ROMA «Un accordo storico perché, per la prima volta, è stato concordato un processo di transizione verso l’abbondono dei combustili fossili che sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra a livello globale. Un processo che è indispensabile per raggiungere senza incertezze e ritardi gli obiettivi già fissati nell’Accordo di Parigi». Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta l’accordo raggiunto alla COP 28, a Dubai.
«Di grande importanza, – aggiunge – anche l’obiettivo di triplicare la produzione di energie rinnovabili entro il 2030 e la chiara indicazione di rafforzare le iniziative per lo stoccaggio al suolo del carbonio. In quest’ottica, l’agricoltura e le foreste hanno un ruolo ancora più importante da svolgere». In Italia, ricorda Confagricoltura, viene già assorbito il 10% delle emissioni annuali totali.
Fanno parte della stessa partita sicurezza alimentare e lotta al cambiamento climatico. «Dai dibattiti svolti nel corso della COP 28 – afferma Giansanti – sono emerse alcune indicazioni di rilievo, per rendere i sistemi agroalimentari più produttivi e sostenibili. Si tratta di indicazioni che, a nostro avviso, torneranno utili durante la presidenza italiana del G7».
«Il raggiungimento dell’intesa alla COP 28 – sottolinea – è risultato difficile. Era scontato, ma la logica multilaterale è insostituibile, anche per tener conto della diversità delle situazioni economiche».
Europa, USA, Cina e India rappresentano il 60% delle emissioni globali. Si sale al 70% con Federazione Russa e Giappone. L’incidenza della UE è inferiore al 10% e continua a diminuire con una velocità superiore a quella degli Stati Uniti.
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