Ci sarebbe una rapina e forse anche una storia di usura dietro l’incendio scoppiato in un’abitazione a Bagno a Ripoli (Firenze), in via Roma, in località Osteria Nuova, lo scorso 5 dicembre, dove furono trovati i corpi carbonizzati dei coniugi Umberto Della Nave, 83 anni, e Dina Del Lungo, 81 anni. Questa la ricostruzione che ha portato al fermo emesso dalla Procura di Firenze nei confronti del 46enne Antonino La Scala, originario della provincia di Vibo Valentia, già noto alle forze dell’ordine, con precedenti per droga. La svolta è arrivata con gli ultimi sviluppi delle indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Firenze coordinati dalla Procura. L’incendio si era sviluppato dolosamente e con la finalità di coprire l’omicidio dei due e la seguente rapina di denaro”, spiega in un comunicato il procuratore capo Filippo Spiezia. I carabinieri nella tarda serata di lunedì 11 dicembre hanno sottoposto a fermo d’iniziato di delitto il 46enne di origine calabrese, residente nella zona, che ora si trova rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano. In particolare, le attività di natura tecnica, l’esito degli esami autoptici e la comparazione delle tracce del reato e di ogni elemento raccolto sulla scena del crimine “hanno consentito di cristallizzare la presenza del fermato all’interno dell’abitazione, il quale conosceva Umberto Della Nave”, spiega sempre la Procura. Per motivi in corso di accertamento, il 46enne avrebbe aggredito e ucciso i due coniugi, per poi consumare una rapina. L’uomo avrebbe poi appiccato l’incendio al fine di occultare le tracce del delitto. «Sono stati raccolti, in relazione alla dinamica dei fatti, riscontri di natura tecnica del tutto concordanti e coerenti» ad avviso della Procura con la ricostruzione operata dai carabinieri. Quando i vigili del fuoco sono entrati all’interno della casa dei coniugi la sera del 5 dicembre era completamente invasa dal fumo e con le fiamme ancora alte. Marito e moglie erano già morti quando sono stati estratti i corpi. Sul posto oltre ai soccorritori del 118, si erano recati anche i carabinieri con il reparto specializzato nelle investigazioni scientifiche e il magistrato di turno.
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