CATANZARO Il pm della Procura della Repubblica di Catanzaro, Stefania Caldarelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 persone, tutte coinvolte nell’inchiesta della Distrettuale antimafia di Catanzaro sulla presunta indebita fruizione da parte di alcuni detenuti – condannati in via definitiva o sottoposti alla messa alla prova – di benefici legati allo svolgimento di attività di pubblica utilità, attraverso la presunta falsa attestazione, a opera del presidente dell’associazione di volontariato “Arte di Parte” Maurizio Caligiuri, di «fittizi rapporti di lavoro in essere o da instaurare, con lo scopo esclusivo e predeterminato di consentire ai beneficiari di eludere fraudolentemente l’esecuzione delle pene e comunque di godere dei benefici dei riti alternativi». Per lo stesso Caligiuri, peraltro, è stato già disposto il giudizio immediato ed è tuttora in corso. Le altre 31 persone, invece, dovranno attendere l’udienza fissata per il prossimo 15 febbraio 2024 in aula bunker a Catanzaro.
L’associazione guidata da Caligiuri, attiva per moltissimi anni nei progetti di integrazione della comunità rom, avrebbe registrato «spese mai sostenute o solo in parte, corsi fantasma e addirittura associazioni create ad hoc», truffando poco più di 130mila euro di fondi pubblici destinati alla scolarizzazione dei giovani rom che vivono a Catanzaro
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