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“Camarille”, passi di lato, rinunce: la balcanizzazione del centrosinistra a Vibo

Romeo e Santoro disponibili a non candidarsi sindaco purché si trovi un nome “politico”. Comito lascia il campo. Tensioni nei partiti della coalizione

Pubblicato il: 14/12/2023 – 13:43
“Camarille”, passi di lato, rinunce: la balcanizzazione del centrosinistra a Vibo

VIBO VALENTIA All’apparenza è un segnale di chiarezza, in realtà potrebbe rivelarsi un ulteriore elemento di confusione. Nelle trattative per le prossime elezioni amministrative di Vibo Valentia il centrosinistra vive ore estremamente convulse che denotano come il campo progressista e riformista tutto sia, al momento, tranne che largo. Manovre, manfrine, “camarille”, mosse strumentali, persino dispetti (politici) agitano e balcanizzano lo schieramento, rivelando problemi interni alle due principali forze della coalizione, il Pd e il Movimento 5 Stelle, più questi ultimi che i Dem per la verità.

La nota congiunta

La svolta, che secondo alcuni analisti potrebbe semplificare il quadro ma secondo altri – tesi maggioritaria – in realtà lo complica rendendolo ancora accidentato, è arrivata con una nota congiunta di due papabili candidati sindaco, Enzo Romeo e Domenico Santoro, il primo indicato dal Pd, il secondo indicato dal M5S. Romeo e Santoro hanno siglato una sorta di alleanza dicendo di fare entrambi un passo di lato e di mettersi al servizio della coalizione per individuare un nome che però – hanno specificato – dovrà essere espressione della politica e non della società civile. Una mossa che secondo gran parte degli osservatori sarebbe stata finalizzata a depotenziare la forza di un altro papabile candidato sindaco, il giornalista Pietro Comito, molto gradito dal M5S e in lizza come espressione della società civile, ma disponibile a scendere in campo senza etichettatura politica. E infatti, con un post su Facebook, dal titolo “Non ci sarà il sindaco dei miserabili”, Comito ha salutato la compagnia: «I due candidati in pectore alla guida della città, Enzo Romeo e Mimmo Santoro, a cui rivolgo il mio plauso sincero, fanno un passo indietro per favorire un campo largo del centrosinistra, a patto però che il frontman sia una figura politica. È un passo importantissimo ed una indicazione chiara per partiti e associazioni. Ciò ovviamente – ha scritto Comito – esclude la possibilità che il candidato della coalizione sia espressione della società civile. Un passo di tale responsabilità ha un prezzo che va pagato e la coalizione deve, giocoforza, tenerne conto. Amarezza? Quanto basta, il giusto, senza esagerare. A conti fatti, però, va bene così. In fondo sono un idealista. A me del ruolo, del prestigio e, soprattutto, del potere e dei soldi, non importava un fico secco».

Gli scenari futuri

Questa è dunque un’altra svolta, che però rimanda la palla nel campo della coalizione e in un campo particolarmente ingarbugliato. Perché diversi osservatori già annotano tensioni fortissime nella pancia del M5S, perché di fatto la sortita di Santoro e soprattutto l’uscita di scena di Comito – dicono fonti qualificate – cozzerebbero con le indicazioni del livello nazionale dei pentastellati, che avrebbero spinto per la candidatura di Comito. Quanto al Pd, anche qui non mancano le fibrillazioni, mentre si attende la convocazione di un tavolo a un livello territoriale più alto con M5S e Sinistra Italiana. In più si tratta di capire anche cosa farà il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, che domani dovrebbe tenere una conferenza stampa – convocata però prima degli ultimi accadimenti – proprio con M5S e una forza civica come Umanesimo Sociale ma senza il Pd, a ulteriore conferma di un campo fatto in realtà ancora di tanti campetti.  Il tutto mentre il centrodestra, sia pure anch’esso con diversi mugugni interni, ha acceso i motori nel segno della ricandidatura di Maria Limardo, benedetta da alcuni big nazionali di forza Italia come Maurizio Gasparri. E mentre avanza in modo abbastanza spedito un terzo polo di estrazione moderata, al quale starebbe lavorando soprattutto il leader regionale di Azione Francesco De Nisi, che – si dice – starebbe progressivamente rosicchiando terreno sia al centrodestra sia al centrosinistra approfittando delle sacche di malcontento che stanno emergendo sempre più nelle due coalizioni. (c. a.)

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