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Il profilo shock che inneggia alla ‘ndrangheta su TikTok. «Libertà ai Mancuso e ad Accorinti»

L’account conta oltre 34 mila iscritti e 300 mila interazioni. Tra i video anche insulti ai “pentiti” e canzoni ‘ndranghetiste

Pubblicato il: 06/12/2023 – 6:33
Il profilo shock che inneggia alla ‘ndrangheta su TikTok. «Libertà ai Mancuso e ad Accorinti»

VIBO VALENTIA «Una presta libertà zii» con le foto di Giuseppe, Diego, Giovanni e Francesco Mancuso, tutti presunti esponenti dell’omonimo clan di Limbadi e già condannati in passato. «Presta libertà» anche per “Zio Peppone”, presunto capo clan degli Accorinti, da poco condannato a 30 anni di carcere nel procedimento stralcio legato a Rinascita Scott. E ancora: insulti ai pentiti rei di aver «tradito i loro fratelli», canzoni per la ‘ndrangheta e formule di riconoscimento ‘ndranghetista. Sono solo alcuni dei video che compaiono su “broker detenuti.78”, un profilo pubblico su TikTok che conta oltre 34 mila follower e circa 345 mila interazioni. Il canale, anonimo, presenta un’unica scritta sotto la foto profilo: «indulto e amnistia» contornato da emoticon delle catene.

Un albo “’ndranghetista”

L’account è pieno di foto di detenuti, esponenti di clan di Vibo Valentia e della Calabria. Una sorta di album ‘ndranghetista in cui vengono collezionati gli esponenti più importanti “catturati” dalle forze dell’ordine. Tra le gallerie fotografiche spuntano diversi capibastone delle principali ‘ndrine calabresi, ma anche uomini ritenuti vicini ai clan della Puglia e della Sicilia. Un video di qualche mese fa, mostra le foto dei collaboratori di giustizia vibonesi: Andrea Mantella, Emanuele Mancuso, Bartolomeo Arena e Raffaele Moscato. Su di loro una scritta rossa: «i pentiti che hanno tradito i suoi (loro, ndr) fratelli». Subito dopo una carrellata di foto delle persone coinvolte nell’operazione Rinascita Scott di quattro anni fa. Nei commenti al video, che ha ottenuto quasi 700 like, messaggi di solidarietà nei confronti dei detenuti e insulti ai collaboratori di giustizia bollati come «uomini senza palle».

Canzoni e simboli ‘ndranghetisti

Il profilo contiene canzoni che inneggiano alla mala: da “Reguli i ndrina” a “Picciottu battiatu”, ma anche “Circulu furmatu” e “A parola umiltà”, tutti titoli che rimandano a espressioni utilizzate nel gergo ‘ndranghetista. Molti i richiami a quelle che, come emerso da diverse inchieste passate, sarebbero formule legate ai riti della criminalità organizzata calabrese. Non mancano anche i simboli religiosi: la Madonna di Polsi e San Michele Arcangelo, due figure storicamente di riferimento della criminalità organizzata calabrese.

Il precedente

Già nel 2017 un presunto esponente del clan Torcasio di Lamezia Terme era finito al centro delle polemiche per una pagina Facebook chiamata “Onore e dignità” con oltre 20 mila iscritti. Vincenzo Torcasio, soprannominato “U Giappone”, secondo gli inquirenti che lo arrestarono nel 2017, sarebbe una delle figure principali della ‘ndrangheta lametina. Nel gruppo di sua proprietà, dal 2012 al 2017, pubblicava frasi contro i “pentiti”, foto di armi e messaggi di solidarietà verso i detenuti. Nonostante i diversi appelli della società civile per la sua chiusura, la pagina è ancora visibile. (redazione@corrierecal.it)

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