REGGIO CALABRIA Un “groviglio” al momento inestricabile. Un dirigente politiche che ben conosce nomi e cose di Reggio Calabria così descrive lo stallo nelle trattative per la formazione della nuova Giunta a guida Giuseppe Falcomatà. Per il sindaco rientrato in sella alla guida di Palazzo San Giorgjo dopo il periodo di sospensione la quadratura del cerchio si sta rivelando una mission quasi impossible, come emerge plasticamente dall’esito dell’ultima interpartitica, definita nei resoconti giornalistici nel migliore dei casi interlocutoria e nel peggiore fallimentare. Il dato di intesi è che la coalizione di centrosinistra che sosteneva Falcomatà, in termini molto brutali, sembra essere al momento letteralmente implosa, in uno con le difficoltà che a sua volta vive lo stesso sindaco, che negli ultimi tempi si è perso per strada alcuni fedelissimi come Mario Cardia e Armando Neri (passati addirittura alla Lega) e ha un canale di dialogo con il suo partito, il Pd, tutto sommato buono ma non privo di spigolosità. Due fattori che fanno del campo del centrosinistra in riva allo Stretto un campo non largo ma stretto e soprattutto ancora impraticabile. Almeno per ora. I resoconti dell’interpartitica di ieri sono sotto questo aspetto eloquenti. Il tavolo doveva approfondire la proposta di Falcomatà di procedere a un azzeramento totale dell’attuale Giunta, con l’eccezione del vicesindaco Paolo Brunetti, di Italia Viva, che Falcomatà non vuole assolutamente toccare, proposta già per le vie “brevi” accolta tiepidamente e in alcuni casi respinta dagli alleati. All’interpartitica gli “emissari” del sindaco – guidati dal consigliere regionale dem Giovanni Muraca – l’avrebbero rilanciata trovando però un fuoco di sbarramento ancora più forte rispetto ai giorni precedenti. In più sarebbe emersa anche una diversità di vedute all’interno dello stesso Pd, con una parte, maggioritaria, che vuole prioritariamente la conferma degli uscenti e il segretario provinciale Antonio Morabito attestato sulla linea di Falcomatà ma rimasto in minoranza nei rapporti interni. Il fatto – spiega più di una fonte qualificata – è che per Falcomatà il problema non sarebbe tanto nel rapporto con Pd quanto soprattutto nel rapporto, che al momento è un non rapporto, con gli altri partiti e le altre forze della sua coalizione, con Italia Viva che non vuole intestarsi Brunetti, con Azione, Dp e i socialisti che rivendicano spazi che al momento Falcomatà non può (o non vuole) garantire. Il risultato è l’impasse totale, impasse che le partiti proveranno a superare in una prossima riunione, probabilmente nella settimana entrante. Ma intanto i pezzi del puzzle della nuova Giunta sono ancora tutti sul tavolo, sparpagliati e distanti l’uno dall’altro. (c. a.)
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