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l’intervista

Bartucca: «Filadelfia è lontana da logiche deviate, ‘ndranghetistiche e criminali»

Parla il sindaco del centro vibonese che si è costituito parte civile nel processo “Imponimento”

Pubblicato il: 13/12/2023 – 16:39
Bartucca: «Filadelfia è lontana da logiche deviate, ‘ndranghetistiche e criminali»

Ciò che accade a Filadelfia, centro tra i più consistenti della piccola provincia di Vibo Valentia, è una sorta di manifestazione della ciclicità della storia, o può essere inteso anche come il naturale comportamento di chi ha, nel proprio patrimonio storico e identitario, il senso della paura, lo smarrimento della distruzione, la fuga verso un luogo sicuro. Filadelfia nasce come paese dell’accoglienza dove a riprendere il proprio cammino furono gli abitanti fuggiti da quel Castelmonardo che fu letteralmente raso al suolo nel 1783, l’anno del devastante terremoto che fece sussultare e sconvolse, ridisegnandone moltissimi profili, la Calabria. Oggi tra le vie del centro vibonese è facile imbattersi in nuovi abitanti, anche loro con il senso della paura e alle spalle una fuga. Sono gli ospiti di un progetto di accoglienza diffuso e con numeri che sono per la realtà regionale e per le dimensioni del comune decisamente consistenti, a raccontare questa esperienza è il sindaco di Filadelfia Anna Bartucca. «Abbiamo avviato da tempo un percorso  di inclusione e di accoglienza che riguarda gli stranieri, tutto è iniziato nel 2016 con 25 posti disponibili, nel 2021 dopo la mia elezione abbiamo ampliato l’ospitalità di altri 25 posti essendo però comune capofila  di un progetto che coinvolge altri 4 comuni, Pianopoli, Platania, Conflenti e Francavilla, per 135 posti complessivi. Ma non ci siamo fermati ed infatti abbiamo accolto altri 50 profughi arrivati qui il 19 marzo dello scorso anno subito dopo l’avvio della guerra in Ucraina; sono stati accolti dai cittadini con uno slancio commovente ed oggi vivono a Filadelfia, lavorano e si sono pienamente integrati». «C’è una cosa – sottolinea il Sindaco – che mi commuove, quando questi 50 profughi arrivarono avevano nello sguardo il terrore, lo smarrimento, la paura per un domani che rappresentava per loro una grande incognita. Oggi incontro quelle stesse persone sul corso, mi fermano, sorridono, hanno sostituito quello sguardo impaurito con occhi pieni di speranza, e tutto ciò è senz’altro dovuto alla capacità dimostrata dai cittadini che hanno saputo andare oltre l’ospitalità dando concretezza al valore dell’accoglienza e dell’effettiva integrazione». Un’immagine, quella usata dal primo cittadino, di certo incoraggiante e che peraltro racconta scene certo non insolite in una Calabria dove però la narrazione si sofferma, purtroppo, su aspetti negativi «Filadelfia viene spesso indicata come un paese dove ci sono persone il cui percorso è quello della violenza e dell’illegalità, è una circostanza che arreca a tutti noi un gravissimo danno di immagine, la quasi totalità dei cittadini filadelfiesi è fatta da persone per bene, che lavorano onestamente e che non hanno nulla, ma proprio nulla a che spartire con queste logiche deviate, ndranghetistiche e criminali».

Una due giorni di formazione sulla qualità dell’accoglienza

Rispetto delle regole e la legalità

A rappresentare e guidare questa comunità operosa c’è un’amministrazione comunale che ha fatto della legalità e del rispetto delle regole una cifra distintiva. «Nonostante vi siano state numerose operazioni di polizia con centinaia di arresti, alcune delle quali peraltro concentrate sul nostro territorio, nessun appartenente all’amministrazione, nessun collaboratore o dipendente è stato mai coinvolto. Dai procedimenti penali che hanno riguardato e riguardano determinati soggetti che hanno la residenza nel nostro territorio l’unico elemento emerso riguarda il fatto che la comunità di Filadelfia, il Comune e l’amministrazione sono parte offesa ed è per questo che, ovviamente, ci siamo costituiti come parte civile nei processi».

«Si respira un’aria pulita»

Nel descrivere questi aspetti, il sindaco di Filadelfia usa toni trancianti «su questi argomenti mi ha aiutato molto il mio percorso di vita e professionale, ho fatto l’avvocato per 20 anni e dal 2011 lavoro per il ministero della Giustizia da funzionario presso il Tribunale di Vibo Valentia, prima ad una sezione civile e poi come coordinatrice dell’Ufficio del Giudice per le Indagini preliminari. «Oggi – aggiunge Bartucca – sono impegnata presso un’altra sezione ma non c’è dubbio che questa esperienza lavorativa, soprattutto quella all’Ufficio del Gip, è stata preziosa perché mi ha consentito e mi consente di valutare con immediatezza tutto ciò che è bene stia distante». Sulla condizione attuale del territorio e della comunità il primo cittadino è assertivo «si respira un’aria pulita, in particolare l’operazione “Imponimento” ha riguardato alcuni soggetti che risiedono nella nostra comunità ma che tuttavia non hanno alcun collegamento con chi sta di fuori del loro gruppo di persone. Nel processo d’altro canto ci siamo costituiti parte civile, non lo abbiamo fatto in aderenza ad un principio di forma, lo abbiamo fatto perché crediamo indispensabile restituire a Filadelfia l’immagine che gli è propria e cioè quella di una comunità che non ha nulla a che spartire con soggetti che sono ormai tristemente noti». «E d’altro canto è bene aggiungere che nella monumentale indagine “Rinascita-Scott” – dice il sindaco – con centinaia di arresti l’unico elemento significativo riguarda il fatto che nella mia qualità di funzionario dell’ufficio gip del Tribunale di Vibo ho coordinato gli interrogatori di garanzia».

Cultura, musica e sport

Nel valutare queste circostanze e soprattutto l’aderenza e la capacità di coinvolgimento dei gruppi criminali il sindaco non ha dubbi e torna sul profilo della sua comunità. «C’è un aspetto che forse, a differenza di altri luoghi, ci ha per molti versi tutelato. Qui esiste un numero consistente di associazioni, tre sono direttamente collegate all’amministrazione comunale poi ci sono sodalizi che si occupano di cultura, di musica, di sport. È un patrimonio prezioso che consente ai ragazzi di seguire e praticare le loro passioni, è un aspetto decisivo perché in definitiva rappresenta una sorta di difesa nei confronti di chi vede nei ragazzi soggetti deboli, da irretire e coinvolgere in percorsi delinquenziali. Da donna trovo che questa vitalità associativa e lo spirito di accoglienza della nostra comunità siano ragioni più che valide per assumersi la responsabilità di essere sindaco, cosa che attualmente non è certo facile». (redazione@corrierecal.it)

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