LAMEZIA TERME Un ritorno in Calabria, a pochi giorni dall’ultimo incontro organizzato a Lamezia Terme. La stessa location dove, ieri sera, ha presentato il suo ultimo libro. Il sindaco di Taormina, nonché leader di “Sud chiama Nord”, Cateno De Luca continua, dunque, a flirtare con la nostra regione, sondando gli spazi politici con l’obiettivo, dichiarato, di rilanciare un movimento certamente ambizioso ma con solide radici, già in vista della prossime Europee del 2024. La strada è ancora lunga, ma i successi ottenuti in questi anni da Cateno De Luca in Sicilia sono da tenere in conto per disegnare il suo profilo politico e proiettarlo anche in Calabria.
Nel suo ultimo libro “Non tutto è successo” (edito da Piemme), presentato ieri a Lamezia Terme nell’incontro moderato da Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei giornalisti calabresi, Cateno De Luca racconta una storia «che dà uno spaccato di vita vissuta non solo per quelli che sono gli aspetti personali ma anche quelli politici, professionali e soprattutto di un ragazzo di periferia che è riuscito a concretizzare tanti sogni e tanti altri ancora ne vuole concretizzare», ha spiegato ai microfoni del Corriere della Calabria. «È un messaggio anche ai giovani – ci ha spiegato ancora – per evidenziare che i risultati si raggiungono con grandi sacrifici e soprattutto che la vita ci riserva alti e bassi e quando si cade, bisogna avere la perseveranza di rialzarsi e partire spediti. Questi sono elementi che hanno caratterizzato intanto la mia vita e quello che dico sempre, meritocrazia soprattutto e poi rinunciare alle comoderie delle cosiddette “scorciatoie”».
A proposito di sogni da realizzare, Cateno De Luca, ha chiaro in mente il percorso futuro da seguire e già tracciato a metà tra outsieder e mina vagante. «Io ho iniziato un percorso in questa direzione già il 18 marzo del 2007 con la fondazione di “Sicilia Vera” – ha spiegato – il nostro movimento autonomista sicilianista che poi ha avuto un’evoluzione il 25 giugno 2022 in “Sud chiama Nord”. Il nostro sogno è realizzare una forza meridionalista autenticamente autonomista, e avere nel Parlamento nazionale una rappresentanza di uomini e donne che si battono realmente per il Meridione e che sono frutto non di compromessi politici, ma di una reazione del territorio che riesce ad imporsi sulle politiche romanocentriche». «Noi abbiamo dimostrato che è fattibile, in Sicilia siamo la prima forza politica. Abbiamo otto deputati al Parlamento siciliano, abbiamo eletto due rappresentanti al Parlamento nazionale, siamo l’unica lista civica che realmente è riuscita a farsi spazio in tanti palazzi municipali, battendo quelli che sono i cosiddetti “poli tradizionali”, dando esempio di buon governo anche al Sud».
Una doppia visita in poco meno di due settimane in Calabria e a Lamezia Terme. L’occasione per Cateno De Luca di tastare il terreno e comprendere lo spazio di manovra. Ma, soprattutto, cercare eventuali partner politici affidabili e che condividano un percorso comune. Non è dunque casuale la presenza, in sala, di Stefano Luciano, fresco di nomina nella segreteria regionale di Azione in Calabria, ma anche del sindaco di Diamante ed ex senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno. «Noi stiamo creando un’area alternativa a questo centrodestra sia in Sicilia che in ambito nazionale – ha spiegato ai nostri microfoni – e ovviamente è un fronte nuovo che è arricchito da un civismo fondamentalmente sturziano che nasce nei palazzi municipali». «Bisogna avere – ha spiegato – una visione molto ampia di quella che è la situazione attuale del panorama politico, il dialogo è con tanti soggetti anche se spesso scatta la sindrome della paura del nuovo, dell’ignoto e questo naturalmente ha caratterizzato spesso soggetti che fanno politica da una vita che vorrebbero osare ma magari non trovano il coraggio di farlo».
Ed è per questi aspetti sottolineati da De Luca che, al momento, lo scambio più proficuo è con Azione di Carlo Calenda. «Noi rappresentiamo lo strumento per dare una sicurezza a coloro che, rispetto a noi che abbiamo fatto il salto nel buio e l’attraversata nel deserto, hanno bisogno di avere qualche “copertura” politica in più ed ecco cosa rappresenta “Sud chiama Nord” oggi per tutti questi mondi. Abbiamo oggi anche avuto un incontro con Carlo Calenda, si sta lavorando a un’intesa che ovviamente preservi la nostra identità su questo per noi irrinunciabile, qualunque trattativa passa prima dal riconoscimento della dignità politica e il brand che abbiamo con grande fatica costruito in questi anni». Poi, secondo De Luca, viene il resto, «il tema delle candidature e quelli che sono normali e naturali dettagli, ma sulla nostra identità non facciamo sconto a nessuno».
A proposito di “meridionalismo”, Cateno De Luca non ha fatto mistero di essere contrario alla realizzazione del Ponte sullo Stretto ma, più di tutto, ha mostrato particolare indignazione nei giorni scorsi per lo striscione che, genericamente, indicherebbe – secondo lui – calabresi e siciliani come “tutti mafiosi”. «Io non accetto, mi sono indignato, non accetto la definizione di un ponte che unirebbe due cosche, di essere sempre tacciati di mafiosità. Onestamente sono stanco e mi ripugna anche il fatto che i vertici delle istituzioni regionali non abbiano battuto un colpo e questo ovviamente è triste». Perché, ha spiegato infine Cateno De Luca «bisogna reagire immediatamente di fronte a queste generalizzazioni, ci sono calabresi e siciliani onesti che non hanno condiviso anche certi fenomeni di criminalità organizzata all’interno delle istituzioni e non possono essere penalizzati soltanto perché, alcune situazioni, hanno macchiato la finalità nobile della politica, cosa che purtroppo capita ed è capitato in tutti i territori dell’Italia e non comprendo perché noi dobbiamo essere continuamente bollati ad ogni occasione di queste proprie infamità». (g.curcio@corrierecal.it)
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