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la ricostruzione

‘Ndrangheta a Reggio, la paura dell’arresto dopo la “soffiata” ai Borghetto. «Non dormo neanche a casa»

Tra le carte dell’inchiesta della Dda reggina, anche gli episodi risalenti all’estate del 2020. Dalle indiscrezioni di un finanziere, alle operazioni effettivamente avvenute come “Imponimento” e “K…

Pubblicato il: 05/12/2023 – 6:49
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta a Reggio, la paura dell’arresto dopo la “soffiata” ai Borghetto. «Non dormo neanche a casa»

REGGIO CALABRIA L’inchiesta della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sfociata poi nell’operazione “Garden”, ha permesso – tra i tanti episodi – anche di ricostruire la vicenda legata a Cosimo e Gino Borghetto, entrambi arrestati nel blitz, e il loro tentativo di sfuggire ad una eventuale – e, secondo loro, imminente – cattura. Entrambi violando, però, le prescrizioni di sorveglianza speciale, allontanandosi dalle proprie abitazioni. Tutto viene appuntato in una informativa del Gico di Reggio Calabria, a cominciare dal 16 luglio del 2020.

I preparativi alla latitanza

«Gino e Cosimo si rendevano irreperibili dopo aver appreso da un appartenente alle FF.PP. dell’esecuzione di misure cautelari in questa provincia» si legge. Tutto viene documentato dagli inquirenti che, nel frattempo, hanno telecamere e cimici ambientali a casa di Paolo Latella da dove captano le prime conversazioni. Arriva Cosimo Borghetto – sono le 18.51 – mezzora dopo, invece, arrivano Cosimo Borghetto e Antonino Idotta. «(…) là fuori c’è la Finanza…» dice Eugenio Borghetto a Cosimo, che risponde: «(…) chi te l’ha detto?». Questi, dunque, i primi segnali di movimenti intercettati ma, per avere informazioni più significative, gli inquirenti dovranno attendere ancora qualche ora. È la mezzanotte del 17 luglio del 2020 e, nella propria auto, Idotta si ritrova a parlare con Francesco Ferrante. «(…) anche se penso una cosa Nino… se a parte il fatto la squadra di pallone… però può darsi pure… No voglio dire io, ma se succede una cosa di questi… Quella lì è la mia paura (…) non succede niente… se succede non è che io sono più…». «Si – gli risponde Idotta – se vogliono fare una tragedia ma se no noi che cazzo c’entriamo? La squadra di pallone… che c’entriamo noi?». «(…) Siamo cresciuti oggi Nino… tutti abbiamo sbagliato… devi stare tranquillo oggi come oggi… speriamo non ci capita niente…» dice ancora Ferrante.

La notte fuori casa

È ancora l’ambientale nell’auto di Idotta a rilevare, la sera del 17 luglio 2020, la presenza in auto di Cosimo Borghetto. I due si dirigono proprio a casa di Idotta e – così come è emerso dalle immagini di sorveglianza – Borghetto passa lì la notte. Sono quasi le 6 del mattino, l’alba del 18 luglio, e gli inquirenti captano l’arrivo nella propria abitazione di Gino Borghetto, segno che anche lui avesse passato la notte fuori casa, eludendo così la misura della sorveglianza. «Ieri sera altro bordello ha fatto quello… questo Davide non lo sopporto più, perché beve e non lo sopporto più (…) beve, beve… quello mi ha detto “ma che è ubriaco?” Quello là, il carabiniere… nelle scale… stava cadendo… gli ho chiesto scusa a quel carabiniere e neanche le ha volute». È il racconto di Cosimo Borghetto ad Antonino Idotta, avvenuto anche questo in auto, e captato dagli inquirenti. Il riferimento è al figlio, Davide, e ad un episodio avvenuto la sera prima, un diverbio con i Carabinieri che si erano recati presso la sua abitazione per un controllo. Borghetto chiede qualcosa di incomprensibile a Idotta che risponde: «Minchia… ce ne andiamo tranquilli pa pa pa… fai attenzione… minchia veramente… siamo partiti a duemila… vabbè penso che qualche telefonata, una mezza telefonata…una cosa». Allo stesso tempo Idotta controlla alcuni siti online, alla ricerca di notizie recenti, ma non trova nulla.

