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Tirocinanti, pressing sul governo e sulla Regione. «La mobilitazione vera parte oggi» – VIDEO E FOTO

I sindacati incontrano il prefetto di Catanzaro: parte un tavolo interistituzionale. «Ma se non ci saranno risposte alziamo il livello della protesta»

Pubblicato il: 13/12/2023 – 12:39
Tirocinanti, pressing sul governo e sulla Regione. «La mobilitazione vera parte oggi» – VIDEO E FOTO

CATANZARO Un tavolo interistituzionale con il governo, la Regione, l’Anci, i sindacati e la riproposizione dell’emendamento per la contrattualizzazione. E’ questo il percorso che i Cgil, Cisl, Uil e Usb hanno prospettato al prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, per affrontare la vertenza dei circa 4.000 tirocinanti calabresi di inclusione sociale, impiegati finora soprattutto negli enti locali e oggi a rischio disoccupazione.  La vertenza al momento è su un binario morto dopo che non è passato un emendamento alla Finanziaria che prevedeva la contrattualizzazione dei tirocinanti di inclusione sociale per 18 mesi per un costo complessivo di 40 milioni: l’obiettivo dei sindacati è quello di fare rientrare questo emendamento nel prossimo Mille Proroghe. L’interlocuzione tra i sindacati e il prefetto è avvenuta nell’ambito della manifestazione di protesta organizzata in piazza prefettura con circa 500 lavoratori: diversi anche i sindaci presenti al sit-in. Secondo quanto riferito al termine del confronto dalle organizzazioni sindacali, il prefetto nelle prossime ore si attiverà con il governo nazionale e con la Regione per insediare il tavolo. «La mobilitazione comunque non finisce oggi, ma parte oggi, se non avremo risposte nell’immediato è chiaro che alzeremo il livello della mobilitazione a tutti i livelli»: così il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato.

Le dichiarazioni dei sindacati

Secondo Sposato «c’è stato un impegno da parte del prefetto, che si è dimostrato molto disponibile, ad investire tutti gli attori protagonisti di questa vicenda, quindi il governo, la Regione, l’Anci per discutere del futuro di questi lavoratori. Vogliamo sapere se la deputazione parlamentare che ha ritirato l’emendamento è nelle condizioni di rappresentarlo: la maggioranza di governo e la Giunta regionale hanno promesso a questi lavoratori la contrattualizzazione e non capiamo perché questa marcia indietro. Sono state fatte delle promesse da anni e ora chiediamo che quelle promesse vengano mantenute con un percorso chiaro di contrattualizzazione e di un percorso futuro che possa arrivare alla stabilizzazione di questi lavoratori. Stiamo facendo solo quello che la deputazione parlamentare ha promesso. Bisogna fare in fretta perché – ha rimarcato il segretario della Cgil Calabria – quando si assumono delle responsabilità bisogna poi mantenere e essere correnti con gli impegni presi. C’è poco tempo e noi siamo nelle condizioni anche di aumentare il livello di mobilitazione».

Per Enzo Musolino, segretario generale Cisl Calabria, «siamo alla ricerca di una soluzione che non sia pasticciata, di una soluzione che sia definitiva di questa annosa vertenza, perché lo stesso prefetto ha riferito oggi che è una vergogna che si procrastina da 11 anni. La mobilitazione continua, la piazza non si scioglie: questo è l’impegno di oggi. Vogliamo avere la certezza della deputazione parlamentare di maggioranza e di opposizione che venga ripresentato l’emendamento che finalmente cominci ad aprire la strada ad una contrattualizzazione di tutti questi lavoratori». Luca Muzzupappa, della UilTemp, ha sostenuto che «la priorità è quella della ripresentazione dell’emendamento per la contrattualizzazione dei tirocinanti di inclusione sociale ma anche per il sostegno finanziario perché altrimenti i nostri Comuni non ce la fanno e così anche le Province, le Asp e tutti gli enti che sono coinvolti». Ci sono 4.000 famiglie che aspettano da 12 anni di avere delle prospettive concrete. Secondo Saverio Bortoluzzi, dell’Usb Calabria «resta ancora un punto interrogativo, per questo non possiamo liberare la piazza. vogliamo la stabilizzazione immediata di questi lavoratori. I fondi ci sono se li vogliamo andare a prendere». (c. a.)

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