Siamo lavoratori e lavoratrici del mondo della sanità privata. Siamo padri, madri, siamo operatori socio sanitari, educatrici, fisioterapiste, manutentori. In particolare, siamo tutti e tutte ex dipendenti di Villa Sorriso Srl, la RSA privata accreditata di proprietà della famiglia Morrone.
A distanza di oltre un anno dal nostro licenziamento, possiamo dire immotivato, tra l’altro, ci ritroviamo a scrivere quanto segue nel tentativo di veder realizzati i nostri diritti più basilari; ricevere il TFR, ricevere il pagamento delle mensilità arretrate.
Senza voler addentrarci troppo, tra il mese di febbraio e quello di luglio 2022 a causa di diverse dinamiche trasversali al nostro operato, Villa Sorriso licenzia molti dei suoi dipendenti, per poi rimpiazzarne gran parte applicando forme contrattuali meno onerose rispetto a quella applicata agli operatori licenziati. Sempre nel luglio 2022 la proprietà, che nel frattempo in quei mesi accumula stipendi arretrati nei confronti di quasi tutti i dipendenti, presenta una domanda di concordato preventivo. Da quel momento, pur avendo fatto sola domanda di accesso al concordato preventivo, la proprietà a tutti i suoi creditori, soprattutto se si tratta di noi lavoratori (tutti avanziamo almeno il TFR), risponde che c’è un concordato in atto e non paga niente e nessuno.
Ovviamente il tempismo sembra strategico e increduli ci domandiamo quale sia la tutela per chi lavora onestamente, in questa provincia ma soprattutto in questa Regione, anche in virtù della totale assenza degli organi preposti al monitoraggio di queste ed altre situazioni.
Nel frattempo, la proposta di concordato con la relazione del curatore assegnatario viene depositata in tribunale, presso la sub-sezione fallimentare, a Gennaio 2023. La cosa più vergognosa di questa vicenda è che da allora tutto è rimasto immobile. Non capiamo perché a distanza di quasi dodici mesi dal tribunale di Cosenza nessuna giudice si esprima.
La sensazione che proviamo e, del resto, la realtà che viviamo è quella di essere ostaggi e vittime di un sistema assolutamente legale che ha, però, grosse lacune, e soprattutto non capiamo perché in una situazione simile questo sistema spesso utilizzato da imprenditori di vari settori con cadenzato accesso alle sezioni fallimentari dei tribunali continui ad essere motivo di arricchimento per gli stessi a scapito degli aventi diritto, anche quando questo si dovrebbe e potrebbe evitare.
Cosa dovremmo fare da ex lavoratori che per anni, anche decenni, hanno prestato servizio nell’ambito della sanità privata? Quando la Naspi giungerà al termine su quale buona uscita potremmo contare? Perché non possiamo avere ciò che ci spetta mentre tutto sembra essere strutturato per mantenere lo status quo di questa vicenda?
Sappiamo bene che Villa Sorriso vive un periodo florido come non mai e ci domandiamo perché tale benessere debba gravare sulle spalle di chi ha lavorato ed è stato sbattuto fuori senza niente in mano.
ex lavoratori ed ex lavoratrici Villa Sorriso SRL
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