Il “giardino” di Perla

Più tardi, è ancora il 18 luglio 2020, Cosimo Borghetto in auto raggiunge il famoso giardino di Matteo Perla in contrada Lagani a Reggio Calabria. È a quest’ultimo che Borghetto confessa di aver appreso dal fratello dell’esecuzione imminente di misure cautelari a loro carico, non prima di aver allontanato i telefoni cellulari dalla loro portata. Borghetto è evidentemente preoccupato per un possibile blitz, scrive il gip nell’ordinanza, e in questa conversazione offre preziosi spunti agli inquirenti. «(…) e che dici allora… dobbiamo prendere a questo ma io… non sto dormendo a casa lo sai… che ci arrestano pure…». E ancora: «(…) mi stanno per arrestare allora non capisci… già lunedì è pure pronto, è già da sei mesi che poi mi dicevano che in settimana la facevano invece la settimana è già passata…». Le paure di Borghetto trovano riscontro, in parte, in due reali operazioni anti-‘ndrangheta effettuate in quel periodo. La prima è “Imponimento”, blitz nato dall’indagine della Dda di Catanzaro contro la cosca Anello-Fruci, l’altra è, invece, “Koleos”, frutto dell’attività investigativa della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, eseguite il 21 e il 22 luglio del 2020. «(…) io ieri sono andato pure a coricarmi fuori… e minchia e menomale me ne stavo andando prima e sono arrivati loro a mezzanotte», riferendosi ai Carabinieri.  

In cerca di un posto e di soldi

Nel prosieguo della chiacchierata, Cosimo Borghetto fa capire quanto sia lui che il fratello “Gino” siano alla ricerca di un posto, nascosto, dove trascorrere una eventuale latitanza. «(…) e se ti capita glielo puoi dire tu… che ho necessità, che lo sappiano… per dire… che io magari… ieri sono andato in due, tre posti, prima mi ha detto sì quello poi… si è spaventato che vengono…». E dice ancora: «(…) ora faccio andare a mio fratello… che c’è una casa chiusa… faccio andare mio fratello, in quella casa… a Gino… e quella libera era quella di Tonino…». Un posto per nascondersi, ma non solo. I fratelli Borghetto sono anche alla ricerca di denaro. «(…) non posso, non ho una lira, me ne devo andare io…» «noi dobbiamo trovare a questo, lui mi ha detto “tre giorni”, ora è passato un mese». «Lo sto aspettando pure io» replica Perla «anche con me eravamo rimasti… però siccome il mio tempo è breve, e sfruttato male giusto? Eh, non posso più aspettare… non esiste».

I blitz

C’è, poi, un altro passaggio della conversazione che – scrive il gip nell’ordinanza – fa capire quanto effettivamente il gruppo criminale fosse a conoscenza di imminenti operazioni di polizia. Come il blitz eseguito il 16 febbraio 2021, quando i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di diversi soggetti, tra i quali alcuni appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta “Barreca”. «(…) se fanno un’operazione devi dirgli di dirglielo… dice che dovevano fare questa di San Sperato… la dovevano fare…». E ancora: «(…) prima di farla a Pellaro mi hanno detto che ci sono i Barreca pronti, poi la fanno a Croce, perché stanno facendo la famiglia tutta unita».

La lite con i carabinieri

Cosimo Borghetto, poi, racconta nel dettaglio quanto avvenuto la sera prima ovvero quando i Carabinieri della Stazione di Croce Valanidi si sono presentati a casa sua per portarlo in Tribunale a Reggio in quanto imputato in un procedimento penale svoltosi per direttissima, e hanno avuto un diverbio con il figlio. «(…) ho preso e gli ho detto “Comandante, con me potete parlare quando volete, ma non toccate gli ho detto a mio figlio… io per dire come si chiama, come non si chiama lasciatelo vivere altrimenti vedete che la rompiamo con me”». E ancora: «“non dovete sapere nemmeno come si chiama, con mio figlio non dovete proprio dialogare se voi avete bisogno di qualsiasi cosa con me, ai ragazzi lasciateli stare che basta quanto avete fatto voi a me, punto”». Infine, parlando ancora con Perla e riferendosi al comandante dei Carabinieri, Cosimo Borghetto spiega: «(…) comunque a “sperduta” glieli metto là, mi prendo otto, otto, otto, otto così e farò danni irreparabili, credimi a me perché finirà domani (…) che me ne fotto che mi condannano, tanto li faccio ugualmente… Giorgio settanta anni ho, quanto cavolo pensi che posso vivere altri duemila anni?». (g.curcio@corrierecal.it)

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