COSENZA «Guardiamo cosa accade in Calabria e, nelle ultime ore, abbiamo appreso una notizia veramente inedita e sensazionale, ma non in positivo. Nell’ambito della finanziaria, rispetto al Ponte sullo Stretto che dovrebbe congiungere Calabria e Sicilia, abbiamo appreso che i soldi dei fondi europei verranno destinati per 1 miliardo e 600 milioni sul ponte». Inizia da questo recente spunto l’analisi di Paride Leporace all’interno di “Quarta Parete”, rubrica settimanale in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75). «Rimaniamo un po’ perplessi, anzi molto, perché i fondi dovevano essere tutti statali, poche ore fa ha parlato il ministro Salvini, gran mossiere di questa operazione, dicendo che è “giusto che Calabria e Sicilia paghino pure loro il ponte, perché il ponte è per loro” e di questa cosa Salvini dice che sarebbero informati i due governatori di Calabria e Sicilia, che, come è noto, sono del suo stesso schieramento. E, infatti, fino ad ora nessuno dei due governatori ha parlato, quindi erano informati». «Riteniamo grave procedere in questo modo – ha sottolineato Paride Leporace nel suo intervento – non si entra nel merito dell’opera, si entra in una visione che ci sembra molto coloniale, perché è giusto che, se i calabresi rinunciano ad altre spese necessarie come sono quelle dei fondi europei, ne siano informati e i loro rappresentanti ne prendano parola, tra l’altro già nel Pnrr abbiamo trovato brutte sorprese». «La questione del ponte è strettamente collegata alla velocità dei treni di nuova generazione che devono essere interconnessi con questa opera. Anche qui c’è molta confusione, si gioca un po’ al lotto con i soldi, conferenze stampa romane, l’alta velocità, a quanto pare, si è fermata e si fermerà a Praia, nelle prossime ore ci dovrebbe essere un incontro pubblico, però le questioni per la linea ionica mi sembra che siano molto al palo. Sul punto è intervenuto il Partito Democratico che ha chiesto conto, e questa è una cosa positiva».
«A proposito del partito democratico, a Reggio Calabria il nuovo percorso del sindaco Falcomatà si è subito interrotto. Ieri seduta diserta per tensioni interne molto forti che hanno preso un po’ alla sprovvista, a quanto pare, il sindaco. Siamo alla solita balcanizzazione e la via amministrativa si fa molto complessa e complicata. Tutto questo è come quel proverbio che dice che “un battito d’ali in Europa provoca un terremoto da qualche altra parte” infatti era prevista per oggi a Cosenza una direzione provinciale alla presenza di due dirigenti nazionali, ebbene questa riunione è stata annullata, pare sul diretto intervento del segretario regionale Irto che ha chiesto di rimandare perché è meglio, visto che le questioni di Reggio e Cosenza potrebbero essere molto compromettenti per il PD, c’è da dire che sono pure prossime le elezioni provinciali e quindi si è preferito buttare il pallone in tribuna».
«Giunge poco fa la notizia da Roma che Cosenza ancora una volta non ce l’ha fatta ad entrare nel novero delle 10 finaliste per concorrere alla Capitale italiana della Cultura. Abbiamo visto che ci sono piccolissimi paesi dell’Italia centrale, ben due aspiranti candidate dalla provincia di Latina, una da Maratea. Il tempo qui è finito, rimando ad altri approfondimenti per analizzare questa sconfitta che non è quella di una partita di calcio, per capire il molto che si è sbagliato e da dove prendere il bandolo della matassa. Ponte, treni, PD come al solito balcanizzato e Cosenza che vuole puntare sulla cultura ma non ce l’ha». (redazione@corrieracal.it)
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