anni dal 2014 al 2022  (la Regione Calabria ha già versato nel 2022 e nel 2023 un importo di circa 13 milioni di euro per gli anni dal 2014 e 2016 e deve prevedere in bilancio la posta di euro 4,3 milioni annui fino al 2029; il riversamento allo Stato che le Regioni sono chiamate ad assolvere a titolo di contributo di finanza pubblica per il triennio 2023 – 2025, per complessivi 196 milioni, relativo a “risparmi per riorganizzazione, digitalizzazione, potenziamento lavoro agile” (la Regione Calabria deve versare allo Stato nel triennio 2023-25 un importo di euro 7.804.028,20), il riversamento allo Stato che le Regioni sono chiamate ad assolvere a titolo di restituzione pluriennale delle somme ricevute in eccesso a titolo di ristori a causa dall’emergenza Covid 19 rispetto alle entrate derivanti dalle attività di lotta all’evasione (per la Calabria l’importo è pari ad euro 2.230.289,47 a decorrere dal 2022 fino al 2040). Se il confronto tra Stato e Regioni per alleggerire i vincoli di finanza pubblica non dovessero andare a buon fine – prosegue la Giunta nella relazione al Defr – «il contributo di finanza pubblica previsto dall’articolo 88 comma 7 della manovra statale, complessivamente pari a 350 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028 e che per la Regione Calabria vale circa 15 milioni di euro annui costituisce, in aggiunta alle criticità sopra evidenziate, un serio ostacolo all’attuazione di una qualsiasi possibile manovra di bilancio».

Le entrate

Secondo la Giunta regionale «per avere un quadro generale delle risorse disponibili, nonché un’idea sulle caratteristiche e peculiarità del bilancio regionale, si può prendere tranquillamente a riferimento la previsione attuale in termini di competenza riferita all’annualità 2024». Ed emerge – prosegue il Documento di Economia e Finanza della Regione – che «gran parte delle entrate di bilancio, complessivamente pari a circa 5,98 miliardi di euro, al netto delle partite di giro e dei saldi vincolati, sia costituita da risorse assegnate dallo Stato o dall’Ue con vincolo di destinazione (87,1%), mentre solo il 12,9% circa delle stesse è soggetto alle scelte discrezionali da parte della Giunta e del Consiglio della Regione. Più in dettaglio, le entrate regionali, al netto delle risorse per la Sanità (66,9%), su base annua sono costituite in gran parte dalle risorse comunitarie, dal Piano di Azione e Coesione, dal Fondo Sviluppo e Coesione, nonché da ulteriori fondi di natura vincolata assegnati a vario titolo dallo Stato o da altri soggetti. Tali risorse sono utilizzabili esclusivamente per le finalità per cui sono state assegnate o per quelle concordate con il livello superiore di Governo (es. Accordi di programma). Da segnalare, però, che nell’annualità 2024 non sono inserite, al momento, le previsioni, molto consistenti, della nuova programmazione Por 21-27 e PSC 21-27, nonché le maggiori risorse assegnate a titolo di Fondo Sanitario regionale con il Ddl Bilancio dello Stato in fase di approvazione. Le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano, invece, a 774 milioni di euro pari, a circa il 12,9% delle risorse attualmente iscritte in bilancio nella annualità 2024». La Giunta regionale osserva che «le criticità legate alla limitata disponibilità di risorse autonome sono aumentate negli ultimi anni non solo a causa dei gravosi tagli ai trasferimenti statali, che hanno generato un effetto sostitutivo e, quindi, una maggiore pressione sulle limitate risorse in libera disponibilità, ma anche a causa della necessità di destinare una quantità sempre maggiore di risorse per gli accantonamenti necessari a tutelare gli equilibri di bilancio. Tali accantonamenti, infatti, nel corso degli ultimi anni, hanno assunto valori importanti che limitano fortemente la possibilità di effettuare manovre espansive della spesa, considerato che una parte consistente delle risorse autonome è già destinata alla copertura delle spese obbligatorie (acquisto di beni e servizi, mutui, personale), dei servizi essenziali (trasporti, politiche sociali, diritto allo studio), dei trasferimenti agli enti strumentali, delle emergenze sociali (Lsu-Lpu e altre voci del precariato storico). Risulta altresì evidente come i contributi alla finanza pubblica disposti con le disposizioni varate dal Governo negli ultimi anni, come evidenziato in premessa, peggiorano ulteriormente il quadro sopra delineato».

