COSENZA Ma sbaglio o lei è… «Sono io. Il baffuto segretario dei Verdi, come mi definiva un cronista creativo sulla stampa locale». E che ci fa qui? «La politica mi aveva nauseato, mi sono detto: meglio uscire di scena in modo dignitoso. E così, dopo vent’anni nelle amministrazioni e uno scranno in Parlamento che mi è stato ingiustamente sfilato, anni fa ho preferito sparire e ritirarmi nella solitudine di questo laboratorio».
Nella penombra, all’interno di una piccola bottega nel cuore di Cosenza, s’intravede il profilo di un canuto signore, bardato contro il freddo e circondato da quadri, case e casette di cartone, col pennello in mano, intento a dipingere e plasmare i pezzi di uno splendido presepe che si sviluppa a partire dalla grotta e cresce in altezza, tra strade e vecchie case, replicando le atmosfere di certi borghi calabresi.
Passando di lì, lo si può osservare dall’esterno, quasi fosse in vetrina: è Luigi Marrello, ex consigliere comunale a Cosenza, ex assessore all’urbanistica e all’ambiente a Rende (dal 1995 al 1999), ex assessore provinciale nella giunta guidata da Mario Oliverio. Militante nei Verdi fino alla morte del suo partito e poi transitato senza convinzione in Sel, il movimento guidato da Nichi Vendola. Questo è stato il suo capolinea politico. A sessant’anni ha abbandonato la vita pubblica, oggi ne ha 74. In molti lo ricordano in bicicletta per le strade di Cosenza, in tempi in cui quasi nessuno lo faceva. E a lui va ascritto il merito di aver avviato a Rende, trent’anni fa, nell’era Principe, la raccolta differenziata della plastica.
Oggi, mentre costruisce i suoi mondi di cartone, riflette sull’involuzione della politica e sul fallimento dell’idea di partecipazione. «Ma c’è un fil rouge che lega i vari pezzi della mia vita – precisa – ed è l’ambientalismo, anzi l’ecologismo puro. Ieri mi battevo da amministratore, oggi nel mio piccolo continuo a perseguire quelle idee. I miei presepi li realizzo con materiali di scarto, spesso recuperati dopo essere stati distrattamente gettati via. Il sughero – spiega – non lo strappo dagli alberi, lo raccolgo sui litorali, è quello che restituiscono le fiumare».
La battuta sagace sempre pronta, Marrello ha smesso di fare politica ma non di esserne ancora profondamente attratto. «I Verdi si sono sciolti perché si sono dimenticati di fare ecologia» è il suo commento tranchant. «Dopo, la politica è diventata una lotta tra vecchi esponenti in cerca di uno scranno. A me lo scranno fu rubato, quel seggio era mio». Brucia ancora? «Ma no, doveva andare così. A Cosenza c’è chi ancora mi saluta chiamandomi onorevole, pur non avendo fatto io neanche un giorno in Parlamento».
Un giudizio flash sui sindaci che si sono succeduti: «Mancini ha disegnato la città, ha trasformato i posti in luoghi». Catizone? «Sono stato il suo primo sostenitore ma non ho un buon ricordo. Del resto è difficile dare un giudizio su un sindaco nominato». Perugini: «Mi sono impegnato in prima persona per la sua campagna elettorale. Non è stata una stagione facile ma lo giustifico: ha fatto il sindaco in un momento veramente duro». Occhiuto: «Dieci anni nebulosi di ardua e inutile interpretazione». Caruso: «Vedi Perugini, stessa situazione. Lo stimo, è un bravo sindaco. Però la città è sporca, spero ne stia prendendo coscienza: la gestione dei rifiuti non può essere delegata. E c’è una cosa che vorrei raccomandargli». Quale? «Che si opponga con tutta la sua forza a questa abominevole idea della città unica. Una assurdità di cui si parlava già 30 e 40 anni fa. Come si possono mettere insieme tre città dalle identità e dalle peculiarità così diverse e inconciliabili?».
Il giudizio è negativo in generale sulla politica e sui politici: «Quella attuale è una politica senza speranza, perché non disegna orizzonti. I Verdi almeno hanno avuto il merito di aver proposto un’utopia. Oggi in che cosa si dovrebbe credere? Non esiste più neanche l’anti-ambientalismo, per il semplice fatto che non esiste l’ambientalismo. I giovani sono lontani dai partiti, la politica non ha più fascino». Non salva nessuno? Quasi. «C’è un giovane nella giunta Caruso che mi piace tanto, ha una bella testa: Francesco Alimena. Fui io, quando era praticamente un ragazzino, a chiedergli di impegnarsi nei Verdi ma era oggettivamente troppo giovane. Ora sono contento di vederlo in prima linea per il centro storico e non solo, vuol dire che avevo visto giusto».
Mentre Marrello racconta, ogni tanto qualche amico si affaccia per chiedere come sta, a che punto sono i suoi presepi. «Questo domani verrà consegnato per una esposizione – dice indicando l’opera che sta completando – gli altri li vendo ma è sempre difficile lasciare andare ciò che si crea. Ho vissuto tanti anni a Napoli, la passione per i presepi ha origini lontane, il mio laboratorio corona un vecchio sogno». Al mattino la saracinesca si alza «quando fuori è ancora buio – dice – anche alle cinque. E vado avanti fino a sera, naturalmente facendo delle pause pasto» sorride. «Mentre dipingo mi immergo nei miei pensieri, invento novelle e racconti paradossali. Poi ricevo molte visite di amici e clienti e questo mi riporta con i piedi per terra. Mi rendo conto che un artigiano che crea i suoi presepi desta molta curiosità. Vedo passare i bambini che si fermano e trascinano i loro genitori, mi indicano come a dire: che fa quel signore? C’è lo stupore negli occhi dei piccoli e la meraviglia in quelli degli adulti che vedono questa immagine inedita e si interrogano anche loro: e questo che fa?». Inevitabile chiedersi se ci sia dietro il suo lavoro una spinta religiosa. Lei crede? «Ho una mia fede alimentata da dubbi terribili, del resto le certezze ammazzano la fede. Per sintetizzare un concetto molto complesso, diciamo che credo nel miracolo della mangiatoia». È davvero piacevole chiacchierare con l’ex assessore Marrello, sul filo dell’ironia con una vena di cinismo. Come quando il discorso cade sulla sua vecchia passione, la bici. «Una brutta sciatalgia mi ha costretto a lasciarla – dice –, il medico mi ha vietato di usarla. Sarà molto difficile, ma come per la politica – sorride sornione – non escludo un ritorno».
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x