La spesa finanziata con risorse autonome

Dall’analisi effettuata sulla spesa finanziata negli ultimi anni con le risorse autonome – prosegue il Documento di Economia e Finanza della Regione –  «emerge con chiarezza che gran parte di tali risorse, pur soggette alle scelte discrezionali della Giunta e del Consiglio, è di carattere obbligatorio e difficilmente comprimibile nel breve periodo (personale, mutui, accantonamenti ai fondi previsti per legge), mentre altre risorse, anche consistenti, sono difficilmente manovrabili, in assenza di riforme strutturali, in quanto ineriscono a trasferimenti ad enti strumentali, all’erogazione di servizi (trasporti, politiche sociali), al precariato più o meno storico. Per tale motivo, negli ultimi anni le scelte discrezionali sull’utilizzo delle risorse autonome sono diventate via via più limitate. Medesima limitazione si è registrata nella produzione legislativa di nuove autorizzazioni di spesa. Le nuove regole di bilancio, il controllo sulla effettiva esistenza della copertura finanziaria degli interventi normativi, la minore disponibilità di risorse e l’obiettiva difficoltà di andare ad intaccare la spesa storica determinatasi nel corso del tempo, soprattutto quella destinata ai settori sensibili (trasporti, precariato, forestazione, politiche sociali, etc.), hanno infatti ridotto di molto, rispetto al passato, le possibilità di manovra finanziaria. E nel caso in cui la Giunta o il Consiglio hanno deciso interventi di natura incrementale della spesa o di approvare nuove leggi, ciò è avvenuto solo grazie a tagli più o meno lineari della spesa storica autorizzata in precedenza, al definanziamento di leggi regionali esistenti ma ritenute non più necessarie, ai risparmi realizzati sulle spese di funzionamento e di personale e, infine, saltuariamente, ad entrate di carattere straordinario».

Una riunione della Giunta regionale

Lo stato dell’arte

Per la Giunta regionale «un intervento di natura strutturale capace di incidere sulla legislazione regionale esistente, sui meccanismi di spesa consolidatisi è comunque difficile da attuare, fermo restando che ormai da diversi anni si è proceduto in ogni caso ad una spending review generalizzata, evitando al contempo di mettere in campo manovre espansive della spesa, peraltro complicate da attuare a meno che non si voglia procedere ad un aumento dell’imposizione fiscale con l’incremento dell’addizionale regionale Irpef e dell’Irap, oltre il livello delle aliquote già in vigore per il ripiano dei disavanzi sanitari. L’idea che tutti i problemi della Regione possano essere risolti con questa fetta del bilancio della Regione continua imperterrita a persistere malgrado sia ormai chiaro da diversi anni l’esatto contrario. Per tale motivo la situazione deve essere ben compresa da tutto il sistema regionale, dal livello politico nel suo complesso, dalle forze sociali, dagli enti locali e da tutto l’apparato burocratico. È sull’altra fetta del bilancio, ben più corposa, che devono essere concentrati gli sforzi e l’attenzione della politica e della burocrazia regionale. Appare evidente, infatti, in tale contesto, come le risorse finanziate dall’Ue e dallo Stato, attualmente allocate nel bilancio, nonché quelle previste dal Pnrr, dalla nuova programmazione unitaria 2021-2027 e dai fondi destinati alla perequazione infrastrutturale, possono costituire – conclude l’esecutivo nel Defr – una opportunità irripetibile per contrastare il deterioramento del tessuto economico finanziario calabrese, attraverso una idonea azione di accelerazione degli investimenti, per avviare finalmente in questa Regione un percorso di sviluppo sostenibile e duraturo». (a. cant.)

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